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Il Lavaux si candida al patrimonio Unesco

Il Lavaux spera che i suoi vigneti ed il suo litorale si guadagneranno la protezione Unesco. swiss-image

Mercoledì, la regione vinicola vodese del Lavaux, sul lago Lemano, inoltra la sua candidatura per figurare nel patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco.

Allo stesso tempo, il governo ha richiesto di estendere di 284 km2 il sito protetto della Jungfrau-Aletsch-Bietschorn, inserito nel patrimonio Unesco nel 2001.

Mercoledì, il direttore dell’Ufficio federale della cultura, Jean-Frédéric Jauslin, e i rappresentanti delle organizzazioni locali che hanno sostenuto la candidatura del Lavaux, consegnano la propria candidatura presso il quartier generale dell’Unesco a Parigi.

La decisione dell’agenzia culturale delle Nazioni Unite non è attesa prima dell’estate 2007. I promotori si dicono comunque piuttosto fiduciosi.

“Il progetto è solido e ben costruito, ma non possiamo fare speculazioni sulla decisione che sarà presa dal comitato responsabile. Il Lavaux è tuttavia un sito davvero speciale”, dice a swissinfo Oliver Martin, portavoce dell’Ufficio federale della cultura.

La pittoresca regione, situata tra Losanna e Vevey (canton Vaud) punta sui propri vigneti, sulla sua posizione in riva al lago Lemano e sul panorama alpino per raggiungere gli altri sei siti svizzeri già inseriti nel patrimonio mondiale.

Tra di loro figurano ad esempio la città vecchia di Berna (ammessa nel 1983), il convento di San Gallo (1983) ed i castelli di Bellinzona (2000).

Squadra d’ispezione

La candidatura sarà inizialmente controllata dagli ufficiali dell’Unesco. In estate è quindi prevista la visita della regione da parte degli esperti del Consiglio internazionale per i monumenti ed i siti.

Il loro rapporto sarà sottoposto al Comitato del patrimonio mondiale, composto da rappresentanti di 21 paesi.

“Siamo ottimisti”, aveva sottolineato la scorsa settimana Philippe Biéler, membro del comitato promotore. “Ma l’esame del dossier da parte dell’Unesco non sarà una formalità. Dobbiamo riuscire a provare che il Lavaux offre delle caratteristiche uniche”.

Tra gli elementi che potrebbero ridurre le possibilità della regione, l’alto numero di siti europei che già figurano nella lista del patrimonio mondiale. Uno squilibrio che l’Unesco gradirebbe correggere.

Oliver Martin ritiene tuttavia che il dossier sia stato accuratamente preparato per soddisfare i nuovi requisiti dell’agenzia ONU.

“Abbiamo cercato di rispettarli, ad esempio scegliendo un paesaggio culturale e non un singolo monumento, come una cattedrale. Sarebbe stato molto più difficile”, rileva.

“I paesaggi culturali sono una categoria sotto-rappresentata. Il punto forte del Lavaux è che si trova sotto pressione da parte dei costruttori ed è dunque molto importante preservarlo”.

Piani di sviluppo

L’Ufficio federale della cultura dice che l’eventuale inserimento del Lavaux nel patrimonio mondiale non modificherebbe i piani regolatori della zona.

La regione è già protetta dalle legislazioni a livello locale, cantonale e federale. In novembre, i cittadini del canton Vaud si erano addirittura espressi a favore di una norma costituzionale in sua protezione.

L’ecologista e attivista Franz Weber ha detto a swissinfo che il sigillo dell’Unesco significherebbe un altro importante passo per assicurare il futuro della regione.

30 anni fa Weber aveva lanciato una campagna per proteggere il Lavaux che era culminata con l’avallo popolare tramite una votazione nel 1977.

“A livello mondiale, non era mai accaduto prima che la gente riuscisse a mettere sotto protezione un paesaggio”, sottolinea.

“Tutti i partiti erano contrari, così come il governo. Ma la popolazione era con me. E vincemmo”.

swissinfo, Adam Beaumont e agenzie
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

Sono 6 i siti svizzeri che fanno parte del patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.
Si tratta del centro storico della città di Berna, del convento di San Gallo, del monastero benedettino di Müstair, dei castelli di Bellinzona, della regione del ghiacciaio dell’Aletsch e del Monte San Giorgio.

Il Lavaux è uno dei cinque candidati scelti dal governo nello scorso dicembre per una ricognizione da parte dell’Unesco.

Gli altri quattro sono: le linee ferroviarie dell’Albula e del Bernina nel canton Grigioni, le città orologiere di La Chaux-de-Fonds e di Le Locle, le costruzioni dell’architetto svizzero Le Corbusier ed i siti preistorici abitati da popolazioni lacustri.

L’Ufficio federale della cultura prevede di inoltrare la candidatura di Albula e Bernina l’anno prossimo e quella riguardante La Chaux-de-Fonds e Le Locle nel 2008.

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