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L’ansia dell’attesa per il Nobel della pace

Cinque donne rappresentano la Svizzera nella candidatura comune Keystone

La responsabile del progetto svizzero «1'000 donne per il premio Nobel per la pace 2005» non nasconde l'ansia con cui attende il responso.

Per Rebecca Vermot, il riconoscimento sarebbe tuttavia soltanto uno degli obiettivi dell’azione. I vincitori del prestigioso premio saranno annunciati venerdì.

Secondo la Vermot, il progetto ha avuto un enorme successo nel favorire una maggiore visibilità delle donne che, in tutto il mondo, lavorano per la pace e la giustizia.

Il progetto «1’000 donne per il premio Nobel 2005» era stato lanciato nel 2003. La lista finale con i nomi delle prescelte è stata pubblicata lo scorso giugno.

swissinfo: Il giorno decisivo è ormai vicinissimo. Come si sente?

Rebecca Vermot: Ci sono dei giorni nei quali quasi me ne dimentico perché il lavoro da svolgere è davvero tanto. La pressione la sento soprattutto di notte. Le notti non sono calme come desidererei.

Dal punto di vista matematico, le nostre possibilità di successo sono 1 su 198, quante sono le candidature per il premio di quest’anno. Penso però che politicamente le nostre chance siano un po’ migliori. Se guardo al mondo di oggi, non vedo chi potrebbe ricevere il premio se non le nostre donne.

swissinfo: Presumibilmente lei sarebbe molto delusa se il vostro progetto non ce la dovesse fare…

R.V.: Certamente saremmo deluse, ma credo lo saremmo soltanto per un istante. Se guardiamo indietro e pensiamo a quello che abbiamo realizzato, è come se avessimo già vinto il premio Nobel 100 volte.

Il nostro progetto aveva tre obiettivi: uno è il premio Nobel, per il quale abbiamo nominato le nostre candidate. Non possiamo tuttavia avere alcuna influenza sul risultato.

Un secondo scopo, ben più importante, era quello di rendere più visibili le donne. E ci siamo riuscite tramite un libro, un’esibizione ed annunciando i 1’000 nomi lo scorso giugno.

Da allora, le nostre donne sono finite sui giornali di tutto il mondo. Speriamo che, grazie al sito internet che stiamo creando, le donne saranno invitate sempre più spesso alle conferenze ed ai colloqui di pace in qualità di esperti internazionali.

Il terzo obiettivo era la ricerca scientifica. Abbiamo 1’000 donne che raccontano i loro metodi e le loro strategie e un gruppo internazionale di ricercatori che li analizzano.

In ogni caso abbiamo dunque raggiunto due obiettivi su tre.

swissinfo: Ha mai rimpianto di essersi impegnata in questo progetto o pensato che avrebbe dovuto gestire le cose in modo diverso?

R.V.: Scherzando, ripetevamo che avevamo aggiunto uno zero di troppo al numero.

In realtà, abbiamo avuto delle difficoltà perché quando abbiamo diffuso l’invito a mandare delle candidature ne abbiamo ricevute più di 2’000. La selezione è stata dura, specialmente per quel che riguarda la scelta delle tre rappresentanti da mandare ad Oslo.

Per rispettare il regolamento del premio Nobel per la pace, abbiamo dovuto selezionare tre candidate sulle nostre 1’000 donne che, in caso di successo, saranno incaricate di accettare ufficialmente il premio.

swissinfo: Ed ora cosa succederà? Continuerete a lavorare indipendentemente dal fatto se otterrete o meno il riconoscimento?

R.V.: Il lavoro continuerà in ogni caso perché ogni giorno riceviamo degli e-mail che ci chiedono gli indirizzi delle donne in Italia, in Vietnam, in Cina.

Vorremmo facilitare questa rete di contatti tramite il sito internet che riusciremo a terminare entro la fine dell’anno e che necessiterà di altri 12 mesi per essere completamente operativo. Dobbiamo controllare 1’000 indirizzi di posta elettronica e sbrigare un sacco di lavoro amministrativo.

Alla fine di dicembre, si terrà una conferenza in Cina con tutte le 108 donne nominate dal paese asiatico. A dipendenza di quello che decideranno, nell’occasione potrebbe nascere una società civile in Cina.

Si stanno verificando degli eventi storici che vanno seguito e registrati da qualcuno.

Intervista swissinfo, Morven McLean
(traduzione: Marzio Pescia)

Vincitrici donne del premio Nobel per la pace:
1905 Bertha von Suttner
1931 Jane Addams
1946 Emily Greene Balch
1976 Betty Williams
1976 Mairead Corrigan
1979 Madre Teresa
1982 Alva Myrdal
1991 Aung San Suu Kyi
1992 Rigoberta Menchu Tum
1997 Jody Williams
2003 Shirin Ebadi
2004 Wangari Maathai

La fondazione «1’000 donne per il premio Nobel per la pace 2005» è stata creata per aumentare il riconoscimento del lavoro compiuto da migliaia di donne nel mondo per promuovere la pace e la giustizia.

Le promotrici del progetto stanno preparando la pubblicazione di un libro che contiene i profili e le foto di tutte le mille donne. Hanno inoltre messo in piedi una mostra fotografica che sperano di poter far circolare in tutto il mondo.

Il libro e l’esposizione saranno presentati a Zurigo il 14 ottobre.

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