L’omaggio di Locarno a Michelangelo Antonioni
Il Festival del film di Locarno rende omaggio al regista italiano Michelangelo Antonioni, scomparso la settimana scorsa all'età di 94 anni. In Piazza Grande sarà proiettato uno dei suoi capolavori: Zabriskie Point.
Nella Giornata dedicata al cinema svizzero, Nicolas Bideau, responsabile della sezione Cinema all’Ufficio federale della cultura, ha intanto fatto il punto sullo stato di salute della produzione elvetica.
Michelangelo Antonioni si è spento il 30 luglio nella sua casa di Roma, a poche ore dalla scomparsa di due altri grandi del cinema: il regista svedese Ingmar Bergman e l’attore francese Michel Serrault.
Antonioni – «molto vicino allo spirito del festival di Locarno», come ha rammentato il critico cinematografico Mariano Morace – giunse per la prima volta sulle rive del lago Maggiore nel 1954, protagonista di una rassegna speciale sul neorealismo italiano.
Martedì sera il suo lavoro sarà di nuovo sotto i riflettori di Locarno grazie alla proiezione di una delle sue opere di maggior successo. Sulla Piazza Grande andrà in scena «Zabriskie Point», che racconta l’incontro tra Mark, un giovane in fuga accusato di omicidio, e Daria, una segretaria che tenta di scappare dalla quotidianità.
In questo lungometraggio realizzato nel 1970, ambientato nella Valle della Morte in Nevada, Antonioni rivisita alcuni miti del cinema hollywoodiano, dando la sua visione degli Stati Uniti.
Film svizzeri in calo
Giunto al suo settimo giorno, il Festival celebra martedì – per il secondo anno – la Giornata del cinema svizzero. Una vetrina importante per mostrare al pubblico elvetico, così come ai vari professionisti del settore, che anche la Svizzera non manca di talenti.
Nonostante il limitato numero di pellicole elvetiche previste per quest’anno, il «Signor cinema» della Confederazione non appare scoraggiato. «È vero, ci sono meno film nelle sale rispetto al 2006 – afferma Nicolas Bideau, a capo della sezione Cinema dell’Ufficio federale della cultura – ma il numero di spettatori è rimasto costante».
Ad ogni modo, sottolinea, «questa perdita di volume non è catastrofica. I progetti di film che ricevo, sia dal punto di vista qualitativo che creativo, sono buoni».
Attirare i giovani
Non mancano tuttavia le note stonate. «La distribuzione dei film dovrebbe essere meglio coordinata», sostiene Bideau, al fine di garantire una maggiore continuità nella produzione.
Altra preoccupazione per Bideau, la scarsa affluenza dei giovani alle proiezioni dei film indigeni. «Per spiegare questo fenomeno è in corso uno studio, che preciserà le abitudini e le aspettative dei giovani».
Uno degli obiettivi della Giornata del cinema svizzero è proprio di avvicinare maggiormente i giovani, grazie ad una serie di proiezioni, animazioni e atelier.
Intervistato dal quotidiano bernese Der Bund, il direttore delle Giornate del Cinema di Soletta (l’altra rassegna elvetica dedicata al film) si dice tuttavia scettico sul senso di una giornata dedicata al cinema di casa nostra.
«Non conosco nessun altro Festival internazionale serio che dedica un giorno alla produzione locale», sostiene Kummer. «Locarno deve mantenere una connotazione internazionale, sia nel concorso che nelle diverse sezioni».
swissinfo e agenzie
2 i film svizzeri proiettati sulla Piazza Grande
1 film svizzero nel concorso internazionale, del regista ticinese Fulvio Bernasconi
18 i film nella sezione Pardi di domani – Concorso svizzero
2 i lavori svizzeri all’interno della retrospettiva “Ritorno a Locarno”
10 film, tra cui 5 lungometraggi, nella sezione “Appellations suisse”
A margine del Festival, martedì sono state assegnate sei borse per un valore complessivo di 105’000 franchi, finanziate dalla Società svizzera degli autori.
Tre progetti di film hanno ricevuto ognuno 25’000 franchi: «Der Kreis» di Urs Frey e Marcel Gisler, «Sexy boy» di Anna Luif e «La cosmétique du bonheur» di Ruxandra Zenide e Alexandre Iordachescu.
10’000 franchi invece per tre progetti di documentario: «The end of time» di Peter Mettler, «Himmel und Hölle» di Dieter Fahrer e «Money» di Jean-Stéphane Bron.
Al compositore Peter Scherrer è poi stato assegnato il premio della Fondazione SUISA per la musica nel film «Marmorera», dello zurighese Markus Fischer.
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