Il no ai tagli di swissinfo dalla Gran Bretagna
Gli espatriati svizzeri in Gran Bretagna hanno adottato una risoluzione contro i piani di smantellamento di swissinfo auspicati dalla SSR.
Durante l’annuale congresso della sezione elvetica nel Regno Unito, i delegati hanno definito «inaccettabile» la drastica riduzione del servizio offerto dalla piattaforma di informazione online.
Nel mese di marzo, la direzione della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) aveva annunciato di voler procedere ad una sostanziale riduzione di swissinfo, sopprimendo otto delle nove redazioni e cancellando di fatto un’ottantina di impieghi.
Secondo i piani, le redazioni in lingua spagnola, portoghese, araba, cinese e giapponese saranno definitivamente chiuse, quella inglese ridotta del 50% mentre le tre lingue nazionali vedrebbero la loro offerta ridotta a un solo giornalista per redazione.
La SSR giustifica la sua strategia invocando la soppressione del finanziamento dell’ex Radio svizzera internazionale da parte della Confederazione.
Grande rammarico
Una risoluzione contro i piani di smantellamento della SSR è stata accettata sabato dagli oltre 50 membri della sezione britannica dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (Ose), riuniti nella cittadina di Broadstairs per l’annuale congresso.
Giuseppe Broggini, membro del Consiglio degli Svizzeri dell’estero, ha affermato di voler sottomettere la risoluzione – sottoscritta a nome dei 26’000 espatriati elvetici nel Regno Unito – alle autorità federali a Berna.
«La nostra organizzazione è molto rammaricata per i piani presentati dalla SSR», ha indicato Broggini.
Mantenere swissinfo nella forma attuale
In particolare, la risoluzione annunciata in presenza dell’ambasciatore elvetico a Londra Alexis Lautenberg, chiede alla SSR di considerare swissinfo «un’unità indipendente».
«swissinfo deve mantenere la sua sede a Berna, con l’attuale contingente. Si tratta della fonte di informazione e della voce degli svizzeri che risiedono all’estero e in quanto tale fornisce un servizio pubblico chiaramente definito nel mandato della SSR», si legge nel testo della risoluzione.
Il futuro di swissinfo è al momento nelle mani dei parlamentari, che si esprimeranno in autunno nell’ambito della nuova Legge sulla radiotelevisione.
Convincere i deputati
Intervenendo di fronte ai delegati, l’ambasciatore della Quinta Svizzera al Dipartimento degli affari esteri Peter Sutter ha dichiarato di essere impegnato, assieme all’Ose, in un’azione di lobbying in parlamento.
«Vogliamo discutere con i deputati per far capire loro che sarebbe un vero peccato se la SSR dovesse smantellare swissinfo», ha detto Sutter.
Quella di sabato è soltanto l’ultima di una serie di risoluzioni adottate dalle comunità elvetiche residenti all’estero.
Gli espatriati in Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Germania e in Olanda hanno infatti già espresso il loro sostegno a swissinfo.
swissinfo, Ramsey Zarifeh, Broadstairs
(traduzione: Luigi Jorio)
swissinfo impiega attualmente circa 120 persone.
I piani di ristrutturazione previsti dalla SSR prevedono la soppressione di un’ottantina di impieghi.
Al momento però, questi piani sono stati congelati in attesa della decisione da parte del ministro delle comunicazioni Moritz Leuenberger e dei parlamentari, i quali dibatteranno della nuova Legge sulla radiotelevisione.
swissinfo è stato creato nel 1999.
Il portale d’informazione online succede alla Radio svizzera internazionale, che ha cessato le sue emissioni nel 2004.
La sua sede è a Berna.
L’informazione è disponibile in 9 lingue: italiano, tedesco, francese, inglese, spagnolo, portoghese, cinese, arabo e giapponese.
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