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La battaglia è appena iniziata

Soddisfatta del sì, la stampa svizzera guarda però già alla prossima votazione swissinfo.ch

La stampa svizzera è soddisfatta per l'accettazione degli accordi di Schengen/Dublino. E sottolinea la sconfitta della destra antieuropeista.

Tutti i commentatori guardano però al prossimo appuntamento alle urne il 25 settembre: il voto sull’estensione della libera circolazione delle persone. E prevedono una battaglia dura.

«Svizzeri realisti» titola il suo commento il quotidiano bernese Der Bund, che legge la vittoria del sì come «un ulteriore passo pragmatico di apertura nei confronti dell’Unione europea». Il giornale non manca però di rilevare che «il riflesso anti-UE rimane forte».

Questo fa prevedere che il voto del 25 settembre sulla libera circolazione delle persone sarà più combattuto, perché «la paura della perdita del posto di lavoro e della concorrenza salariale dei lavoratori a basso costo dell’est peserà di più». Oltretutto, scrive ancora Der Bund, «l’ampia alleanza che ha lottato con successo per Schengen molto probabilmente si sgretolerà sul fianco sinistro».

Il Tages Anzeiger fa notare come gli avversari di Schengen abbiano voluto trasformare l’appuntamento alle urne in un dibattito di principio sui rapporti con l’UE. «Tanto più sorprende il chiaro risultato: ancora una volta il popolo svizzero ha approvato un progetto di politica estera». Ma anche per il quotidiano zurighese, «la vera battaglia è ancora davanti a noi».

Nella Svizzera romanda, Le Temps adotta toni più cauti, parlando di «un sì senza entusiasmo per uno scrutinio che offriva molti vantaggi alla Svizzera e quasi nessun inconveniente.» Per il quotidiano, «sarebbe presuntuoso e arrogante parlare di un trionfo dello spirito di apertura».

«L’analisi dei risultati mostra ancora un paese diviso, ma i bastioni del no si restringono», scrive ancora il giornale romando, che tuttavia avverte: «L’UDC ha perso, certo, ma senza mordere la polvere».

Vittoria senza euforia

Anche la Basler Zeitung scrive che «dopo questa vittoria non c’è motivo per essere euforici». Il confronto sulla libera circolazione sarà più duro, perché tocca temi più sensibili, come la salvaguardia di posti di lavoro. «La campagna basata sulla paura degli avversari dell’Europa cade su un terreno fertile».

Analogo l’approccio della Neue Zürcher Zeitung, che sotto il titolo «La tappa di montagna è ancora davanti a noi» fa notare come «un’adesione all’UE non è assolutamente sostenuta da una maggioranza, anche dopo questa domenica di votazione» e che gli avversari di Schengen hanno ottenuto una «sconfitta onorevole».

Per il quotidiano zurighese tuttavia il voto dimostra soprattutto che «il difficile e poco spettacolare bilateralismo… è la via principale per una politica europea della Svizzera legittimata democraticamente».

Le Matin osserva che la «minoranza» costituita da UDC e Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente «deve riconoscere la sua sconfitta». E d’altra parte, il fronte favorevole a Schengen deve «costruire su questa dinamica per vincere nella prossima scadenza di settembre».

«All’emozione», scrive ancora il quotidiano romando, «bisognerà opporre una ragione determinata, provando che gli accordi e le misure di accompagnamento sulla libera circolazione sono efficaci».

La paura c’è ancora

24 Heures osserva dal canto suo che «il danno della campagna appena conclusa non è il fatto che ha condotto ad un risultato di misura, ma che si è focalizzata su elementi emotivi invece che concentrarsi sulla fredda ragione dell’interesse nazionale». La conseguenza è, scrive ancora il quotidiano, che il dibattito sulla libera circolazione delle persone «ne è completamente pervertito».

Il Blick afferma che per vincere sulla libera circolazione, i fautori dovranno puntare sulla questione sociale: «Il popolo dirà sì alla libera circolazione solo se questo non significherà un sì al dumping salariale».

Il quotidiano La Regione titola il suo commento con un significativo «Primo tempo al governo. Ma la partita non è ancora finita». Nel testo si dice convinto che «il confronto in agenda il prossimo 25 settembre sulla libera circolazione sarà durissimo. E con quel voto ci si gioca tutto il pacchetto. La paura sarà infatti ancora più probabile cattiva consigliera e certamente ottima leva pubblicitaria per spingere il cittadini a preferire la saracinesca».

Il Corriere del Ticino si interroga anche sul significato del voto per l’Europa: «Per Bruxelles è una vittoria che ha un valore simbolico, ma non solo. In questo momento delicato per la costruzione dell’Europa unificata giunge nelle capitali dell’UE un segnale di fiducia da un paese che non è membro».

Quanto al voto negativo in Ticino, il quotidiano osserva che il cantone «non vuol saperne di Europa» e aggiunge: «In questa occasione ha giocato un ruolo importante la posizione di cantone di frontiera, timoroso per i problemi della sicurezza».

Un secondo segno d’apertura

Nei suoi commenti, la stampa elvetica si è concentrata soprattutto sugli accordi di Schengen e Dublino. Ma gli editoriali concedono qualche spazio anche alla soddisfazione per il secondo sì di domenica, che apre la porta all’unione registrata per le coppie omosessuali.

Gli editorialisti vedono in questo voto un segno di apertura nei confronti di una minoranza. «Gli omosessuali non sono più solo tollerati, rappresentano rmai una minoranza riconosciuta dalla società», scrive ad esempio il quotidiano La Liberté.

«La votazione popolare, la prima nel suo genre al mondo, rappresenta un segnale contro la discriminazione delle minoranze», scrive dal canto suo la Berner Zeitung. «Questi segnali vengono percepiti a livello internazionale e contribuiscono a migliorare la reputazione della Svizzera».

L’Europa rincuorata dalla Svizzera

Il voto svizzero su Schengen è stato registrato anche dalla stampa straniera, soprattutto come segnale positivo sul fronte europeo dopo i no della Francia e dell’Olanda alla costituzione europea. «Finalmente una buona notizia per l’Unione europea», scrive ad esempio la Stampa. «Il voto di oggi porta la Svizzera un passo più vicina all’Unione Europea», nota dal canto suo il sito internet di Repubblica. E il Corriere della Sera titola: «Gli svizzeri in controtendenza dicono ‘sì’ a Schengen».

Stessi toni anche nell’International Herald Tribune, secondo il quale il risultato va contro lo scetticismo prevalente in Europa e mostra come le cose stiano cambiando in un paese che difende fieramente la sua neutralità. Secondo il Times, la Svizzera «ha espresso una certa confidenza» verso l’UE. «Al contrario delle aspettative, il rifiuto francese e olandese della costituzione dell’UE hanno reso l’unione più attraente per gli svizzeri, che sembrano leggervi una protesta contro l’allargamento dell’UE o contro la formazione di un superstato europeo».

Anche per Die Welt, il voto avvicina la Svizzera all’Europa. Il quotidiano tedesco riconosce che gli svizzeri hanno avuto coraggio, abbandonando alcuni loro principi, e spera che ora potranno sentirsi al sicuro, «nel cuore dell’Europa». La Süddeutsche Zeitung esprime la sua soddisfazione per il fatto che i cittadini elvetici siano «opposti all’atmosfera di crisi» che domina attualmente l’Europa. Pur non volendo esagerare la portata del voto, il quotidiano nota che «se proprio gli svizzeri, notoriamente scettici, prendono una decisione favorevole all’Europa, questo può avere un grande valore simbolico».

«Con questo voto gli svizzeri rompono con la tradizionale tendenza all’isolamento», scrive dal canto suo il quotidiano spagnolo El Pais sul suo sito internet. E l’ABC ritiene che la decisione darà ora un impulso alla collaborazione tra la Svizzera e l’Unione europea. Ma ora, nota ancora il giornale di Madrid, gli svizzeri dovranno ancora votare sulla libera circolazione, un tema su cui ottenere una maggioranza sarà più difficile. Anche il Financial Times del resto ricorda che il tema in votazione il 25 settembre è molto più controverso di Schengen/Dublino.

swissinfo, Andrea Tognina

Il 54,6% dei cittadini ha accettato l’associazione a Schengen/Dublino
Il 58% ha detto sì all’unione registrata per coppie omosessuali
La partecipazione al voto è stata del 56%
La Svizzera entrerà nello spazio di Schengen solo nel 2008

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