Il Ticino arriva prevenuto a Expo02
Ultimo fra i cantoni, il Ticino ha avuto la sua giornata all'esposizione nazionale. Il dissenso del passato si è fatto sentire.
Passaggio all’arteplage di Bienne con le forme del folklore subalpino: dal riso, al risotto, ai lamenti.
È stata baciata dal sole la giornata del Canton Ticino a Expo 02. Piccolo colpo di fortuna per l’organizzazione, intenta nella missione impossibile di fare dimenticare le piccole e grandi frizioni che hanno caratterizzato i rapporti fra l’esposizione nazionale e la Svizzera italofona.
Il tema serpeggia nei vialoni dell’arteplage di Bienne e trova spazio nei discorsi ufficiali: nella cerimonia d’apertura si scusa il presidente del Comitato organizzativo Franz Steinegger, mentre dichiara comprensione per “una giusta reticenza da parte del Ticino” il sindaco di Bienne, Hans Stöckli.
Sgarbi di Expo.02
“Io sono offesa”: è lapidaria Francesca Martini, 25 anni da Lugano. All’Expo non perdona di non aver previsto di stampare il catalogo ufficiale in italiano, anche se è pronta a scherzarci su: “Avranno pensato che tanto i ticinesi parlano tutte le lingue”.
Un signore che viene dalle Valli tende invece a sdrammatizzare: “Non dovevamo prenderla sul personale”, mentre sua figlia con un sorriso allusivo gli fa notare che non ci sono prodotti ticinesi nei punti ristoro.
Nei discorsi di tutti, lo sgarbo non è stato cancellato dall’annuncio tardivo che il catalogo si farà: “Anzi, è stata l’ennesima gaffe”, dichiara impietoso Andrea Moretti. “Il punto è che l’italianità non è stata rappresentata a sufficienza in questa Expo”, sintetizza la signora col rossetto di fuoco, che le arteplage le ha già visitate tutte.
“Oggi finalmente lo è stata, anche grazie alla presenza del nostro Consiglio di Stato”. Decine di parlamentari e funzionari vestiti di scuro e mescolati sorridenti fra i visitatori: pregevole esercizio di democrazia diretta e comunicazione.
La presidente Patrizia Pesenti sorvola sulle polemiche e sceglie di raccontare il tema della giornata: la Piazza “che ci insegna il valore di stare assieme, che ci dice la necessità di aprirsi e confrontarsi, di capirsi ed aiutarsi”.
L’arteplage-piazza
Ticino02, come ammiccano i cartelloni disposti ovunque, diventa cento piazze improvvisate sul lungolago di Bienne: la musica la fa da padrona fra Bandelle, gruppi pop giovanili e l’Orchestra della Svizzera Italiana. Si passeggia schivando la folla e scrutando le lunghissime code fuori dai padiglioni. Si parla italiano ma anche tanto francese e svizzero tedesco.
Gli italofoni li riconosci dall’abito: che non farà il monaco, eppure traccia un Rostigraben senza pari, fra la signora Annemarie da Zurigo vestita di celeste chiaro e la signora Nicoletta da Bellinzona, i monili d’oro e le scarpe col tacco nonostante le chilometriche promenades da superare.
Arriva il risotto
A mezzogiorno la risottata. Ma non tutti riescono a prenderne un piatto, mentre il vino scorre a fiumi e volano via in poco tempo i 140 chili di marroni distribuiti gratis.
Il denaro è il leit-motiv di tanti discorsi: “Mio marito ha avuto gratis i biglietti e ‘a la fin de la fiera’ sono contenta di essere venuta”, racconta una cantante della Corale pro Ticino di Berna, indosso il costume tipico della Verzasca.
“Ma mi indigno quando leggo dei costi spaventosi di questa Expo: un vero lusso… alla faccia delle difficoltà che attraversa la Confederazione”.
E ancora; “Il biglietto di ingresso non è alla portata di tutte le tasche, soprattutto per chi arriva da Cantoni lontani. È un peccato: i giovani non ci vengono, gli anziani che pure vorrebbero non se lo possono permettere”.
Vip con opinioni divergenti
Disgustato è Mario Botta, promotore di un altro progetto di Expo nazionale, scartato in origine: “Queste giornate cantonali sono ridicole. È insensato vedere questi cantoni che si spostano con armi e bagagli, trascinando il loro pubblico al seguito e che tornano a casa dopo aver mangiato le loro specialità e bevuto il loro vino».
D’altro avviso Marco Solari, presidente del Festival del Film di Locarno. La giornata è per lui “dignitosa”. “Il Ticino ha sempre paura di non essere abbastanza moderno, ma mi sembra sia riuscito un ottimo equilibrio. È stata una manifestazione sentita”.
Serena Tinari, Bienne
28 settembre, giornata ticinese all’esposizione nazionale: dal sud delle Alpi sono arrivati in molti, ma con meno slancio rispetto ad altri cantoni.
Il Ticino ha presentato anche elementi conosciuti della sua identità: bandelle, risotto e discorsi hanno fatto da contorno alla giornata speciale.
Il rapporto fra Expo e la Svizzera italiana è stato coperto da ripetute diatribe negli ultimi mesi e anni. Con la giornata c’è stata l’occasione della riconciliazione.
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