Il cinema svizzero? Un cinema di nicchia
La Svizzera non ha una grossa industria cinematografica e, in generale, i film svizzeri non sono molto conosciuti all'estero dal grande pubblico.
Eppure qualcosa si muove. Rispetto ad una decina di anni fa, il cinema svizzero ha perso la reputazione di essere lento e noioso. Breve giro d’orizzonte.
Da quando Nicolas Bideau, figlio dell’attore svizzero Jean-Luc Bideau, ha assunto le redini della sezione Cinema dell’Ufficio federale della cultura, il cinema svizzero è al centro di dibattiti, ripensamenti, fughe in avanti e voglia di riflessioni.
Negli ultimi anni, inoltre, il paesaggio dei festival cinematografici si è molto diversificato. Nascono nuove forme di festival, manifestazioni già affermate cercano di irrobustirsi e di ampliarsi. Come sta il cinema svizzero e quale il suo posto a livello internazionale? Intervista ad Antonio Mariotti, giornalista al Corriere del Ticino (redazione cultura e spettacoli) e critico cinematografico.
swissinfo: Da qualche anno si fa un gran discutere sullo stato di salute e sul futuro del cinema svizzero. Quali sono, secondo lei, le riflessioni più interessanti emerse finora?
Antonio Mariotti: Penso che la riflessione più importante – confermata del resto dalle cifre d’incasso al botteghino – riguardi la capacità del cinema svizzero di proporre regolarmente dei film di successo al proprio pubblico.
Rispetto a una decina d’anni fa, gli spettatori elvetici sono tornati ad apprezzare il nostro cinema che non ha quindi più la reputazione di essere lento, noioso ed intellettuale, ma ha saputo costruirsi un’immagine giovane e frizzante, grazie soprattutto a film come “Mein Name ist Eugen”, “Grounding” o “Die Herbstzeitlosen”.
È chiaro che per ora questa tendenza riguarda essenzialmente la Svizzera tedesca e sarà molto difficile ampliarla a livello nazionale, a meno di non continuare ad affrontare temi di grande peso (e di grande impegno produttivo) come la fine di Swissair.
swissinfo: Nel quadro della promozione cinematografica svizzera si tende a contrapporre i film popolari, di successo al botteghino per intenderci, e i film d’autore. Non si rischia di essere riduttivi?
A.M.: No, perché si tratta di una suddivisione della produzione che esiste ovunque. È chiaro che la situazione ideale dovrebbe permettere ai film popolari di vivere “autonomamente”, senza cioè alcun aiuto da parte degli enti pubblici che potrebbero così concentrare le proprie forze sulle opere più “difficili” ma che meritano di essere conosciute.
Per raggiungere questo scopo però occorrerebbe un ulteriore salto di qualità, ovvero i film popolari svizzeri dovrebbero avere successo anche all’estero, soprattutto in area germanofona.
swissinfo: Quali sono attualmente le caratteristiche del cinema svizzero? Che cosa porta la nuova generazione di cineasti svizzeri, rispetto a grandi nomi come Tanner, Godard, Yersin o Schmid, morto l’anno scorso?
A.M.: È difficile fare confronti fra generazioni di cineasti che si trovano ad operare in condizioni completamente diverse sia dal punto di vista tecnico (la pellicola è ormai un optional) che dal punto di vista produttivo (basti pensare alla partecipazione enormemente accresciuta della tv pubblica grazie al Pacte de l’Audiovisuel).
Quel che si può dire è che ai tempi di Tanner, Yersin e in parte Schmid, il cinema svizzero viveva in una dimensione totalmente artigianale, mentre oggi – perlomeno a Zurigo e in parte anche a Ginevra – i giovani cineasti ragionano in un’ottica molto più industriale, anche perché – contrariamente ai veterani – sono tutti diplomati di una scuola di cinema e quindi abbinano il savoir faire tecnico a quello manageriale.
swissinfo: Quest’anno a Locarno ci sarà la seconda edizione del Cinema svizzero. Quanto è importante una vetrina del genere al Festival del film?
A.M.: La Giornata del Cinema svizzero costituisce di certo un momento di aggregazione interessante nell’ambito del festival di Locarno, ma è chiaro che sarebbe molto più importante organizzare delle giornate simili nell’ambito dei festival più importanti che si tengono all’estero (Cannes, Berlino, Venezia) ma ciò potrà essere possibile solo quando i nostri film torneranno ad essere presi in considerazione per le sezioni principali di queste rassegne.
Ed oggi non è certo il caso, anche perché di regola non sono certo i film popolari che interessano ai grandi festival. D’altra parte questa “Giornata”, così come le discussioni sorte attorno alla formula del Premio del Cinema Svizzero che viene attribuito ogni anno a Soletta, dimostrano come il nuovo capo della Sezione Cinema dell’UFC Nicolas Bideau tenda ad interessarsi anche ad aspetti “mondani” che non sono certo essenziali per il ruolo che occupa.
Staremo a veder se a medio termine queste iniziative avranno degli effetti concreti sulla realtà del cinema svizzero o se si tratterà soltanto di operazioni di marketing politico fine a se stesso.
swissinfo: Che posto occupa attualmente il cinema svizzero nel contesto internazionale?
A.M.: Come detto, per ora un posto veramente “di nicchia” sia a livello di festival che di mercato. D’altra parte il contesto internazionale è mutato notevolmente rispetto agli anni 60 o 70 e quantitativamente le cifre della produzione sono letteralmente esplose mentre il numero di spettatori nelle sale è in costante diminuzione, soprattutto a causa di altre forme di fruizione (dvd, internet).
È quindi sempre più difficile farsi notare, anche se non bisogna certo disperare e si deve continuare a lavorare con serietà: chi avrebbe scommesso, ad esempio, su una Palma d’oro rumena all’ultimo Festival di Cannes?
Intervista swissinfo, Françoise Gehring, Lugano
2 i film svizzeri proiettati sulla Piazza Grande
1 film svizzero nel concorso internazionale, del regista ticinese Fulvio Bernasconi
18 i film nella sezione Pardi di domani – Concorso svizzero
2 i lavori svizzeri all’interno della retrospettiva “Ritorno a Locarno”
10 film, tra cui 5 lungometraggi, nella sezione “Appellations suisse”.
Il Festival del film di Locarno e l’Ufficio federale della cultura hanno presentato martedì 7 agosto la seconda edizione della Giornata del Cinema Svizzero organizzata da SWISS FILMS.
Numerosi gli appuntamenti: proiezioni cinematografiche sulla Piazza Grande e in diverse Sezioni del Festival; presentazione del DVD «Il cinema svizzero di domani, volume 2»; manifestazioni tematiche a cui partecipano attrici/attori, artiste/artisti d’animazione e storiche/storici del cinema.
Durante la giornata è stato pure presentato il libro “Histoire du Cinéma Suisse 1966-2000”, presentazione alla quale ha poi fatto seguito una tavola rotonda con Alain Tanner, Fredi M. Murer, Andrea Staka, Nicolas Bideau, Francine Brucher e gli autori Hervé Dumont e Maria Tortajada.
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