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Godard a Cannes tra applausi e perplessità

Gli attori Bruno Putzulu (a sinistra) e Cécile Camp con Jean-Luc Godard Keystone

Applausi di prammatica, perplessità inevitabili, sorprese dell'intelligenza sono le reazioni che ha suscitato il nuovo film di Jean Luc Godard, arrivato in concorso con la bandiera svizzera ma testimonial naturale del cinquantenario della prestigiosa rivista «Les cahiers du cinema» festeggiato quest'anno a Cannes.

Il film si intitola «Elogio dell’amore» e ci vorrebbe un autore più comunicativo e disponibile del Godard di oggi, scontroso ed ellittico, per venire a capo del suo senso e della sua trama. Il film è diviso in due con una prima parte, straniata e raggelata nel suo rigoroso bianco e nero in cui un gruppo di cineasti parla di un film da realizzare e che viene messo in scena con cadenze teatrali.

Nella seconda parte, girata in video e a colori, le stesse persone- due anni prima – discutono il progetto e si confrontano con la sua oggettiva impossibilità in un panorama mondiale ormai dominato dalla logica commerciale di Hollywod.

Il film di cui tanto si sente parlare, ma che in realtà non si vede mai, riguarderebbe appunto l’amore a cui fa riferimento il titolo, descritto nei suoi quattro movimenti fondamentali tra l’incontro, la passione, l’abbandono e il ritrovarsi. Peccato che sullo schermo di amore si parli poco e ancor meno ne filtri tra i personaggi.

In compenso la forma estetica è come sempre sontuosa, con un ostinato lavoro sul suolo e sulla musica che spesso rende incomprensibili i dialoghi ma sempre suscita un fascino sonoro assolutamente personale.

Incontrando i giornalisti Godard si affida alle sue celebri metafore e ai fulminanti paradossi: «Le elezioni in Italia? Dimostrano quanto può essere strana la vita e rassicurano sul fatto che c’è sempre qualcosa da scoprire».

«Hollywood? Una grande mucca che volevamo mungere e ci ha tutti narcotizzati con il suo latte avvelenato». «Il cinema del futuro? Quello che ciascuno si fa ogni giorno nella vita e che può avere solo il carattere del saggio, del racconto, del pensiero filosofico per restituire all’autore una dignità davanti al massacro quotidiano dell’intelligenza che ci impone l’America».

swissinfo e agenzie

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