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Il cantiere del secolo si specchia nell’arte

Simboli, segni e colori di Mutamenti, evento culturale a Bellinzona

Si conclude sabato a Bellinzona l'itinerario artistico lanciato 6 anni fa da Pro Helvetia per riflettere sull'impatto sociale e culturale dei trafori ferroviari del Lötschberg e del San Gottardo.

Quale ultima tappa del programma dedicato al “cantiere del secolo”, la fondazione culturale svizzera propone di spalancare le porte alla produzione artistica contemporanea nell’era della globalizzazione.

La rassegna “Mutamenti – evoluzioni culturali e territori globali”, che si svolge venerdì e sabato ai tre castelli di Bellinzona, patrimonio mondiale dell’Unesco, segna l’ultima tappa del programma culturale “Gallerie 57/34,6 km”, un titolo che evoca la lunghezza dei due tunnel ferroviari.

“Mutamenti” propone un viaggio attraverso i territori della cultura e dell’espressione artistica nelle sue diverse forme, nel tentativo di mostrare l’impatto della globalizzazione sulla produzione artistica e culturale elvetica.

La scelta di questo tema scaturisce dal desiderio di riflettere sulle funzioni e le aspettative sul “cantiere del secolo”, ossia il traforo del Lötschberg, appena inaugurato, e quello del Gottardo, in costruzione. Oltre a soddisfare esigenze economiche, queste due opere aprono nuove dimensioni culturali e sociali per la Confederazione, che oltrepassano i confini nazionali.

Anche in Svizzera gli scambi culturali con il resto del mondo e la mobilità hanno sempre influenzato in modo marcato la produzione artistica, determinandone i mutamenti in corso e le nuove tendenze.

Artisti come interpreti della realtà

“Gli artisti invitati – spiega a swissinfo il direttore artistico di Mutamenti Boris Magrini – presenteranno in gran parte delle opere realizzate appositamente per gli spazi dei castelli. Rappresentativi delle ultime tendenze artistiche sviluppatesi in Svizzera, gli artisti sono anche interpreti dei mutamenti in corso”.

“Ai mutamenti – continua Magrini – essi rispondono con opere spesso ironiche, sorprendenti e a tratti persino provocatorie. Dalla pittura al video, dall’installazione sonora alla fotografia, le tecniche e i linguaggi sono altrettanto diversi, così come personali sono le loro interpretazioni”.

Il fenomeno della globalizzazione non è un processo recente, si è sviluppato nel corso dei secoli. “E’ vero – osserva Magrini – tuttavia è solo nel corso degli ultimi anni che questo fenomeno ha avuto un incremento esponenziale, condizionando in modo determinante le realtà regionali”.

Fermarsi, nel mondo che gira veloce

Ecco dunque la necessità di ritagliarsi tempo e spazio per la riflessione. Un’occasione voluta da Mutamenti per ideare nuovi percorsi, tracciare nuove rotte, “affinché l’orizzonte culturale con il quale saremo confrontati – conclude il direttore artistico – non sia unicamente il risultato di equazioni economiche, bensì l’espressione di una varietà e di uno spessore intellettuale ed artistico che fanno della cultura il veicolo della nostra identità”.

Fermarsi, rallentare è anche l’invito di Nando Snozzi, l’artista ticinese autore di un progetto che l’ha visto in stretto contatto con la realtà dei cantieri: “Creiamo delle trasversali alpine per andare più veloci, per percorrere le distanze in tempi sempre minori, allorquando ci sarebbe la necessità di rallentare, di ritrovare la dimensione della lentezza. Ritrovare i passi del tempo”.

Protagonisti del progetto “segnidiversisegnatiinversi” ideato da Nando Snozzi e sviluppato durante il programma Gallerie 57/34.6 km, sono anzitutto i lavoratori dei due cantieri ferroviari. Operai, dirigenti ma anche visitatori occasionali, sono stati invitati a lasciare delle tracce, dei segni sulle pagine (100×70 cm) di un giornale gigante, un tazebao che sarà riproposto per l’evento Mutamenti al Castello di Sasso Corbaro e fino al 4 novembre.

Voci dai cantieri

La realtà sociale legata ai cantieri, i segni impressi a livello ambientale e regionale, vengono raccontati attraverso disegni, testi, forme e colori. Ogni pagina racconta una storia, svela un vissuto, custodisce speranze o cela delle paure. Ogni pagina è un ritaglio autentico della realtà.

“I minatori che ho incontrato – racconta a swissinfo Nando Snozzi – sanno di lavorare per qualcosa di importante. Ma il loro pensiero rincorre altre speranze: lavorare duro e senza sosta per guadagnare abbastanza per poter rientrare al paese, per costruire una casa, per mettere su famiglia”.

“Di questa esperienza trascorsa sui cantieri mi sono rimaste impresse nella mente molte immagini: da un lato i minatori che lavorano nel buco, nell’umidità, nel rumore, con la sensazione che il mondo gli cada sulla testa; d’altro lato le bocche sorridenti dei dirigenti che rassicurano il mondo che si sta partecipando ad un’opera d’importanza mondiale”.

In un mondo di grandi mutamenti, quale allora il posto dell’arte? “L’arte da sempre si muove lungo le frontiere, lungo traiettorie che si contaminano a vicenda. Sono intimamente convinto che la globalizzazione non riuscirà mai a disintegrare la cultura. La cultura è memoria, è lo specchio di quello che siamo”.

swissinfo

Il 24 e il 25 agosto i tre castelli di Bellinzona ospitano «Mutamenti». Conferenze, dibattiti, letture, proiezioni video e concerti si susseguono all’insegna della riflessione su un mondo che cambia. L’esposizione (istallazioni artistiche nei tre castelli) resta aperta al pubblico fino al 4 novembre.

Questo appuntamento segna la conclusione, dopo sei anni, del programma «Gallerie 57/34.6 km» proposto da Pro Helvetia e dedicato ai trafori del San Gottardo e del Lötschberg.

Con questo impegno, la Fondazione svizzera per la cultura ha voluto creare intorno ai cantieri – in Vallese, nel canton Uri, Grigioni, Berna e Ticino – uno spazio dedicato alla cultura. Il traguardo è stato quello di mettere in luce l’importanza storica e sociale dei nuovi trafori ferroviari.

Nelle varie tappe è stato sviluppato il dibattito sul confronto delle identità culturali, sull’effetto della mobilità e sulla necessità di promuovere il dialogo culturale fra le diverse regioni linguistiche svizzere e con l’estero.

Il traforo del San Gottardo sarà la galleria ferroviaria più lunga al mondo (57 km). Prevista inizialmente per il 2011, la sua apertura è ora slittata al più presto al 2018.

La galleria del Lötschberg (34,6 km) è stata inaugurata il 15 giugno. Le ultime stime sui costi parlano di 4,3 miliardi di franchi.

I costi complessivi delle due trasversali erano inizialmente stimati a 14,7 miliardi di franchi. Nel frattempo, i preventivi sono stati rivisti al rialzo e a opere concluse potrebbero toccare i 20 miliardi di franchi.

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