Prospettive svizzere in 10 lingue

Il colpo di grazia per swissinfo

Armin Walpen (a sinistra) e Jean-Bernard Münch hanno presentato martedì la nuova strategia della SSR swissinfo.ch

Il 22 marzo 2005 la direzione generale della SSR ha annunciato la soppressione di swissinfo nella sua forma attuale. Da 70 a 80 collaboratori saranno licenziati.

L’ex Radio svizzera internazionale sarà ridotta a un servizio internet in inglese. Il ridimensionamento sarà terminato entro fine 2006.

Soppressione di 70-80 posti di lavoro, riduzione dell’informazione destinata agli svizzeri dell’estero alla sola lingua inglese e soppressione delle redazioni estere (portoghese, spagnolo, cinese, arabo e giapponese). Le tre lingue nazionali saranno invece dissociate e ripartite nelle unità aziendali regionali.

Sono questi i punti principali del piano di ridimensionamento della filiale informativa online swissinfo, presentato martedì dal presidente del consiglio di amministrazione Jean-Bernard Münch e dal direttore generale Armin Walpen della SRG SSR idée suisse (Società Svizzera di Radiotelevisione).

La riforma concernerà anche il Teletext (Swiss TXT), per il quale si prevede una regionalizzazione dei servizi, vale a dire un trasferimento negli studi televisivi di Ginevra, Zurigo e Lugano.

Alle persone che saranno toccate dal massiccio smantellamento verranno proposti degli impieghi all’interno del gruppo e dei piani sociali vantaggiosi. Queste almeno, le promesse della SSR.

Niente più contributi federali

Le misure prese dovrebbero permettere di risparmiare 16 milioni di franchi ogni anno.

La decisione era stata presa lunedì pomeriggio dal consiglio di amministrazione della SSR, per reagire di fronte alla soppressione dei contributi (15 milioni) che la Confederazione destinava a swissinfo.

L’unica speranza per ribaltare la situazione risiede ora nelle autorità di sorveglianza della Confederazione – il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni e l’Ufficio federale delle comunicazioni – che devono ancora avallare la nuova strategia.

Se così sarà, si sancirà la fine della «Voce svizzera dell’estero», dopo 70 anni di attività.

Sindacati in collera

Il Sindacato svizzero dei mass media (SSM) si è subito mobilitato, definendo «scandalosa» sia la rinuncia ai finanziamenti da parte della Confederazione, sia il piano di ridimensionamento di swissinfo.

Il valore della «Voce svizzera dell’estero» – indica il comunicato del SSM – è riconosciuto dal mondo politico e dalla SSR, ma nessuno è disposto a sostenere finanziariamente questo servizio pubblico.

Critiche sono giunte anche da Impressum, l’associazione dei giornalisti svizzeri, la quale giudica «brutali, inutili e premature» le riforme iniziate dalla SSR.

Il sindacato Comedia chiede invece al Consiglio federale di riflettere sulla portata di queste misure – che rischiano di avere «pesanti conseguenze» – e lo invita a rispettare le sue responsabilità.

Svizzeri dell’estero indignati

In un comunicato diffuso lunedì, l’Organizzazione degli Svizzeri dell’estero (OSE) si è detta «indignata» per le misure di ristrutturazione e i licenziamenti a swissinfo.

L’OSE si rivolge ai politici affinché facciano «tutto il necessario per evitare lo smantellamento e garantire a swissinfo il rispetto del suo mandato verso l’estero, che è parte integrante del mandato di servizio pubblico della SSR».

«Sarebbe inaccettabile chiudere bruscamente questo servizio prima ancora che sia entrata in vigore la nuova legge sulla radiotelevisione, che conferma il mandato di servizio pubblico della SSR e in particolare il mandato di informazione per l’estero», ha sottolineato il presidente dell’OSE Georg Stucky.

swissinfo

25 posti di lavoro erano stati soppressi a swissinfo nel 2004.
da 70 a 80 collaboratori, su un totale di 120, perderanno il loro impiego entro il 2006.
L’attuale piattaforma di 9 redazioni lascerà il posto a una redazione anglofona di 7 persone.
3 giornalisti si occuperanno invece dell’informazione nelle lingue nazionali.

Nel 2004, la Confederazione ha sovvenzionato swissinfo con circa 15 milioni di franchi, mentre per il 2005 il contributo è stato ridotto a 5 milioni.

Dal 2006 in poi, non verserà più alcun contributo, in conseguenza delle misure di risanamento delle casse federali.

L’anno scorso, la diminuzione della sovvenzione ha portato alla soppressione di numerosi posti di lavoro.

Il nuovo piano di ridimensionamento di swissinfo, che permetterebbe di risparmiare 16 milioni, dovrebbe portare a nuovi massicci licenziamenti.

L’anno scorso, la SSR ha realizzato uno dei migliori risultati in materia di entrate pubblicitarie e il capitale proprio dell’impresa supera i 500 milioni di franchi.

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