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L’eredità romana rivive ad Augusta Raurica

Le lotte tra gladiatori attirano ancora oggi grande pubblico Keystone

Con una grande Festa romana, il più importante sito archelogico svizzero invita la popolazione a compiere un balzo di 2000 anni nel passato.

Decine di gladiatori, legionari, artigiani e artisti rifanno vivere il 27 e 28 agosto l’atmosfera che si respirava ad Augusta Raurica ai tempi dell’Impero.

“Panem et circenses” questo fine settimana a Augusta Raurica: dalla preparazione del pane fino ai giochi nell’arena, il sito archeologico propone infatti di rivivere ai tempi dell’Impero romano.

Sono le decime Feste romane organizzate ad Augusta Raurica, che festeggia quest’anno anche il 50esimo anniversario dell’inaugurazione del Museo e della Casa romana.

Due commemorazioni importanti per la riscoperta delle radici romane in Svizzera, ma due piccoli anniversari rispetto alla storia millenaria del sito.

Il primo mercato unico europeo

Fondata nel 44 a.C. da Lucius Munatius Plancus, comandante e amico di Cesare, la Colonia Raurica nella regione basilese doveva servire inizialmente a difendere i nuovi confini romani lungo il Reno, dopo la conquista della Gallia.

Le prime tracce dell’insediamento romano ad Augusta Raurica risalgono al 15esimo anno a.C., quando l’Imperatore Augusto, figlio adottivo di Cesare, ingloba l’attuale territorio elvetico nell’Impero.

Da base militare, Augusta Raurica diventa ben presto un centro nevralgico di transito e di scambio in un grande mercato unico che va dalla Gran Bretagna fino all’Africa, dalla Penisola iberica fino all’Asia.

Denari e sesterzi assumono il valore di moneta comune in una zona più vasta di quella attuale dell’euro. La libera circolazione delle merci e delle persone sulla prima rete stradale europea favorisce i consumi e lo sviluppo economico anche nelle colonie elvetiche dell’Impero.

Così già pochi decenni dopo la sua nascita, un vero e proprio boom edilizio trasforma l’accampamento militare sul Reno in una delle più grandi cittadine del Vecchio continente. Le fortificazioni e le case di legno lasciano il posto ad un’agglomerazione a scacchiera, con ampi viali e imponenti costruzioni in cemento e mattoni.

Convivenza pacifica

“Nel secondo secolo d.C. Augusta Raurica contava ben 20’000 abitanti, mentre oggi solo 800 persone vivono nella stessa zona”, sottolinea Karin Kob, responsabile delle relazioni pubbliche del sito archeologico.

“La Colonia Raurica è un ottimo esempio della ‘romanizzazione’ dell’Impero: gli indigeni convivevano pacificamente con migliaia di legionari romani, che dopo 20 anni di servizio ricevevano per il loro pensionamento dei poderi nelle colonie”.

Lussuose ville, teatri, anfiteatri, bagni pubblici, mercati e taverne aprono una realtà urbana fino ad allora sconosciuta ed offrono nuovi piaceri della vita ai popoli celti dell’Altopiano.

Il livello di vita compie un balzo spettacolare: strade lastricate, canalizzazioni, acqua corrente potabile fino nelle case, riscaldamento al suolo. E si diffonde già a quei tempi la dieta mediterranea.

“I Romani avevano realizzato un’infrastruttura di commercio e di trasporti incredibile. Ad Augusta Raurica sono state ritrovate numerose anfore di olio di oliva e di vino trasportate dalle isole mediterranee. Come pure residui di pesce, ostriche, frutti e legumi provenienti da migliaia di chilometri di distanza”, sottolinea Karin Kob.

Artigiani e gladiatori

Rimasta sepolta per secoli, dopo l’invasione dei popoli alemanni, questa eredità romana è stata riportata alla luce e valorizzata soltanto negli ultimi decenni.

Oggi ben 140’000 persone visitano ogni anno Augusta Raurica. Oltre 15’000 visitatori partecipano alle ormai tradizionali Feste romane, un’occasione privilegiata per riscoprire la vita e le usanze dei Romani, ma anche tecniche artigianali impiegate in Svizzera ancora all’inizio del secolo scorso.

“Ci siamo accorti che il pubblico, abituato ad ammirare soltanto oggetti finiti, rimane estremamente affascinato dalla possibilità di scoprire tecniche di lavorazione e conoscenze che esistevano già 2000 anni orsono”, spiega l’archeolgo Max Zurbuchen.

Giochi circensi, lotte di gladiatori, corse di carri, musiche e danze ricordano inoltre ai visitatori che già ai tempi dei Romani si apprezzavano notevolmente gli spettacoli e i divertimenti.

Per quest’anno i responsabili di Augusta Raurica hanno ingaggiato anche una troupe di gladiatori professionisti di Milano, composta da specialisti di arti marziali.

“Siamo rimasti quasi scioccati nel constatare che, per far piacere al pubblico, questi gladiatori spingono la loro messa in scena fino al punto di farsi male e ferirsi leggermente”, rileva Margit Scheiblechner, responsabile delle manifestazioni ad Augusta Raurica.

Un eccesso perdonabile dal profilo storico: la realtà ai tempi dei Romani era fatta anche di guerre, massacri e crudeltà.

swissinfo, Armando Mombelli

140’000 persone visitano ogni anno Augusta Raurica, nei pressi di Basilea, il più importante sito archeologico romano sul territorio svizzero.
Oltre 15’000 visitatori sono attesi per la decima edizione delle Feste romane, che si svolgono quest’anno il 27 e 28 agosto.
Augusta Raurica festeggia inoltre quest’anno il 50esimo anniversario dall’apertura del Museo e della Casa romana.

Dopo l’occupazione della Gallia da parte delle legioni di Cesare, nel 44 a.C. inizia l’insediamento nella regione basilese della Colonia Raurica, prima colonia romana sul Reno.

Le prime testimonianze romane nel sito di Augusta Raurica risalgono al 15 a.C.

Durante il II secolo d.C. la cittadina diventa il principale insediamento romano sull’attuale territorio elvetico, con oltre 20’000 abitanti.

La fine di Augusta Raurica sarebbe dovuta ad un terremoto (verso il 250 d.C.) e in particolare alle invasioni delle orde alemanne nel IV e V secolo d.C.

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