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L’Italia s’è spenta anche per l’incuria dei gestori nazionali

Situazione d'emergenza in un bar di Roma, lo scorso 27 settembre Keystone Archive

Il black-out elettrico del 27 settembre non fu tutta colpa della Svizzera.

Indiscrezioni su un rapporto ordinato da Roma pubblicate dalla stampa italiana indicano che l’oscuramento dell’Italia fu dovuto anche a errori dei gestori italiani.

Ancora non è ufficiale ma il rapporto del ministero italiano per le attività produttive ammetterebbe che dietro il black-out elettrico del 27 settembre scorso ci sarebbero anche tutta una serie di errori e manchevolezze dei gestori italiani.

Cio’ contesterebbe insomma la linea fin qui seguita da Roma secondo la quale la colpa del disastro ricadrebbe esclusivamente sui produttori elettrici svizzeri.

Dinamiche e responsabilità del grande buio

La pubblicazione del rapporto del ministero italiano per le attività produttive è imminente. Essa dovrebbe contribuire, dopo l’inchiesta dei gestori europei e quella del governo svizzero, a chiarire dinamiche e responsabilità del grande buio il 27 settembre scorso.

In un articolo, apparso sul Corriere della Sera, Felice Egidi direttore di Endesa, una delle aziende che ha acquistato centrali dall’Enel, afferma: “Fermo restando che la colpa è stata della Svizzera, è vero che alcuni problemi ci sono stati anche da noi”.

Problemi italiani di non poco conto

Un’ammissione appena sussurrata. Ma poi, se si vanno ad analizzare in dettaglio i particolari, ci si accorge che i problemi italiani non sono di poco conto.

“Delle nostre 5 centrali, dice Egidi, quella di Tavazzano, vicino a Lodi, si è staccata in anticipo appena raggiunta la frequenza limite”. Anche se la centrale è stata fra le prime a ripartire, Egidi deve però ammettere che le verifiche non hanno ancora potuto permettere di capire le ragioni esatte dello spegnimento.

La stessa Enel, che a causa del black-out ha subito un danno di circa 11 milioni di euro, deve ammettere che, su 43 centrali termoelettriche, 12 si sono spente in anticipo rispetto al previsto. Per 5 di queste le ragioni sono state l’eccessivo calore e l’emissione di fumi non in regola e le altre 7 per cause relative alla frequenza.

Inoltre, sempre l’Enel afferma che i notevoli ritardi nella riaccensione degli impianti, soprattutto nel centro-sud, sono da addebitare a problemi nella comunicazioni. I comandi alle centrali e alle cabine di trasformazione, avvengono infatti via GSM, ma i ponti telefonici, con il passare delle ore, si sono scaricati.

Infine, molte altre centrali, che fanno capo a una miriade di gestori privati e pubblici, hanno contribuito al black-out per ragioni di malfunzionamento e per mancanza di manutenzione.

Insomma, quanto aveva già anticipato swissinfo qualche settimana fa sul pessimo stato delle infrastrutture, delle linee e della cattiva organizzazione nella gestione elettrica in Italia si va confermando. Un fatto aggravato anche dalla privatizzazione del settore e della difficoltà del gestore di Rete GRTN a tenere sotto controllo tutta la rete di produzione e di distribuzione nazionale.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

Dopo le accuse rivolte alla Svizzera per il black-out dello scorso 27 settembre in Italia, è ora la volta dei gestori nazionali.

Un rapporto del governo italiano di pubblicazione imminente punta il dito contro l’incuria e le manchevolezze made in Italy.

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