L’italiano con l’acqua alla gola in Svizzera
A parte in Ticino e nei Grigioni, l'insegnamento dell'italiano è moribondo. Al via una campagna per la sua difesa.
L’associazione «Coscienza Svizzera» vuole lanciare un’iniziativa popolare per sostenere le lingue nazionali.
L’associazione «Coscienza Svizzera» ha espresso mercoledì a Bellinzona i suoi timori per le minacce che incombono sull’insegnamento dell’italiano nella Confederazione.
Per difendere la terza lingua nazionale, il gruppo lancerà una campagna che si articolerà in tre fasi: dapprima una serie di dibattiti nella Svizzera italiana, poi tre incontri pubblici oltre Gottardo e alla fine del 2005, se vi sarà il sostegno necessario, il lancio di un’iniziativa popolare.
«Non possiamo continuare a lamentarci e non fare nulla», ha dichiarato il linguista ticinese Alessio Petrelli. «La Svizzera italiana non ha agito abbastanza per difendere la sua lingua nel resto del paese; se non vuole perdere rapidamente la sua identità e diventare un ghetto, deve reagire rapidamente».
Un’iniziativa ancora da definire
Il contenuto esatto dell’iniziativa non è ancora stato stabilito. Per Alessio Petrelli, essa dovrebbe contenere tre articoli.
Prima di tutto nella Costituzione dovrebbe essere iscritto l’obbligo di insegnare una seconda lingua nazionale a partire dalla scuola elementare. La Confederazione dovrebbe inoltre fornire il suo sostegno per l’insegnamento di una terza lingua nazionale. Infine, attraverso i contatti tra le scuole dei differenti cantoni e tramite i media dovrebbe essere creato uno «spazio nazionale plurilingue».
Preoccupato pure il CGIE
L’inquietudine per la lingua di Dante, è condivisa pure dai consiglieri del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE) in Svizzera.
In un comunicato diramato mercoledì, il CGIE chiama a raccolta i Comites, i comitati degli italiani residenti all’estero, così come il mondo associativo e culturale, le rappresentanze italiane nella Confederazione, nonché il Consiglio di Stato ticinese e il Governo italiano.
Di fronte a quella che è definita una pericolosa strategia di ridimensionamento della lingua italiana, invita tutti ad intraprendere le iniziative più idonee per contrastare un progetto giustificato soltanto con argomenti di tipo economico.
Da Neuchâtel la goccia che ha fatto traboccare il vaso
A far scattare la scintilla, è stata l’annunciata soppressione della cattedra d’italiano all’Università di Neuchâtel.
Sabato e martedì diverse centinaia di studenti erano sfilati per le strade della località neocastellana per protestare contro la ristrutturazione.
Nella sua nota, il CGIE sottolinea che in gioco non vi sono soltanto i legittimi interessi degli studenti coinvolti, bensì quelli di un milione d’italofoni che abitano in Svizzera.
swissinfo ed agenzie
Nel censimento del 2000, 471’000 persone residenti in Svizzera, pari al 6,5% della popolazione, avevano indicato l’italiano come loro lingua principale.
Nel 1990, la percentuale era del 7,6%, pari a 524’000 persone.
Il tedesco è usato come lingua principale da oltre 4,6 milioni di abitanti (63,7%), mentre il francese da quasi 1,5 milioni (20,4%).
L’associazione Coscienza Svizzera, fondata nel 1948, ha tra i suoi obiettivi quello di contribuire alla promozione delle diverse identità, lingue e culture presenti nel paese.
I primi dibattiti organizzati da Coscienza Svizzera avranno luogo dal 24 al 28 gennaio a Lugano, San Vittore (GR) e a Bellinzona.
Nella prossima primavera sono previsti incontri pubblici a Coira, Zurigo e in una città romanda ancora da stabilire.
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