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Il tesoro venuto dalla Bulgaria

Maschera funeraria d'oro massiccio, V secolo a.C. (Fotografia: N. Genov © Ministero bulgaro della cultura)

All'Antikenmuseum di Basilea si è aperta una straordinaria mostra sull'oro dei Traci, popolo che ha abitato l'Europa sud-orientale prima dell'era cristiana.

I 640 oggetti esposti – tra cui ceramiche, bronzi e monili in argento e oro – testimoniano la ricchezza e la diversità della cultura tracia dal Neolitico fino all’epoca romana.

Quando si pensa a tombe piene di tesori, in genere si pensa all’Egitto. Questa volta, però, ci troviamo in Europa, per la precisione in quella che un tempo veniva chiamata Tracia. Gli oggetti ritrovati nelle camere mortuarie hanno poco o nulla da invidiare ai tesori egizi e come quest’ultimi sono preda ambita dai tombaroli. Sono però ancora sconosciuti al grande pubblico. La mostra allestita dall’Antikenmuseum di Basilea potrebbe contribuire a cambiare le cose.

L’esposizione è stata resa possibile grazie al prestito di 35 musei bulgari. I reperti archeologici presentati, infatti, sono stati ritrovati tutti nel corso di scavi, anche molto recenti, sull’attuale territorio della Bulgaria.

Per molti versi, i Traci – che non conoscevano la scrittura – restano un mistero. «Da un punto di vista archeologico – spiega l’archeologa Ella van der Meijden, curatrice dell’esposizione – li conosciamo soprattutto per le tombe monumentali e molto ricche di suppellettili del primo millennio avanti Cristo». Ma la storia dei Traci, popolo indoeuropeo venuto dalle steppe orientali, è ben più lunga, come testimonia il ritrovamento di oggetti risalenti al sesto millennio avanti Cristo.

I Traci secondo le fonti greche

Degli usi e costumi dei Traci, delle loro divinità e credenze, ce ne hanno parlato soprattutto gli storici greci Erodoto, Tucidide e Senofonte. Ma la Tracia e i suoi abitanti vengono citati a più riprese anche nell’Iliade e nell’Odissea.

Pare inoltre che dai Traci i Greci abbiano preso in prestito alcune figure mitologiche, tra cui quella del dio Dioniso o del cantore Orfeo.

Di certo greca è l’origine della parola “Traci”, la cui etimologia va ricondotta al termine “Trakes” usato dai Greci per definire in maniera generica tutte le tribù che vivevano a nord della penisola balcanica e della costa settentrionale egea fino al Danubio.

I più antichi ori d’Europa

L’esposizione basilese presenta cronologicamente lo sviluppo di questa civiltà e si apre con una sezione dedicata alla preistoria dei Traci, che parte dal neolitico e arriva all’inizio dell’età del ferro.

«In questa sezione – precisa Ella van der Meijden – presentiamo delle bellissime ceramiche del sesto millennio a.C., in parte decorate in policromia, che denotano elementi conosciuti anche da ceramiche contemporanee dell’Anatolia. Poi abbiamo asce, lame in pietra, statuette femminili e, soprattutto, oggetti in oro che sono tra i più antichi trovati in Europa.»

Questi primi ori europei fanno parte di un corredo funerario proveniente dagli scavi della necropoli di Varna, ed attestano la grande abilità dei Traci nella lavorazione dei metalli.

«Si ipotizza che siano stati proprio loro a portare la lavorazione del bronzo nella zona dell’odierna Bulgaria – sottolinea la curatrice. Già molto presto in Bulgaria sono stati sfruttati i giacimenti naturali sia di rame che di oro e argento.»

L’oro come simbolo del potere

La seconda sezione, sicuramente la parte più importante dell’esposizione, è dedicata al periodo d’oro della civiltà tracia e presenta i ritrovamenti fatti nelle tombe dei principi e dei re vissuti tra il quinto e il terzo secolo a.C.

Tra i tesori più famosi c’è quello scoperto nel 1924 vicino al villaggio di Valtchitran nella Bulgaria settentrionale, che comprende 13 recipienti in oro massiccio, veri capolavori dell’oreficeria antica.

La scoperta più recente – del 2004 – è la maschera funeraria di un sovrano tracio risalente alla fine del quinto secolo a.C. Molto diversa da quelle in lamina d’oro sottile di epoca micenea, questa maschera è d’oro massiccio e pesa più di mezzo chilo.

Un ponte tra oriente e occidente

La Tracia che, fin dal settimo millennio a.C., ha funzionato un po’ da ponte tra il vicino oriente, l’Anatolia e l’Europa, ha mantenuto questa funzione anche nel periodo ellenistico e quando, in seguito, è entrata in contatto con l’antica Roma.

Gli oggetti presentati nella terza sezione, permettono di mettere in luce gli scambi tra i Traci e i popoli vicini.

L’esposizione si conclude mostrando gli influssi della cultura romana sull’arte Tracia, quando la Tracia diventa una provincia dell’impero romano. «Poco a poco – conclude Ella van der Meijden – le tracce dei Traci si perdono e la loro lingua sparisce. Il greco comincia a predominare nella parte meridionale e il latino in quella settentrionale.»

swissinfo, Paola Beltrame, Basilea

Resa possibile grazie alla stretta collaborazione con numerosi musei bulgari, l’esposizione «L’oro dei Traci» rimarrà aperta all’Antikenmuseum di Basilea fino al primo luglio 2007.
Si tratta della prima mostra che la Bulgaria allestisce all’estero dopo il suo ingresso nell’Unione Europea.
All’inaugurazione era presente anche il presidente bulgaro Gueorgui Parvanov.

Gli oggetti presentati nell’esposizione sono stati ritrovati tutti nell’attuale territorio bulgaro dove, nel corso degli ultimi anni, è stata ripresa un’attività di scavo molto intensa che ha permesso di effettuare scoperte spettacolari.

Si tratta per la maggior parte di scavi di salvataggio intrapresi perché lo sviluppo edilizio, la costruzione di strade e linee ferroviarie, portano alla luce insediamenti preistorici o di epoche posteriori.

Simili scoperte hanno stimolato anche la cupidigia dei tombaroli – sempre più attivi nel saccheggio e nella distruzione di siti archeologici – e costringono spesso ad un lavoro frenetico per salvare il salvabile. Questo anche perché molte tombe sono ricoperte di terra e i tumuli sono ancora oggi facilmente individuabili nel paesaggio.

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