“Impariamo a conoscere i poeti, ma non gli architetti”
Durante la Biennale di architettura di Venezia, Pro Helvetia organizza anche quest'anno l'evento collaterale "Salon SuisseCollegamento esterno". Incontro con la curatrice Evelyn Steiner nel suo studio di Zurigo. In "Bodily Encounters" mette in discussione la relazione tra lo spazio costruito e i nostri corpi.
SWI swissinfo.ch: Il salone apre con un anno di ritardo a causa della pandemia. Il titolo “Bodily Enconters” sembra quasi un’esortazione.
Evelyn Stenier: È vero che, con ciò che è successo nel frattempo, si può avere l’impressione che il titolo sia diventato polemico, poiché gli incontri al di fuori delle mura di casa non sono stati possibili durante un certo periodo o erano comunque limitati.
È il momento che questo cambi di nuovo. Uno dei compiti dell’architettura è creare spazi che permettano e stimolino gli incontri, anche durante una crisi sanitaria.
Di che tipo di incontri si occupa il salone?
Riunisce diverse conoscenze e discipline con l’architettura al fine di esplorare le varie relazioni tra lo spazio e il corpo.
All’inaugurazione, il pubblico sperimenterà le proprie esperienze corporee. In una performance, tre sculture in legno dell’artista svizzera Katharina Anna WieserCollegamento esterno, che si muovono come esseri viventi, interagiranno con la gente. Inoltre, un cantante si esibirà con una nuova opera contenente citazioni di teoria e storia dell’architettura.
Evelyn Steiner è architetta, storica e curatrice. Dopo aver terminato gli studi in architettura a Zurigo (ETHZ) e a Buenos Aires, ha lavorato in diversi studi a Roma, Barcellona e Zurigo. Nel 2012 ha ottenuto un master in storia dell’arte all’Università di Berna.
Ha curato diverse esposizioni d’architettura come “Aristide Antonas. Protocols of Athens” (2015), “Constructing Film. Swiss Architecture in the Moving Image” (2016) e l’adattamento svizzero della mostra “Ms. Architect. Over 100 Years of Women in Architecture” (2020).
Citando fonti storiche si mostra che il corpo è sempre stato un tema dell’architettura. Perché discutere nuovamente oggi questo rapporto?
Le scienze umane si sono concentrate intensamente sul corpo umano negli ultimi 50 anni. Questo a causa dei sempre crescenti interventi su di esso, per esempio nella medicina riproduttiva o nell’intreccio del corpo con le tecnologie informatiche nel settore dell’intelligenza artificiale. Gli studi di genere ne discutono in termini di politica identitaria.
Tutti i questi dibattiti sono affrontati solo marginalmente dall’architettura. Affiancare le discipline può creare combinazioni selvagge che offrono sorprese.
Può fare un esempio?
Prendiamo l’architettura e il transumanesimo. Questa scuola di pensiero filosofico si concentra sulla trasformazione fisica e psicologica del corpo umano tramite estensioni tecniche, per esempio con l’impianto di chip.
In che modo le ultime conquiste della medicina e delle neuroscienze potrebbero essere messe a frutto nella percezione e nella pianificazione dell’architettura? Come sono gli spazi urbani e le strutture per gli abitanti “ottimizzati”?
Altri sviluppi
La macchina e la morale
Parla degli esseri umani come fossero cyborg. Ma nelle “Smart Homes”, il cyborg non è già da tempo la casa stessa?
Le “Smart Homes” iperconnesse, conosciute anche come “Conscious Environnement” (“Ambiente consapevole”), entrano in una relazione unica con gli abitanti. Anche senza aggiornamenti digitali, però, gli edifici non sono oggetti statici, ma soggetti che ci parlano e dialogano con noi.
Sono pubblici e privati, formano una mente collettiva e creano le loro biografie, sviluppano personalità. L’architettura è molto presente nelle nostre vite ma, nonostante questo, non rientra nei programmi scolastici. Impariamo a conoscere i poeti, ma non gli architetti.
- Settembre: Salone “Kindred Spirits”
23 – 25 settembre 2021 - Ottobre: Salone “Realities”
21 – 23. ottobre 2021 - Novembre: Salone “Alterations”
18 – 20 novembre 2021
Le norme e gli standard architettonici saranno il tema centrale del salone in novembre. Gli attuali dibattiti sull’identità sociale influenzano il modo in cui si progettano gli edifici?
La Svizzera è in ritardo per quel che riguarda l’adattamento dell’architettura per renderla, ad esempio, più accessibile alle persone con disabilità.
L’architettura progredisce lentamente e non reagisce subito agli eventi sociali come lo fanno altre arti. Le nostre case sono ancora concepite per una famiglia di quattro persone anche se il modo in cui le persone convivono è cambiato.
È ancora il caso? Quest’anno, a Zurigo ha aperto la molto pubblicizzata “ZollhausCollegamento esterno“. La sua architettura lascia che siano gli abitanti a progettare e modificare il luogo in cui vivono grazie a elementi mobili.
La Zollhaus è un’eccezione in Svizzera. È difficile trovare simili spazi abitativi nelle zone rurali.
Gli “spazi fluidi” sono la soluzione? Il termine “fluido” viene in mente anche quando si parla di identità di genere non binarie. Cosa vuol dire in architettura?
Dal mio punto di vista, gli spazi fluidi sono spazi multifunzionali che non hanno uno scopo preciso. Discuteremo di questo con l’architetto di New York Joel Sanders nel padiglione. Saders si è interessato molto presto al dibattito queer e ha scritto numerosi testi sulle identità non binarie e l’architettura. Nel suo ultimo progetto, applica il concetto di fluido allo spazio museale e cerca di pensarlo in modo più inclusivo.
Durante la Biennale, il cui tema è quest’anno “Come vivremo insiemeCollegamento esterno?”, l’architetto e curatore Hashim Sarkis cerca soluzioni per far sì che gli individui possano vivere in grandi comunità e rispondano alle sfide globali. La prima esposizione “Among Diverse Beings” si concentra sul corpo umano. È il primo passo verso una risposta?
Ritengo sia necessario iniziare da noi stessi. Chi sono? Come mi rapporto ai corpi altrui, estranei e magari ammalati? Quando parliamo di architettura inclusiva è importante tenere in considerazione diverse identità e stili di vita così come le possibilità di corpi alterati medicalmente o tecnologicamente migliorati.
I corpi che invecchiano sono un altro tema dell’evento di novembre. In cosa consiste l’architettura anti-invecchiamento?
Il concetto di architettura anti-invecchiamento è un’idea di Madeline Gins e Shusaku Arakawa. Nel 2008, il duo di New York ha progettato la Bioscleave HouseCollegamento esterno, deliberatamente concepita per avere un rapporto difficile con i residenti. L’edificio non ha pareti interne e i pavimenti sono irregolari. Gli abitanti sono costantemente messi alla prova e la cosa, secondo gli architetti, rallenta l’invecchiamento.
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