In mostra gli artisti emergenti del Ticino
Alleviare l'isolamento nel quale vivono e lavorano i giovani artisti del Canton Ticino.
È l’obiettivo dell’esposizione in corso al Museo Cantonale d’Arte di Lugano, che apre uno squarcio sulla scena artistica emergente nella Svizzera Italiana.
Fotografie e installazioni, arte sperimentale e di ricerca. La mostra “Che c’è di nuovo? La scena artistica emergente in Ticino”, infonde un ragionevole ottimismo: i talenti italofoni hanno qualcosa da raccontare.
33 artisti molto diversi fra loro per generazione, stile e tecnica sono esposti a Lugano per tutta l’estate nelle sale fresche del Museo Cantonale d’Arte, in pieno centro storico cittadino.
La selezione dei nomi in mostra è stata fatta da una commissione di dodici fra critici e storici dell’arte che operano nel cantone.
L’obiettivo della mostra, un progetto che si ripeterà ogni tre anni, è di tentare di alleviare l’isolamento nel quale crescono i talenti della Svizzera italiana, poco sostenuti, a differenza dei loro colleghi della Svizzera interna e francese, da premi e borse di studio a loro dedicati.
Difficoltà che secondo Marco Franciolli, direttore del museo “hanno fatto sì che la scena artistica locale sia in parte rimasta tagliata fuori da quello che gli osservatori internazionali hanno chiamato ‘swiss wonder’, ovvero il prodigio elvetico di avere una scena culturale attiva sul palcoscenico internazionale”.
Artisti in movimento
Ma a sbirciare fra le biografie degli artisti si scopre che la maggior parte ha comunque studiato, esposto e lavorato nelle capitali dell’arte in Europa e negli Stati Uniti.
Un soffio internazionale che si scorge anche nelle loro opere, molte delle quali si inseriscono a pieno titolo nelle correnti artistiche contemporanee. E a fianco a lavori di tipo tradizionale, come pitture o sculture astratte, trovano spazio opere ironiche e sperimentali.
Come “Bluebetakids” di Gianluca Monnier, dodici giubbotti azzurri con una videocassetta al posto della faccia: una truppa di nani moderna e inquietante, il cui sguardo sembra non lasciarti un attimo.
Tutti i materiali del mondo
Silvano Repetto ha portato “Orchestra”, un’installazione video con tre monitor che riproducono un concerto di musica classica, ma non sono sincronizzati: il risultato è un caos visivo e sonoro straniante, eppure godibile.
Strizzano l’occhio alla body art le composizioni di Giuseppe De Giacomi, sequenze video stampate con il laser su lastre di rame.
Mentre strapazza la materia Laura De Bernardi per mettere insieme “28 pagine”, un progetto che porta avanti da due anni assemblando garza, cera, piume, ramoscelli, fili di ferro.
Ivana Falconi realizza con materiali di riciclo opere buffe, di gusto kitsch: i contenitori di plastica del detersivo, incastonati di pietre preziose, diventano la serie “Top Model”, mentre in “20 marzo 2003”, il giorno dello scoppio della guerra in Irak, 100 bamboline disposte in cerchio imbracciano il mitra e minacciano il visitatore, invitato a sedere proprio al centro della composizione.
Ricerca fotografica
Quattro i lavori fotografici in mostra, tutti interessanti: “Transizioni” di Stefano Spinelli, che usa solo macchine panoramiche usa e getta; “Milano-Atene” di Andrea Crociani, che ha seguito un camionista nella rotta che compie ogni settimana; le immagini graffianti di Gian Paolo Minelli, scatti realizzati al Caseros di Buenos Aires, un complesso carcerario in disuso; i ritratti in bianco e nero di Andrea Cometta, fra i quali spicca l’iracheno Tarek Aziz ed un’esilarante immagine della sua guardia del corpo, in posa accanto ad una guardia svizzera della Città del Vaticano.
Oltre gli schemi
Arte impegnata a mettere in discussione identità, come i lavori di Stefania Botti: in “Identikit” e “Beauty Mask”, basta una calza da donna sul volto per stravolgere e ridefinire le sembianze di una persona. In “Senza titolo”, invece, ci sfida a fare una doccia in una vasca foderata di foto con primissimi piani di… rossa carne umana.
Gioca con i segni Fabrizio Giannini e rispolvera la tradizione dei carmi figurati, dove le parole sono disposte a formare un disegno che si ricollega al contenuto.
Nella serie “Global”, sotto accusa ci sono le multinazionali più vendute al mondo: Nike e Pepsi cola, Shell e MacDonald, Nestlè. Protagoniste di un’opera che apparentemente ne rilancia il marchio ma dove il contenuto, a guardare bene, sono documenti che ne denunciano le malefatte nel sud del mondo.
Incoraggiare l’arte
La mostra, che nelle prossime edizioni coinvolgerà anche altri sedi espositive cantonali, è stata anche l’occasione per lanciare il “Premio di incoraggiamento alla creatività artistica”, diecimila franchi messi a disposizione dal Percento culturale Migros Ticino. Nel frattempo, con spirito pratico e nella tradizione nordeuropea, le opere esposte sono in vendita.
swissinfo, Serena Tinari. Lugano
Che c’è di nuovo? La scena artistica emergente in Ticino è fino al 31 agosto 2003 al Museo Cantonale d’Arte di Lugano.
Orari di apertura: martedì 14-17, da mercoledì a domenica 10-17, lunedì
chiuso.
Ingresso gratuito.
33, gli artisti presenti alla mostra del Museo Cantonale d’Arte di Lugano
12, i membri della commissione di selezione
10 mila, i franchi del premio di incoraggiamento
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