Il rapper Stress domina gli Swiss Music Awards
Per la prima volta nella storia, mercoledì sera a Zurigo sono stati consegnati gli Swiss Music Awards. Tre premi sono andati al rapper romando Stress. Miglior album pop-rock è «Domino Effect» dei Gotthard.
La manifestazione è una vetrina per i numerosi talenti che animano la scena musicale svizzera. Il settore necessita però di una maggiore professionalizzazione, rileva il direttore dell’ente promozionale Swiss Music Export, Marc Ridet.
La cerimonia di consegna dei premi ha avuto luogo nel Kaufleuten, uno dei club musicali più noti del paese. I vincitori dei dieci premi sono stati designati sulla base delle vendite, dei voti di una giuria – composta da nove giornalisti musicali di tutta la Svizzera – e del pubblico.
Grande dominatore della serata è stato il rapper Stress, che ha vinto le tre categorie per cui era nominato: Best Song National per «On n’a qu’une terre», Best Album Urban National per «Renaissance» e Best Video National per «Mais où».
Il premio per il miglior album di pop-rock è andato a «Domino Effect» del gruppo di hard rock melodico Gotthard, che hanno così battuto «Eldorado» di Stefan Eicher.
Artisti internazionali
Oltre agli artisti nazionali, in lizza c’erano anche star della musica internazionale. Alicia Keys ha ottenuto il primo premio nella categoria Best Album Urban International per «As I am». «Loose» di Nelly Furtado ha ricevuto il premio di Best Album Pop/Rock International.
Il successo dell’estate 2007 «Umbrella» di Rihanna feat. Jay-Z ha vinto nella categoria Best Song International, mentre Amy Winehouse è stata eletta Best Newcomer International.
Oltre ai presentatori televisivi Jubaira Bachmann e Marco Fritsche, la serata è stata animata dalla presenza delle ex Miss Svizzera Melanie Winiger e Mahara McKay. I vincitori hanno ricevuto una statuetta di cemento.
L’organizzatrice degli Swiss Music Awards è l’IFPI svizzera, sezione della Federazione internazionale dell’industria fonografica. La società Media Control ha elaborato il regolamento in collaborazione con l’IFPI. Media Control stabilisce la hitparade ufficiale dal 1984.
La manifestazione prova la vitalità della scena musicale elvetica. Per Marc Ridet, direttore di Swiss Music Export, un’organizzazione che dal 2002 è attiva nella promozione dell’industria pop-rock contemporanea, sono però necessari maggiori sforzi per professionalizzare il settore. Intervista
swissinfo: Come molti paesi europei, anche la Svizzera dedica ormai una serata agli oscar della musica. Un appuntamento di solo glamour oppure un evento necessario?
Marc Ridet: Trovo di grande interesse organizzare un avvenimento che ogni anno può radunare gli artisti e i professionisti dell’industria musicale. È però importante che questo appuntamento si concentri non soltanto sulle vendite in Svizzera di artisti stranieri, ma pure sulla produzione locale. Il pubblico deve essere consapevole che anche in Svizzera ci sono buoni musicisti.
Lo Swiss Music Awards dovrebbe inoltre essere l’occasione per mettere in evidenza il nostro multilinguismo. La premiazione dei Grammy negli Stati Uniti prevede ad esempio una categoria destinata alla canzone ispanica: anche in Svizzera bisognerebbe premiare separatamente il miglior album della regione germanofona, della Romandia e della Svizzera italiana.
swissinfo: Come valuta lo stato attuale dell’industria musicale elvetica?
M. R.: In generale c’è stato un netto calo delle vendite. Un andamento che rispecchia la tendenza mondiale. Paradossalmente, in Svizzera c’è però un numero considerevole di nuovi artisti – Sophie Hunger o Heidi Happy per citarne alcuni – che si sta facendo un nome, anche all’estero.
Per ciò che concerne la promozione della musica siamo al contrario ancora lacunosi. Credo che il problema si situi a livello politico: ogni cantone applica la sua politica, quando invece si dovrebbe seguire un unico programma federale. Il risultato è che non siamo coscienti dell’importanza che racchiude l’industria musicale, sia culturalmente, sia a livello di creazione di impieghi.
Un altro aspetto da migliorare è poi il modo di lavorare: ci vuole una maggiore professionalizzazione dei mestieri legati alla musica. In Svizzera non ci sono produttori professionisti e la maggior parte degli artisti è costretta ad auto finanziarsi. Sarebbe quindi opportuno aiutare i produttori, onde evitare che musicisti ambiziosi siano costretti ad andare in Germania o in Francia alla ricerca di un contratto.
swissinfo: Come si è evoluta la cultura musicale in Svizzera?
M. R.: I testi delle canzoni sono decisamente meno politicizzati rispetto al passato. Credo si tratti di un fenomeno di società diffuso un po’ ovunque in Europa. Forse con l’eccezione del rapper romando Stress, che in una canzone se l’è presa con l’ex ministro di giustizia Blocher, oggi si parla soprattutto di fatti personali o quotidiani.
Mentre il genere musicale evolve, diversi musicisti svizzeri tedeschi – e penso ad esempio a Polo Hofer o Züri West – continuano a cantare in dialetto. Altri hanno invece abbandonato questa “identità elvetica” in favore di testi in inglese.
Mi sorprende il fatto che la folta presenza straniera non si sia riflettuta nella musica. A differenza della musica reggae in Inghilterra o di quella nordafricana in Francia, in Svizzera c’è stata poca influenza dei ritmi “esotici” degli immigrati. Gli artisti più noti sono d’altronde spesso cittadini elvetici di lunga data.
swissinfo: Le ultime partecipazioni della Svizzera al concorso internazionale Eurosong sono state un fiasco. La musica elvetica piace soltanto… agli svizzeri?
M. R.: Non credo, anzi: il potenziale di esportazione della musica elvetica è decisamente alto. Lo dimostrano i successi ottenuti dai Gotthard o da DJ Bobo. Ci sono poi gruppi come gli Young Gods o i Celtic Frost, i quali sono delle referenze internazionali nel loro ambito musicale specifico.
Prima di avere successo all’estero è però essenziale farsi un nome in patria. Una visibilità alla quale devono contribuire anche i grandi avvenimenti musicali, di cui la Svizzera è ricca. Ben vengano quindi i festival come il Gurten di Berna o il Paléo di Nyon, che concedono uno spazio anche agli artisti di casa nostra. Questo è il modo migliore per crescere musicalmente e presentarsi a produttori e case discografiche.
swissinfo, Luigi Jorio
Miglior canzone svizzera: Stress, «On n’a qu’une terre»
Miglior canzone straniera: Rihanna feat. Jay-Z, «Umbrella»
Miglior album pop-rock svizzero: Gotthard, «Domino Effect»
Miglior album pop-rock straniero: Nelly Furtado, «Loose»
Miglior album «Urban» svizzero: Stress, «Renaissance»
Miglior album «Urban» straniero: Alicia Keys, «As I am»
Nuove proposte svizzere: Redwood
Nuove proposte straniere: Amy Winehouse
Miglior album «Dance» svizzero: DJ Tatana, «Variété – The Show»
Miglior video svizzero: Stress, «Mais où»
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