Prospettive svizzere in 10 lingue

L’italiano si reinventa per sedurre

La competizione linguistica è entrata in classe. Sempre meno allievi scelgono l’italiano al di qua delle Alpi. Keystone

Sexy, trasgressivo e guerrigliero. Così deve essere l’insegnamento dell’italiano se vuole sopravvivere al di qua delle Alpi. Con il curriculo minimo di italiano e un dvd, la terza lingua nazionale ha sfoderato due armi seducenti, proprio nell'anno in cui si celebrano i 150 dell'Unità d'Italia.

Entrato in competizione con l’inglese e lo spagnolo, l’italiano sta abbandonando piano piano le aule scolastiche della Svizzera tedesca e francese. Ha così deciso di imbracciare l’arma della seduzione e dell’innovazione per riconquistare gli scolari e avvicinarli alla lingua di Michelangelo, di Eco, di Buffon o del pizzaiolo sotto casa. Un’offensiva, quest’ultima, che nasce in un anno importante per l’italianità e che segna i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Ha sfoderato il curricolo minimo di italiano e un dvd volto a promuovere la terza lingua nazionale nelle scuole secondarie e nei licei. Questi due esempi sono stati presentati durante il convegno “L’insegnamento dell’italiano al di qua delle Alpi: possibilità della sua promozione nell’insegnamento scolastico nella Svizzera tedesca e francese” tenuto a Friburgo.

«Sono azioni dal basso, che assieme alla legge e all’ordinanza sulle lingue, potrebbero sventare a nord delle Alpi la minaccia che incombe sull’italiano. Non si tratta di fare qualcosa per chi l’italiano già lo sa, ma per quelli che non lo parlano», sottolinea Raphael Berthele, membro della direzione dell’Istituto di plurilinguismo di Friburgo, promotore del convegno.

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Un corso trasgressivo e atipico

Il curriculum minimo di italiano, o italiano subito com’è stato ribattezzato per semplicità, nasce da un progetto del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. L’iniziativa propone un corso intensivo di cinque giorni attraverso il quale gli allievi vengono confrontati in maniera attiva con la lingua italiana. «Durante il programma, gli scolari sviluppano competenze comunicative minime grazie all’utilizzo di strategie metodologiche e didattiche trasgressive, di solito bandite dalle aule scolastiche, quali il bigino, il gioco, l’errore», spiega Francesca Antonini, docente presso la scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi).

«L’obiettivo principale del percorso è di insegnare agli scolari a farsi capire in italiano in alcune situazioni comunicative. Al centro del programma, non c’è la correttezza del messaggio, ma la sua trasmissione», sottolinea Antonini. Oltre a sviluppare delle competenze comunicative minime, italiano subito intende anche suscitare interesse e curiosità nei giovani non italofoni in Svizzera verso una lingua nazionale, migliorandone la posizione nella scuola e agendo sul valore identitario delle lingue e la comprensione reciproca tra le regioni.

Per raggiungere lo scopo, il percorso formativo deve però mettere radici nella Svizzera tedesca e francese. Concluso nel 2008, il progetto è stato presentato finora a cinquanta docenti delle scuole elementari, secondarie e liceali durante dei corsi di formazione. «Certo, il numero di insegnanti interessati è modesto, è tuttavia incoraggiante. Sono nate infatti diverse iniziative inattese. Per esempio, la Cattolica di Milano ha adottato il curriculum minino di italiano per gli studenti americani che frequentano per un anno i loro corsi all’interno del programma di scambi UCSC. Anche al centro sportivo di Tenero intendono proporlo agli atleti durante il loro soggiorno», ricorda Claudia Bersani, ricercatrice alla Supsi.

Non solo pizza e calcio

L’altra arma per promuovere la terza lingua nazionale nelle scuole al di qua delle Alpi è stata sguainata da un gruppo di insegnanti di italiano del canton Berna. «Dal 2000, il numero di studenti nelle nostre classi è calato quasi ovunque. Ci siamo così chiesti come risollevare le sorti dell’italiano. È nato così un dvd amatoriale destinato alle scuole secondarie e ai licei», ricorda Antonio Filigheddu, docente di italiano e fautore dell’iniziativa.

Il filmato presenta la lingua del sì attraverso la storia, la cultura, l’arte, la letteratura, la moda, la canzone. Fa parlare personaggi più o meno noti del mondo della scienza, dell’economia, dello sport o dello spettacolo. Se vuoi conquistare la ragazza al mare, non puoi salutarla con un tagliente Tschau, ma devi farlo con un caloroso ciao, dice scherzosamente alla telecamera Massimo Rocchi, il comico italiano residente a Basilea. Ma il dvd racconta anche dell’insegnamento dentro e fuori l’aula scolastica.

«Il numero ridotto di allievi in classe ci dà la possibilità di individualizzare l’insegnamento. Inoltre, l’Italia non è oltreoceano: a volte è sotto casa. Possiamo far entrare gli studenti in un ristorante italiano e far loro preparare i ravioli. Oppure farli salire sul treno alla stazione di Berna e farli scendere alcune ore dopo alla stazione centrale di Milano. Anche questi aspetti vengono presentati nel dvd», illustra Letizia Stocker, docente di italiano nel canton Berna.

Per il momento, l’effetto di questa promozione è difficilmente quantificabile, affermano gli autori del progetto. Nell’agglomerazione di Berna sembra che ci sia stato tuttavia un aumento sensibile del numero di allievi nelle classi di italiano. Altrove, invece, la situazione non pare sia mutata. Gli insegnanti del canton Berna non si lasciano comunque scoraggiare da questi primi tiepidi risultati. «Se dobbiamo morire, moriamo da eroi», conclude infatti sorridendo Letizia Stocker.

La Svizzera ha quattro lingue nazionali: tedesco, francese, italiano e romancio. Le prime tre sono anche lingue ufficiali della Confederazione, mentre il romancio lo è solo nei rapporti con le persone di lingua romancia.

Lingua nazionale indicata come la meglio parlata nel censimento del 2000:
tedesco 63,2%
francese 19,2%
italiano 7,6%
romancio 0,6%

Lingue non nazionali:
serbo-croato 1,4%
albanese 1,3%
portoghese 1,2%
spagnolo 1,1%
inglese 1,0%
turco 0,6%
tamil 0,3%
arabo 0,2%

I Grigioni è l’unico cantone trilingue della Confederazione. Viene spesso considerato una Svizzera in miniatura, quando si parla di lingue.

Vi si parla tedesco (68,3%), romancio (14.5%), italiano (10.2%) e altre lingue (7%). I dati prendono in considerazione solo la lingua meglio conosciuta.

L’italiano è parlato in quattro valli di lingua italiana situate al confine con l’Italia o con il Ticino: Poschiavo, Bregaglia, Mesolcina e Calanca.

La lingua maggioritaria in un determinato territorio ha lo statuto di lingua prima (L1) nella scuola dell’obbligo.

Il 1° agosto 1999 è entrata in vigore la nuova legge scolastica che ha introdotto l’obbligatorietà dell’italiano o del romancio quali prime lingue seconde (L2) da insegnare nella parte tedesca del cantone. Nel territorio di lingua romancia e italiana, la prima lingua seconda è invece il tedesco.

Dall’anno scolastico 2000/2001, a Coira, capitale grigionese, sono state create due scuole bilingui, tedesco-italiano.

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