Oggi è quasi impossibile immaginare la città sulle rive del Lago Lemano senza il suo Jazz Festival, che festeggia quest’anno la cinquantesima edizione. Mezzo secolo di storia sfociato nella creazione di materiale leggendario – immagini, registrazioni e pubblicazioni – e che si può ripercorrere grazie a un nuovo libro.
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In «50 Summers of Music», una sessantina di star raccontano la loro esperienza a Montreux. Il libroCollegamento esterno, scritto dal giornalista musicale Arnaud Robert, è illustrato con 175 fotografi, molte delle quali inedite.
A dare il via a questa magnifica avventura è stato Claude Nobs, cuoco di formazione e all’epoca impiegato presso l’Ufficio del turismo di Montreux. Nell’estate del 1967, Nobs decide di dare corpo al suo amore per il jazz organizzando la prima edizione della manifestazione.
Certo, oggi vi sono molti altri festival che attirano un pubblico più vasto, più giovane e anche più squattrinato. Nessun’altra manifestazione musicale può però vantare una tradizione come quella di Montreux.
Con concerti leggendari come quelli di Prince e della sua band 3rdEyeGirl appena tre anni fa, di David Bowie nel 2002, o in precedenza di Miles Davis, Aretha Franklin, B.B. King, Nina Simone, Herbie Hancock, Keith Jarrett… il Jazz Festival di Montreux è entrato a pieno titolo nella storia della musica.
Anche quest’anno le star non mancano: Van Morrison, Neil Young, Patti Smith, PJ Harvey, ZZ Top o ancora Deep Purple, che nel 1971 a Montreux ebbero l’ispirazione per «Smoke on the Water», guardando bruciare il Casinò mentre Frank Zappa stava suonando.
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