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Il Ticino apre “Una finestra sul mondo”

Finestra con ombra, Giuseppe Uncini, 1968. finestrasulmondo.ch / Giuseppe Uncini

Uno degli oggetti più affascinanti e significativi della storia dell'arte occidentale, la finestra, è al centro di una mostra tematica apertasi a Lugano. Organizzata in collaborazione con la Fondation de l'Hermitage di Losanna, propone più di 200 opere che spaziano dal Quattrocento alle avanguardie storiche e all'epoca contemporanea.

La mostra “Una finestra sul mondo. Da Dürer a Mondrian e oltre” anticipa la potenzialità del nuovo centro culturale LAC (“Lugano Arte e Cultura”) la cui apertura è prevista per l’autunno 2014 sul sedime dell’ex-albergo di lusso “Palace”, chiuso nel 1969 e rimasto all’abbandono per quasi 40 anni.

Infatti ancora prima di essere un edificio, «LAC è un progetto che crea sinergie tra le strutture culturali della città» come lo ha sottolineato Marco Franciolli, direttore del Museo cantonale d’arte e del Museo d’arte di Lugano. Ed è infatti la prima volta che i due musei uniscono le proprie forze per realizzare una mostra in comune: «è una tappa significativa verso la realizzazione di un museo unico e forte» ha detto Giovanna Masoni-Brenni, capo del dicastero della cultura di Lugano, ricordando che lo scorso 5 settembre il Consiglio municipale ha accettato il progetto di un museo unico.

Il percorso espositivo «con la finestra che fa da “fil rouge” dal 1400 ai giorni nostri», precisa Marco Franciolli, si apre al Museo d’arte, nella splendida cornice di Villa Malpensata sul lungolago, con le opere dei grandi maestri dal Rinascimento sino al 20esimo secolo. Prosegue quindi al Museo cantonale d’arte nel centro-città con gli autori contemporanei, fotografi, scultori, incisori, grafici.

A Villa Malpensata, «per gli artisti del Rinascimento e oltre, la finestra è il punto di partenza per l’organizzazione del paesaggio in base a una precisa prospettiva in grado di misurare lo spazio», indica Franciolli, citando Leon Battista Alberti, Albrecht Dürer, Lorenzo di Credi e Pieter de Hooch.

Così, nell’incisione su rame di Albrecht Dürer (del 1514) prestata dal Politecnico federale di Zurigo, l’imponente finestra vuole essere l’elemento principale dell’opera anche se non riflette nessuna apertura verso l’esterno.

Al contrario, nella Dama dei gelsomini (1485-1490) di Lorenzo di Credi, la finestra pur stando al secondo piano rispetto al modello, si apre su un paesaggio di campagna che riveste un’importanza pari a quella della giovane donna ritrattata.

René Magritte: Lugano-Madrid, andata e ritorno

Per i romantici dell’Ottocento, «la finestra diventa una soglia alla quale si affacciano personaggi che guardano a un mondo esterno di volta in volta agognato o temuto», spiega il direttore dei musei organizzatori. Nell’impressionismo e nel post-impressionismo invece, «la finestra è un soggetto ricorrente» anche se Claude Monet la lascia intravedere a malapena nel suo “angolo d’appartamento” (Un coin d’appartement) dipinto nel 1875 circa.

Poi, nel corso del Novecento, la finestra assume «tanti significati e ruoli quanti sono i mutamenti intervenuti nei linguaggi dell’arte» di quel periodo. Così, nel suo olio su tela del 1912, Pierre Bonnard la spalanca sulla Senna (Fenêtre ouverte sur la Seine à Vernonnet), nel 1914 Piet Mondrian la limita a una composizione prettamente geometrica (Composition No VI), Giorgio di Chirico la situa tra Il poeta e il filosofo (1915) mentre Paul Klee, nel suo acquerello e gouache su carta del 1923, la usa per gettare uno sguardo su un’isola del Mare del Nord (Regard sur une île de la Mer du Nord) e René Magritte le fa prendere La clé des champs nel 1936.

Ricordiamo che, fino all’inizio degli anni Novanta, questo olio su tela prestato dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, era esposto a Villa Favorita di Lugano, un tempo nota pinacoteca e dimora abituale del barone Hans-Heinrich Thyssen-Bornemisza. Deceduto nel 2002, il barone Thyssen – mecenate svizzero di origine germano-olandese e secondo collezionista privato al mondo – cedette la maggior parte della sua prestigiosa raccolta allo stato spagnolo.

Prossima tappa, Losanna

Nel centro-città, la sede del Museo cantonale d’arte accoglie la parte più moderna della mostra. Presenta opere di arte contemporanea come foto, incisioni e sculture. Questa seconda tappa del percorso illustra altresì «il rapporto dinamico dell’artista con la finestra», osserva Giovanni Iovane, professore di storia dell’arte all’Accademia di Brera a Milano nonché uno dei tre curatori della mostra assieme a Marco Franciolli e Sylvie Wurthmann, direttrice della Fondation de l’Hermitage di Losanna.

Presente a Lugano per l’inaugurazione della doppia mostra, Sylvie Wurthmann ha espresso grande soddisfazione per questa «prima e proficua collaborazione» con i musei luganesi e il suo «competentissimo direttore». La mostra approderà sulle alture di Losanna nel gennaio del 2013. «È una nuova sfida per la nostra fondazione, la cui posizione privilegiata ne fa una finestra aperta sulla città, la cattedrale, le Alpi», sottolinea la direttrice.

«A Losanna, la mostra disporrà di uno spazio unico e dovrà forzatamente essere ridimensionata. Così ci limiteremo ad esporre le opere del 19esimo secolo» spiega Sylvie Wurthmann. «Ad ogni modo, il tema è affascinante ed è una meravigliosa opportunità per il nostro museo».

Aperta il 16 settembre 2012 al Museo d’arte e al Museo cantonale d’arte di Lugano, la mostra “Una finestra sul mondo. Da Dürer a Mondrian e oltre” presenta 200 opere di 114 artisti. Spazia dal Rinascimento ai giorni nostri e ha per tema centrale la finestra, uno dei soggetti più ricorrenti della storia dell’arte occidentale nonché simbolo dai tanti significati.

I dipinti, le fotografie, incisioni e sculture varie provengono da musei svizzeri ed internazionali nonché da importanti collezioni private.

Divisa in più sezioni, la mostra comprende due percorsi. Inizia al Museo d’arte di Lugano, nella sede di Villa Malpensata, con opere che vanno dal Rinascimento al 20esimo secolo per proseguire al Museo Cantonale d’arte, nel centro-città, dove sono esposte le opere contemporanee.

Posta sotto l’alto padronato di Alain Berset, ministro della cultura, la mostra rimarrà a Lugano fino al 6 gennaio 2013. Prenderà quindi la strada della Fondation de l’Hermitage di Losanna dove verrà esposta in una veste ridimensionata.

A Lugano, il pubblico potrà ammirare opere di Leon Battista Alberti, Albrecht Dürer, Lorenzo di Credi, Pieter de Hooch, Piet Mondrian, Giorgio de Chirico, Ferdinand Hodler, Claude Monet, Henri Matisse, René Magritte, Pierre Bonnard, Paul Klee, Marcel Duchamp, Giuseppe Uncini, Hiroshi Sugimoto o ancora Jeff Wall.

Oggi posti sotto la direzione comune di Marco Franciolli, il Museo d’arte della città di Lugano e il Museo cantonale d’arte diverranno un museo unico.

Il progetto di fusione è stato accettato il 5 settembre 2012 dall’esecutivo di Lugano. Il museo entrerà a fare parte del nuovo centro culturale di Lugano, LAC, tuttora in costruzione sul sedime dell’ex albergo di lusso Palace.

Inizialmente prevista per la primavera 2013, la sua apertura è slittata all’autunno 2014.

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