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Il paradiso sotterraneo della biblioteca nazionale

La biblioteca nazionale apre le porte dei suoi sotterranei al pubblico: un labirinto di scaffali lungo 140 km che custodisce oltre 5 milioni di opere, un vero e proprio scrigno della memoria svizzera.

Una luce fioca, un odore difficile da identificare (un misto di carta, pelle o colla), e un silenzio pieno di parole riportano i visitatori dei magazzini della biblioteca nazionale indietro nel tempo o per meglio dire li lasciano sospesi nel tempo.

L’edificio che la ospita risale agli anni Trenta ed è uno dei rari esempi in Svizzera di architettura modernista. Dall’esterno potrebbe sembrare uno stabile qualunque, ma come nel gioco delle matrioske, al suo interno si cela un mondo sotterraneo fatto di labirinti di scaffali ricoperti di libri, quotidiani, manifesti, edizioni artistiche che raccontano le storie e le esperienze della Svizzera e dei suoi abitanti.

Custode del patrimonio librario collettivo, la Biblioteca nazionale ha per mandato di conservare e mettere a disposizione dei più curiosi tutte le pubblicazioni della Svizzera e sulla Svizzera. «Ogni anno la collezione si arricchisce di circa 70’000 nuovi documenti, che richiedono spazi adeguati e una manutenzione meticolosa», spiega la direttrice Marie-Christine Doffey.

Per far fronte a questa sfida, negli anni Novanta è stato varato un piano di ristrutturazione e ampliamento dello stabile, che ha portato tra l’altro alla costruzione dei due magazzini sotterranei, alla creazione dell’Archivio svizzero di letteratura e del Centro Dürrenmatt di Neuchâtel.

Dalla carta al digitale …

La biblioteca nazionale non poteva neppure sottrarsi ai cambiamenti imposti da internet al mondo dell’editoria. Nel 2001 ha così inaugurato l’archivio digitale e-Helvetica che permette non solo di catalogare le opere pubblicate online, ma anche di digitalizzare delle pubblicazioni su carta, come i giornali o i volumi non più sottoposti alle norme sui diritti di autore. La Svizzera collabora inoltre al progetto di una Biblioteca digitale europea, che fornisce un unico portale d’accesso alle diverse collezioni.

Nell’era del digitale è d’altronde lecito chiedersi che senso abbia investire ancora nella conservazione fisica dei documenti. Per Marie-Christine Doffey non ci sono dubbi: «La stampa è più viva che mai in Svizzera. Ogni anno vengono pubblicate fino a 11’000 opere ed è dunque fondamentale preservare questo patrimonio storico e culturale». Senza contare tutto il fascino legato al libro in quanto oggetto, al piacere di toccarlo, di sfogliarne le pagine o di sentirne l’odore, che con la digitalizzazione andrebbe automaticamente perduto.

«I sistemi di archiviazione elettronici, ricorda poi Marie-Christine Doffey, non offrono ancora sufficienti garanzie di sicurezza e le continue evoluzioni tecnologie costringono la biblioteca a trasferire regolarmente i documenti numerici da un sistema a un altro. Per la Svizzera, come per altri paesi, non si tratta dunque di una scelta tra materiale e digitale, ma di uno sviluppo parallelo delle diverse tecniche di conservazione».

Come una fortezza

Per custodire in modo ottimale libri, giornali, mappe storiche o spartiti musicali sono necessarie delle condizioni atmosferiche specifiche, ma anche delle tecniche di protezione e restauro che variano a seconda del tipo di documenti e dello stato in cui si trovano. Niente nei magazzini della Biblioteca nazionale è dunque lasciato al caso.

Questo mondo sotterraneo è tenuto sotto stretta sorveglianza da Gabriela Grossenbacher, responsabile del servizio di conservazione, e dai suoi collaboratori. «Una temperatura costante tra i 16 e i 18°C, un tasso di umidità del 35-45% e la scarsità di luce e polvere permettono di assicurare una vita piuttosto lunga a questi volumi, che in alcuni casi può spingersi fino ai 600 anni», spiega l’esperta.

«I documenti vengono inoltre trattati chimicamente in modo da neutralizzare gli acidi contenuti nella carta e arrestare così il processo di degrado», continua Gabriela Grossenbacher. La carta prodotta tra il 1840 e il 1990 circa contiene una colla acida fatta di resina e allume, che provoca la lenta ma inesorabile decomposizione delle sue fibre. L’80% circa dei fondi della Biblioteca nazionale data di questo periodo ed è potenzialmente a rischio.

La disacidificazione risulta tuttavia troppo lunga e costosa per i giornali, che vengono invece riprodotti su microfilm. «Questa tecnica permette di conservare gli scritti per diverse centinaia di anni – dunque molto più a lungo di un moderno Cd-Rom – e allo stato attuale rimane il miglior supporto di stoccaggio», precisa Gabriela Grossenbacher. «Grazie alle moderne tecnologie, il passaggio dal microfilm al digitale – e viceversa – è diventato molto più immediato e viene dunque utilizzato sempre più regolarmente».

Un paradiso incantato


Negli ultimi decenni, la biblioteca nazionale ha cercato di adattarsi al meglio alle esigenze di un pubblico multiculturale assetato di cultura. E lo ha fatto non solo attraverso la digitalizzazione dei documenti, ma anche allestendo delle mostre sulla cultura svizzera o organizzando delle giornate di promozione nelle scuole. Un successo garantito, visto che settimanalmente entrano ed escono dai magazzini tra i 5’000 e 6’000 volumi di ogni genere.

La biblioteca di oggi rappresenta dunque una sfida per il futuro, in equilibrio costante tra la sua missione di chiosco di informazioni e deposito di conoscenze. Da un lato sarà chiamata a trasformarsi in un centro di diffusione virtuale di informazioni disponibili sotto forma elettronica e dall’altro dovrà concentrarsi sulla messa a disposizione di supporti fisici di ogni tipo e trasmettere – ancor più che in passato – quel sapere che non sarà probabilmente mai digitalizzato.

Per molti visitatori, questo stabile della Hallwylstrasse si è così trasformato in un crocevia di storie, in un punto di incontro tra passato e futuro, in quello che ha portato lo scrittore argentino Jorges Luis Borges ad immaginarsi il suo paradiso come una specie di biblioteca …

Stefania Summermatter, swissinfo.ch

Origine: Inaugurata nel 1895 in un appartamento di 4 locali nel centro di Berna, la Biblioteca nazionale svizzera (BN) ha trovato la sua attuale sede alla Hallwylstrasse soltanto nel 1931.

Mandato:: La BN è incaricata di raccogliere tutte le pubblicazioni che hanno un rapporto con la Svizzera. Il deposito delle proprie opere alla biblioteca non è obbligatorio.

Volume: Conserva oggi più di 5 milioni di documenti che mette a disposizione del pubblico interessato.

Collezione: La BN possiededelle collezioni speciali che sono conservate in seno ad istituzioni particolari, come l’Archivio svizzero di letteratura (ASL), il Gabinetto delle stampe e il Centro Dürrenmatt di Neuchâtel.

Le collezioni della BN sono conservate in due magazzini sotterranei, profondi fino a 7 piani per un totale di 58 km lineari di scaffalature.

I magazzini sono interamente climatizzati ed alimentati con aria filtrata.

La temperatura è di 18°C e l’umidità dell’aria è del 45%.
Entrano ed escono settimanalmente nei e dai magazzini tra i 5’000 ed i 6’000 media d’ogni genere.

Ogni anno, le pubblicazioni conservate crescono di 70’000 unità.

La BN organizza il 29 e 30 agosto due giornate di porte aperte, dalle 11 alle 18.

Per questa occasione, al pubblico sarà permesso curiosare tra i magazzini sotterranei dove sono custoditi tutti i volumi della biblioteca.

Oltre a guardarsi intorno, i visitatori potranno fare ricerche, catalogare, riparare libri, farsi ritrarre ma anche ristorarsi con cibi e bevande sotto il tendone.

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