Gli svizzeri al festival di Berlino
Al Festival del cinema di Berlino la Svizzera è presente con tre film. Carlos Leal, come miglior interprete, partecipa al concorso «Shooting Stars».
Alcuni artisti emergenti vorrebbero un atteggiamento più pragmatico da parte degli organi di promozione del film svizzero: Swissfilms risponde che non può fare tutto.
In anni recenti, la Svizzera si è fatta notare in primo luogo per i documentari in occasione dei festival internazionali, che sono una vetrina importante non solo per il pubblico, ma soprattutto per i compratori e i distributori.
Con ben tre lungometraggi presentati a Berlino (vedi sezione «contesto» per i dettagli), più una coproduzione in concorso, sembra di sentire aria di rinascita della fiction elvetica.
Ma forse è ancora un po’ presto per farsi prendere dall’entusiasmo, anche perché i diretti interessati, registi ed attori emergenti, si sentono ancora poco sostenuti dagli organi ufficiali, come Swissfilms, che dovrebbero curare la loro promozione all’estero.
La regista Stina Werenfels si è rivolta ad esempio personalmente ad un’agenzia privata di Berlino per organizzare i contatti con la stampa e i ricevimenti per il suo film, «Nachbeben» (Scosse d’assestamento).
Una metafora dei valori neoliberisti
«Non so come funzionano queste grandi istituzioni come Swissfilms, ma so che finora non ho ricevuto molto aiuto pratico. Proprio oggi però mi hanno messo in contatto con una nuova persona, che mi darà una mano. Spero bene», confida Stina Werenfels a swissinfo.
Il responsabile di Swissfilms, Micha Schiwow, ribatte che con un budget di 80’000 franchi per l’insieme degli eventi svizzeri a Berlino, non si può soddisfare ogni esigenza.
«Per Stina Werenfels abbiamo pagato le copie del film, i costi di trasporto e insieme alla sua casa di produzione, la Dschoint Ventschr di Zurigo, abbiamo deciso chi invitare agli incontri con la stampa e alla festa, di cui copriamo una parte delle spese. Ma certo non siamo tedeschi, non conosciamo tutti quanti, ci vuole un investimento supplementare».
«Nachbeben» parla del fallimento finanziario e umano di un ricco banchiere svizzero. Presentato in anteprima al festival di Soletta, il film, per la tematica affrontata, è stato accolto con sorpresa dal pubblico.
«Per molti svizzeri vedere ciò che succede dietro le quinte del mondo degli affari è molto irritante, spiega la regista. Gli stranieri e gli svizzeri dell’estero invece hanno visto il film come una metafora non solo della Svizzera, ma più in generale di certi principi del neoliberalismo, che entrano con prepotenza anche nei rapporti privati e di coppia».
Carlos Leal, dalla musica al film con passione
Il cinema è un’arte che contiene tutte le forme espressive. Ecco cosa ha spinto un talento multiforme come Carlos Leal, molto popolare in Svizzera e in Francia come cantante del gruppo rap Sens Unik, ad abbandonare la musica per diventare attore.
Da quando si è trasferito a Parigi cinque anni fa, racconta a swissinfo, si concentra esclusivamente sulla promozione della sua carriera, cosa che fa ancora in gran parte da sé.
«All’inizio non è stato facile, ma ora comincio a raccogliere i primi frutti di un lungo lavoro». Ora spera che dopo Berlino altri registi si facciano avanti.
36 anni, Carlos Leal ha un carisma naturale che ha saputo trasmettere dal palco come cantante, e che passa bene anche attraverso la telecamera. «Vorrei lavorare con registi spagnoli o italiani. Oggi il cinema italiano ha una nuova energia. Gli attori sono appassionati, non lavorano solo con la testa, come i francesi, ma con il cuore, la pancia, tutto!».
«Hijo de latinos», svizzero-europeo
Cresciuto nella parte francese della Confederazione, Carlos Leal è un vero prodotto della Svizzera multietnica. Parla diverse lingue, tra cui l’italiano, ed è pronto a lavorare dappertutto.
«Io sono da sempre un esiliato. Quando ero piccolo andavo in Spagna in vacanza e mi chiamavano lo svizzero. In Svizzera ero lo spagnolo, figlio di immigrati. Oggi a Parigi sono di nuovo lo svizzero».
«Ma la verità è che io mi sento europeo. Non ho bisogno che vengano i politici a parlarmi del concetto d’Europa. Io il concetto d’Europa l’ho vissuto in prima persona. Perché dove sono cresciuto, a Renens, ci sono tanti italiani, spagnoli, portoghesi, turchi, curdi, ex jugoslavi. Per me questa è l’Europa!»
swissinfo, Raffaella Rossello
«Nachbeben», il primo lungometraggio di Stina Werenfels, «Lenz» di Thomas Imbach, «Vitus» di Fredi Murer, con Bruno Ganz, sono i film svizzeri presentati nel quadro di programmi speciali al festival del cinema di Berlino.
Prende parte al concorso internazionale «Slumming», una coproduzione svizzero-austriaca.
Carlos Leal ha ottenuto il premio come miglior attore protagonista svizzero del 2006 per la sua parte in «Snow White».
Partecipa dunque a Berlino al concorso «Shooting Stars», aperto ai talenti di 21 paesi diversi.
56° Festival internazionale del film di Berlino, dal 9 al 19 febbraio 2006.
360 film, 19 in lizza per l’Orso d’oro e d’argento.
Berlino è insieme a Cannes e Venezia uno dei festival più importanti del mondo.
In contemporanea al festival, altre produzioni elvetiche sono proiettate all’European Film Market, la fiera dei compratori e dei distributori.
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