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Klee e Picasso, due giganti a confronto

"Omaggio a Picasso", 1914, un'opera di Paul Klee che trae ispirazione dal cubismo di Picasso Zentrum Paul Klee Bern

Due mostri sacri dell'arte moderna s'incontrano al Centro Paul Klee di Berna. Sono diversi per temperamento e stile, ma tra loro – seppur muto – c'è un dialogo. Per la prima volta, una mostra lo studia.

Paul Klee (1879-1940) e Pablo Picasso (1881-1973) sono appartenuti alla stessa generazione e la loro opera ha esercitato un’influenza decisiva sull’arte moderna. Ma il loro linguaggio è stato sempre considerato così diverso e agli antipodi da non lasciar supporre che tra i due artisti esistessero punti d’incontro, come invece svela la nuova mostra del museo bernese intitolata “Klee incontra Picasso.”

“Le più importanti esposizioni degli anni 20, 30 e 40 spesso hanno presentato insieme Klee e Picasso, ma ai nostri giorni questo incontro non si fa più: o si propone Picasso o Klee”, ci dice Juri Steiner, direttore del museo bernese. “E noi, in qualità di principale centro mondiale per Klee, abbiamo voluto assumere questo rischio e per una volta esaminare dove si situano i punti d’incontro artistici più interessanti tra Klee e Picasso.”

Una preparazione difficile e delicata durata tre anni e mezzo che ha permesso di mettere insieme un’esposizione definibile, a diritto, tra le più interessanti dell’anno. Perché, pur non riscrivendo la storia dell’arte, porta un’altra luce sulle opere dei due artisti e rivela piacevoli sorprese sia agli ammiratori di Klee che agli amanti di Picasso.

Un nuovo incontro

In vita Klee e Picasso si incontrarono probabilmente solo due volte, la prima nel 1933 nell’atelier parigino di Picasso e la seconda nel 1937 in quello di Klee a Berna. Ma questi incontri non diedero mai seguito a uno scambio tra i due artisti. Klee e Picasso si guardavano e si studiavano, ma da lontano, sfogliando le pubblicazioni o visitando le esposizioni in cui erano presentate le loro opere.

La mostra bernese permette loro un nuovo incontro in cui sono i disegni, i dipinti e le piccole sculture a prendere la parola. E il loro confronto rende per la prima volta esplicito il dialogo muto che Klee ha intessuto nel corso di tutta la vita con l’opera di Picasso.

Una relazione che qui viene suddivisa in 4 fasi. Vi troviamo il confronto con il cubismo in cui Klee, pur elaborando un linguaggio autonomo, accetta la posizione dominante di Picasso; a questo fa seguito negli anni 20 un periodo di indipendenza e deliberata distanza.

Gli anni 30 sono poi marcati da un nuovo entusiasmo per l’opera dell’artista spagnolo che fornisce a Klee input essenziali per lo sviluppo del suo linguaggio. Ma dopo l’incontro del 37, sebbene il dialogo immaginario con Picasso si intensifichi, la relazione acquista un carattere controverso che prende i tratti di una concorrenza latente.

Diversi per temperamento e stile

Nella mostra basta comunque uno sguardo perché balzino agli occhi le differenze. Del resto, in termini di personalità e temperamento sembra non esistano artisti più agli antipodi di loro nell’arte del XX secolo. Introverso, spirituale, riflessivo, riservato, romantico Klee; estroverso, irruento, intriso di materialismo mediterraneo, istintivo, ben ancorato alla realtà Picasso. E queste differenze si traducono naturalmente in modalità creative divergenti.

L’opera di Klee, poetica e incline alla satira e all’ironia, sembra infatti opporsi alla dimensione teatrale impregnata di sensualità e pathos che caratterizza il linguaggio di Picasso. L’attività pedagogica e la riflessione teorica di Klee non trovano eco in Picasso e d’altro canto la partecipazione attiva alla vita artistica del tempo di quest’ultimo è una dimensione assolutamente inesistente in Klee.

Queste discrepanze di personalità e di stile sono introdotte come un flash anche dai due autoritratti che accolgono i visitatori all’entrata della mostra. L’immobilità statuaria del volto di Picasso è carica di forza e rende la sua immagine, tutta proiettata all’esterno, più vicina all’idolo che all’uomo. Il ritratto di Klee sembra invece realizzato di fronte a uno specchio e il gioco dei chiaro-scuri imprime sul volto il tormento e la profondità di un mondo interiore.

Punti d’incontro

È comunque sufficiente lasciarsi alle spalle le sale dove il Picasso bohémien del periodo blu e rosa dialoga con i disegni dai toni ironico-satirici in cui Klee deride la morale borghese per incontrare le prime sorprese.

Sebbene sia soprattutto nei dipinti e negli acquarelli a soggetto paesaggistico che Klee si confronta maggiormente con le strutture del cubismo, anche le statuette in gesso da lui realizzate nel 1919 – le cui forme ricordano tanto il dipinto Donna Seduta (1909) di Picasso – ci rivelano quanto egli sia rimasto colpito dal cubismo.

Ma è la sezione che riunisce le opere surrealiste di Picasso a costituire l’asse centrale della mostra. I visi deformi e i corpi disarticolati che l’artista spagnolo dipinse tra gli anni 20 e 30 – e che Klee ebbe modo di vedere nella grande retrospettiva dedicata a Picasso dal Kunsthaus di Zurigo nel 1932 – impressionarono e ispirarono moltissimo l’artista. Nel quadro Donna Demone (1935) ad esempio, ritroviamo riprese non solo le forme di alcune potenti figure femminili di Picasso ma anche l’uso – insolito per Klee – del grande formato.

Picasso con gli occhi di Klee

L’esposizione abbonda di esempi che svelano l’importanza di questo dialogo interiore con lo “Spagnolo”, come lo chiamava Klee. Ma mostra anche che il suo non è un arrendersi passivo alla sua influenza. Klee guarda a Picasso con estrema attenzione e del cubismo coglie gli spunti nuovi, individuando forme e soggetti che non ripropone in mere imitazioni. Egli interiorizza e rielabora tutto con una riflessione assolutamente personale e autonoma.

In Klee i soggetti e le idee di Picasso si trasformano in composizioni piene di sensibilità e poesia alle quali si aggiunge spesso una distanza critica e ironica che non nega però l’ammirazione nei riguardi del collega. Un’ammirazione documentabile a più riprese ma che trova nell’ovale intitolato Omaggio a Picasso (1914) la sua dichiarazione più esplicita.

“Klee ci parla di arte attraverso l’arte. E in questa mostra possiamo vedere Picasso attraverso gli occhi di Klee, con uno sguardo che in parte spiega e in parte modifica”, conclude Steiner. “Questo genere di studio non si è mai potuto fare perché esistono pochi artisti come Klee capaci di essere così analitici e in grado di sapere esattamente ciò che fanno unendo allo stesso tempo alla serietà un tocco di ironia.”

Paola Beltrame, Berna, swissinfo.ch

L’esposizione allestita per i cinque anni del Centro Paul Klee di Berna, rimarrà aperta fino al 26 settembre 2010.

Presenta circa 180 tra dipinti, disegni e acquarelli provenienti, oltre che dal Centro Paul Klee, da numerosi musei e collezioni private tra cui il Museo di Arte Moderna di New York, il Museo Picasso di Barcellona e il Centro Pompidou di Parigi.

Nasce nel 1879 a Münchenbuchsee, vicino a Berna, in una famiglia di musicisti tedeschi. Riceve una formazione musicale ma manifesta presto talento per il disegno.

A 21 anni si trasferisce a Monaco per studiare all’Accademia delle Belle Arti. Ma dopo due anni fa ritorno a Berna. Più tardi riprende gli studi di pittura da autodidatta e si stabilisce definitivamente a Monaco.

Nel 1912 scopre l’arte di Picasso e ne resta impressionato. Nel 1914, dopo un viaggio in Tunisia, il suo stile diventa più autonomo e la sua arte prende il volo.

Tra il 1921 e il 1931 insegna al Bauhaus a Weimar e Dessau, poi è professore all’Accademia di Düsseldorf. Nel 1933, l’arrivo al potere dei nazisti lo costringe a cercare rifugio a Berna.

Nel 1935 accusa i primi sintomi di sclerodermia e interrompe la produzione artistica, ma nel ’37, apparentemente guarito, si rimette al lavoro con nuovo slancio sia formale che quantitativo. Nello stesso anno Picasso gli rende visita nel suo atelier bernese.

Muore nel 1940.

Nasce a Malaga nel 1881. Il padre, professore di disegno, gli insegna molto presto a dipingere. Frequenta la scuola d’arte di Barcellona e a 16 anni è all’Accademia di Madrid.

Si rivela un bambino prodigio e nel giro di pochi anni diventa una delle figure di punta della nouvelle art e non lascia indifferente nessuno dei suoi contemporanei.

Nel 1901 inizia il cosiddetto Periodo Blu in cui sviluppa uno stile originale. Nel 1904 si trasferisce definitivamente a Parigi e un anno dopo ha inizio il Periodo Rosa. Verso la fine del decennio rompe con l’estetismo tradizionale e insieme a George Braque fonda il cubismo. A questo periodo fanno seguito prima una fase classica e poi una surrealista.

Negli anni 30 partecipa attivamente alla resistenza con il regime di Franco e nel 1937 realizza il quadro di grande formato Guernica, un manifesto contro la guerra.

Muore nel 1973.

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