Prospettive svizzere in 10 lingue

“L’italiano non è sexy”

Gli studenti sono sensibili alle minoranze linguistiche ma invitano a non demonizzare l'inglese swissinfo.ch

Una frase ad effetto del professor Bruno Moretti alla giornata di studio sull’italiano per il plurilinguismo in Svizzera e in Europa.

Una provocazione colta tra i suoi studenti che riassume la realtà del momento: l’italiano ha un problema di immagine.

Ordinario di linguistica italiana all’Università di Berna e responsabile dell’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana, Bruno Moretti è evidentemente andato ben oltre quell’affermazione, seppur molto efficace.

Per dire, per esempio, che lo studio dello spagnolo e delle lingue slave è più gettonato. Più esotico, più sexy, insomma. Ecco dunque la necessità di intervenire a più livelli per promuovere l’italiano e il suo insegnamento, facendo anche scorta degli ultimi dati del censimento.

Dati secondo i quali l’italiano sta bene nella Svizzera italiana, mentre perde posizioni a livello nazionale. “Ciò che preoccupa e fa danni – sottolinea Moretti – è la perdita di prestigio dell’italiano sulla base di pareri in buona parte immotivati”.

Ma non bastano solo le operazioni culturali per ridare forza e dignità all’italiano, occorre anche intervenire a livello didattico, proponendo per esempio “un curriculum minimo che permetta ad ogni allievo della scuola dell’obbligo di aver un contatto di base con questa lingua”. E in questo senso qualcosa si sta muovendo.

Non solo pizza e passerelle

Davanti a oltre 120 studenti liceali e universitari – provenienti dal Ticino, da Coira e dal liceo artistico di Zurigo – i relatori intervenuti all’Università della Svizzera italiana (USI) non hanno mai smesso di associare lingua e cultura.

Espressione di quella che Piero Bassetti, presidente dell’Associazione “Globus et Locus”, chiama l’italicità, ovvero quella linea di pensiero legata alla cultura e alla lingua “che riunisce i circa 350 milioni di italiani, ticinesi, dalmata, sammarinesi, maltesi, italofoni e italofili nel mondo”.

“Si perché l’italiano – dichiara con fervore il professor Jean-Jacques Marchand, ordinario di letteratura italiana all’Uni di Losanna – non è una lingua che serve solo per ordinare una pizza o per parlare di moda. L’apprendimento dell’italiano apre la porta alla fruizione di una delle letterature più ricche dell’Europa occidentale”.

E tutto d’un fiato parla di Dante, Petrarca, Boccaccio, Tasso, il Rinascimento, Montale, Umberto Eco. Vola sulla letteratura, corre tra le pagine di storia per fare breccia nelle nostre menti: sacrificare l’italiano sull’altare delle logiche economiche sarebbe davvero un’ enorme perdita.

Contro il declino, il rinnovamento

Diego Marani, scrittore e traduttore al Consiglio dei Ministri dell’Unione europea, passa all’attacco:

“L’inglese diventa pervasivo in tutte le lingue? Allora prendiamo l’inglese per le corna, contaminiamolo con il nostro modo di vedere le cose, di sentire la vita e il mondo che ci circonda”.

Ma occorre reagire, essere propositvi. “Salvare l’italiano – precisa Marani – non è solo salvare una lingua, ma una cultura. Che deve continuare ad avere qualcosa da dire nel tempo. L’Italia è vecchia, non si sta rinnovando più. E una cultura, per scongiurare il proprio declino, deve essere capace di modernità”.

“La lingua italiana nel mondo – gli fa eco Bassetti – non sarà salvata da decreti o imposizioni. Acquisterà nuovo vigore se riusciremo a farla diventare lingua di riferimento culturale degli italici. In questo contesto gli interessi dei ticinesi e degli italiani coincidono”.

E il Belpaese, come ha spiegato il Console generale d’Italia a Lugano Alessandro Pietromarchi, si sta adoperando a più livelli e con diversi progetti per promuovere la diffusione della cultura italiana nel mondo.

Federalismo da riscoprire

E in Svizzera, paese costruito proprio sui valori della diversità linguistica e culturale? “Vogliamo essere un Paese – afferma la presidente del Consiglio Nazionale Thérèse Meyer – in cui non solo le lingue convivono, ma anche in cui le lingue siano strumento di conoscenza reciproca e comprensione”.

“Un paese veramente plurilingue – aggiunge – è un paese in cui tutti gli elementi culturali contribuiscono alla sua ricchezza sociale, economica e culturale”. Ne è ben consapevole “Coscienza Svizzera”, pronta a lanciare un’iniziativa popolare.

“Il progetto per salvare il federalismo e il plurilinguismo – dice a swissinfo il linguista Alessio Petralli – è a un buon punto. Federalismo, plurilinguismo e multiculturalismo sono concetti che non si possono separare”.

Un “tour de Suisse” per l’italiano

“Vogliamo dire al resto della Svizzera, non con il tono dei lamenti, ma in modo propositivo, che l’iniziativa che abbiamo in animo di lanciare va a beneficio di tutta la Svizzera”.

“Per questo – aggiunge il ricercatore – con Coscienza Svizzera cominceremo ad andare oltre Gottardo”.

L’iniziativa di Coscienza Svizzera ha infatti destato molto interesse. Dopo gli incontri ben riusciti nella Svizzera italiana, le prossime tappe saranno dunque Coira (14 giugno), Neuchâtel (16 giugno). Si aggiungeranno anche altre piazze importanti per l’italiano: San Gallo, Basilea, Zurigo, Ginevra, Losanna e Berna.

“Concretamente – precisa Petralli – noi intendiamo lanciare la nostra iniziativa presto, nel mese di dicembre, oppure all’inizio dell’anno prossimo. E questo “tour de Suisse”, nelle piazze e tra la gente, ci permetterà di verificare la dimensione del sostegno popolare e politico alla nostra iniziativa e le possibilità di adesione”.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

Secondo i dati dell’ultimo censimento l’italiano nel suo territorio ho conosciuto un aumento di più di 20 mila persone
Il calo globale va tutto a carico dell’uso extraterritoriale, con una perdita di circa 75 mila persone
L’italofonia nella popolazione straniera è pari al 14,8%

Italiano e plurilinguismo sotto i riflettori dell’Università della Svizzera italiana a Lugano.

Una giornata di studio in cui anche gli studenti hanno giocato un ruolo importante presentando una risoluzione a favore del plurilinguismo e del rispetto delle lingue minoritarie senza demonizzare l’inglese.

Presenti anche i consiglieri di Stato Gabriele Gendotti (Ticino) e Claudio Lardi (Grigioni) per riflettere su un tema di attualità, dopo gli “attacchi” all’italiano a vari livelli: dalla nomina del nuovo cancelliere della Confederazione, alla soppressione delle cattedre di italiano.

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