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Il Pardo 2010 si fa giovane

Official Poster Festival del Film Locarno

Diciotto film, tra cui due svizzeri, si contenderanno il Pardo d'oro al Festival di Locarno in programma dal 4 al 14 agosto. L'edizione 2010, presentata a Berna dal neodirettore artistico Olivier Père, vuole essere un omaggio alla sperimentazione, alla scoperta e all'originalità.

È un pardo agile e scattante quello che fa da padrino alla 64esima edizione del Festival di Locarno. Un pardo in volo, testimone dei cambiamenti che l’arrivo del nuovo direttore artistico Olivier Père ha portato con sé: meno film, maggiore attenzione ai registi emergenti e forse un pizzico di internazionalità in più.

«Dopo il principe Marco Müller, il vulcano Irene Bignardi e la forza tranquilla di Frédéric Maire, quest’anno il festival di Locarno può contare sulla personalità silenziosa e forse anche un po’ misteriosa di Olivier Père», ha detto sorridendo il presidente del Festival Marco Solari.

Per il suo primo cartellone, il cineasta e giornalista francese ha scelto di dare ampio spazio ai giovani, forse anche in virtù dei suoi 38 anni. «Il Festival di Locarno è un festival della scoperta, un laboratorio di sperimentazione per tutti i generi e le forme di produzione indipendenti», ha spiegato Père a swissinfo.ch.

Un’operazione forse un po’ rischiosa? Père appare rassicurante. «Non è perché un film o un regista siano alle prime armi, o poco conosciuti al pubblico, che non bisogna sostenerli. In fondo non si tratta di un rischio, ma di una scelta».

La missione del nuovo direttore artistico è dunque chiara: «Il Festival di Locarno deve saper sorprendere il pubblico, proporre qualcosa di nuovo, inatteso, altrimenti rischia di trasformarsi in un appuntamento noioso, conformista, con pellicole fin troppo prevedibili».

Preoccupazioni finanziarie

Prevedibile, ma necessario, è stato invece il discorso di Marco Solari, che da ormai un decennio presiede il Festival. «Negli ultimi anni le rassegne cinematografiche hanno acquisito un ruolo sempre più importante in Svizzera, ma il sostegno da parte della Confederazione langue».

La rassegna locarnese, ha ricordato Solari, è finanziata per l’80% da sponsor privati, ma ha bisogno ancora di diverse centinaia di migliaia di franchi per poter restare a livelli internazionali. «Senza film non c’è memoria e senza memoria non c’è identità», ha concluso Solari lanciando un appello alle autorità federali affinché cambino la loro politica di finanziamento al cinema.

I crucci finanziari non hanno però nulla a che vedere con la scelta artistica di Olivier Père di snellire in modo considerevole il cartellone 2010. Dal 4 al 14 agosto, il pubblico potrà assistere alla proiezione di 290 pellicole, ovvero un centinaio in meno rispetto all’edizione passata. Una cinquantina di film saranno presentati in prima mondiale.

Tanta svizzera in cartellone

Aprire le danze in Piazza Grande spetterà al film “Au fond des bois” del regista francese Benoît Jacquot, mentre nell’ambito della retrospettiva dedicata al regista Ernst Lubitsch, sarà proiettata la storica pellicola “To bee or not to bee” (“Vogliamo vivere!”).

Il cinema elvetico sarà rappresentato in Piazza Grande dal grigionese Daniel Von Aarburg con “Hugo Koblet – pédaleur de charme” – un film sulle imprese del famoso ciclista elvetico – e dall’argoviese Paul Riniker con “Sommervögel (Little Paradise)”, che racconta la storia d’amore tra una giovane mentalmente handicappata e un vecchio rocker.

Anche il concorso internazionale accoglierà due pellicole svizzere: “Le petite chambre” di Stéphanie Chuat – storia di una coppia in crisi – e “Songs of Love and Hate” di Katalin Gödrös, vero e proprio dramma famigliare ambientato ai piedi della Alpi svizzere. Da notare anche la presenza dei canadesi Denis Côté (“Curling”), Bruce LaBruce (“L.A. Zombie”) e dell’ungherese Benedek Fliegauf (“Womb”).

Sarà una sola invece la presenza elvetica al concorso Cineasti del presente, con “Prud’Hommes” della losannese Stéphane Goël.

Omaggio ai padri della “nuovelle vague”

Locarno renderà omaggio quest’anno anche a due dei principali esponenti del cosiddetto “nuovo cinema svizzero”: Alain Tanner e Michel Soutter. Testimone attento del suo tempo, Tanner esordì proprio in Ticino nel lontano 1969 con il lungometraggio “Charles morto ou vif” (Pardo d’oro).

A oltre 40 anni di distanza, il regista ginevrino – considerato un simbolo del cinema indipendente e politicizzato – torna a Locarno per ricevere il Pardo d’onore, assieme al regista cinese JIA Zhang-ke (Leone d’oro a Venezia con “Still Life”). A 81 anni, Alain Tanner è il terzo regista svizzero a ricevere il Pardo d’onore dopo Jean-Luc Godard nel 1995 e Daniel Schmid nel 1999.

Quanto a Michel Soutter, il Festival riproporrà “James ou pas”, la storia tragicomica di un taxista e dell’incontro con due amanti.

Un festival dal gusto italiano

La selezione 2010 offre ampio spazio anche alla produzione italiana: «Un fiore all’occhiello per il Festival, sottolinea Père, anche in virtù dei legami storici e culturali che legano il Ticino alla vicina penisola».

Con il film “Uomini contro”, Piazza Grande offrirà un tributo al regista e sceneggiatore Francesco Rosi, uno dei padri del film-inchiesta. La pellicola – di impronta pacifista e antiautoritaria – mette in luce le follie della prima guerra mondiale attraverso gli occhi dei soldati. Leone D’oro a Venezia nel 1963 con ” Le mani sulla città”, Rosi è ricordato soprattutto per i film-denuncia sul caso Mattei (1971) e sulla figura di Salvatore Lucania, detto “Lucky Luciano” (1973), un boss della criminalità italoamericana a New York.

Il concorso internazionale dà spazio al regista Daniele Galgianone che in prima mondiale presenterà il suo terzo lungometraggio, “Pietro”. Nel 2008, Gaglianone aveva già partecipato al Festival con la proiezione fuori concorso del documentario “Rata Nece Biti” (Non ci sarà la guerra), vincitore nel 2009 del David di Donatello come migliore documentario italiano.

Fuori concorso sarà presentato invece il film del siciliano Franco Maresto, “Io sono Tony Scott. La storia del più grande clarinettista del Jazz”, mentre a margine del Festival sarà reso omaggio all’attore e regista fiorentino Corso Salani, deceduto in giugno. Il pubblico potrà rivedere “Gli occhi stanchi” (1995) e due episodi inediti de “I casi della vita”, il documentario-fiction al quale stava lavorando.

Stefania Summermatter, swissinfo.ch

La 63esima edizione del Festival di Locarno si terrà dal 4 al 14 agosto, sotto la guida di un nuovo direttore artistico, Olivier Père.

Nato a Marsiglia nel 1972, ha studiato lettere alla Sorbona di Parigi.

Prima di approdare a Locarno, ha diretto la ” Quinzaine des réalisateurs”, prestigiosa sezione indipendente del Festival di Cannes.

Dal 1995 è programmatore alla cineteca francese e lavora per il Festival di Belfort.

Locarno dedica quest’anno un’ampia retrospettiva al regista americano di origine tedesca Ernst Lubitsch.

Nato a Berlino nel 1892 ed emigrato negli Stati Uniti nel 1922, Lubitsch è considerato un maestro indiscusso della commedia.

Fra le opere più note figurano Mancia competente (1932), Ninotchka (1939) e Vogliamo vivere (1942).

Attore e sceneggiatore, ha lavorato a fianco delle grandi star di Hollywood, da Gary Cooper, a Marlene Dietrich e Greta Garbo.

Nel 1947 riceve l’Oscar alla carriera e poco dopo muore in seguito a un infarto durante le riprese del suo ultimo film, That lady in Ermine (La signora in ermellino).

La Locarno Summer Academy è un progetto pilota che mira a valorizzare ulteriormente il Festival quale luogo di scambio e di trasmissione del sapere tra generazioni, e sostenere così la crescita delle nuove leve del cinema in Svizzera e all’estero.

Le diverse attività didattiche esistenti nell’ambito della manifestazione verranno progressivamente raggruppate e integrate con nuove proposte formative che prevedono la partecipazione di registi affermati e rappresentanti dell’industria cinematografica.

In programma dal 5 all’11 agosto, si rivolge ai giovani professionisti che stanno muovendo i primi passi nel mondo del cinema e a studenti di cinema.

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