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Democrazia diretta in Svizzera

La carica dei centocinquantamila eletti

Un parlamento nell'aula di una scuola: nel 1969 il consiglio comunale di Mümliswil (Soletta) si esprime contro l'attribuzione di un terreno all'esercito RDB/SI/Reto Hügin

Con 2 mila 636 comuni, 26 cantoni e una Confederazione, la Svizzera è molto probabilmente il paese del mondo con la concentrazione più alta di politici. Eppure alcune poltrone restano vuote: anche la politica di milizia ha le sue crisi di vocazione.

Perché “molto probabilmente”? Poiché la Svizzera, paese federalista, per quanto riguarda le elezioni non tiene una statistica centralizzata. Per quanto riguarda a livello mondiale….

Una cifra però è molto chiara: i 7,7 milioni di persone residenti in Svizzera sono distribuite in 2 mila 636 comuni, ossia una media di 2 mila 921 abitanti per comune. In Europa, soltanto la Francia ha più comuni rispetto alla popolazione, che contano in media meno di 1’800 anime.

Con l’avvento dei tempi moderni, la suddivisione territoriale ereditata dalle parrocchie dall’Ancien Régime è stata rivista un po’ dappertutto; i comuni che non sono delle città sono spesso vasti territori rurali che raggruppano diversi villaggi.

Organizzazione politica

In Svizzera ogni comune conta almeno tre eletti (il numero dei municipali può andare fino a 15) che esercitano il potere esecutivo. In Svizzera questo collegio politico ha diversi nomi – municipio (come nella Svizzera italiana), Consiglio cittadino, Consiglio amministrativo – ma ovunque ha il compito di sottoporre le proprie decisioni al parlamento – spesso chiamato consiglio comunale – che rappresenta il potere legislativo.

Il consiglio comunale è organizzato in diversi commissioni (nei comuni più grandi possono essere anche dieci) che si occupano in modo specifico di questioni di interesse pubblico: scuole, pianificazione urbanistica, ambiente, salute. I membri delle commissioni sono consiglieri eletti.

Non in tutti i comuni svizzeri, tuttavia, il potere legislativo è espressione delle urne. Anzi, in quattro casi su cinque, il parlamento è costituito dalla popolazione stessa. Non è una questione di dimensione, ma piuttosto di tradizione e di cultura politica.

Se i cantoni romandi preferiscono, in generale, la democrazia rappresentativa, che si traduce nell’elezione di un consiglio comunale anche in comuni di poche centinaia di abitanti, la Svizzera tedesca e il Vallese rimangono radicati alla democrazia diretta. Nel canton Zurigo, per esempio, ci sono dieci città con più di 10 mila abitanti in cui il potere legislativo è affidato all’assemblea popolare.

Gli Svizzeri non sono solo cittadini del proprio comune, ma anche del proprio cantone. Tutti i 26 Cantoni che compongono la Confederazione hanno una costituzione, delle leggi, un governo (da 5 a 7 membri) e un parlamento (da 46 a 200 membri) eletti a suffragio popolare. Due cantoni, Appenzello esterno e Glarona, hanno conservato la tradizione della Landsgemeinde, ossia l’assemblea di tutta la cittadinanza che si riunisce una volta all’anno sulla piazza del capoluogo per ratificare decisioni importanti prese da governo e parlamento.

In Svizzera c’è naturalmente un parlamento federale, suddiviso in due camere: la Camera del popolo (200 deputati) e la Camera dei cantoni (46 deputati).

Chi vuole essere il capo villaggio?

Sommando tutte le cariche, dalle più grandi alle più piccole, si arriva ad un totale di 150 mila eletti che spesso esercitano la propria funzione a tempo molto parziale e pertanto poco gratificante dal punto di vista finanziario. Eppure in Svizzera i partiti politici contano complessivamente 300 mila iscritti.

“Aderire ad un partito – precisa Andreas Ladner, politologo all’Institut des hautes études en administration publique di Losanna – non significa ottenere d’ufficio una carica pubblica”. Nei comuni, di fatto, circa la metà degli eletti non sono affiliati ad alcun partito. Ci si è inoltre resi conto che diventa sempre più difficile reclutare nuove forze politiche e motivare gli eletti a conservare la propria carica.

All’inizio dell’anno il Consiglio di Stato del canton Vaud aveva dovuto nominare un’amministrazione provvisoria per il comune di Gressy (160 abitanti): quattro membri dell’esecutivo avevano infatti gettato la spugna. Un caso che è ben lungi dall’essere eccezionale. Nei piccoli comuni la carica pubblica è diventata una sorta di apostolato: per un seggio nell’esecutivo si ricevono un paio di migliaia di franchi all’anno, qualche bottiglia di vino e basta. Nulla a che vedere con le cifre che girano in certi comuni.

“Conduciamo regolarmente delle inchieste nei comuni. E’ da vent’anni – conferma Andreas Ladner – che si lamentano della mancanza di interesse per la cosa pubblica da parte dei cittadini”. Occorre comunque tenere presente che sono ben lontani i tempi in cui una seduta di lavoro terminava con una partita a carte con un paio di bicchiere all’osteria del villaggio. I compiti degli eletti locali sono diventati molto più complessi ed impegnativi. Il margine di manovra e di autonomia dei comuni, inoltre, diminuisce.

Fusioni volontarie

Viste le crescenti difficoltà nella gestione della cosa pubblica, i comuni avrebbero interesse ad accrescere la loro massa critica e, dunque, ad aggregarsi. “Il problema – osserva il politologo – è che per un comune di duemila-tremila abitanti, ci sarà molto più lavoro e non necessariamente si troveranno le persone disponibili a coprire una carica pubblica”.

Ecco perché comincia a farsi strada l’idea di fusioni molto più ampie: non la somma di due piccoli comuni che darebbero vita ad un comune comunque piccolo, ma l’aggregazione di comuni di un’intera vallata, come la Val de Travers, nelle montagne neocastellane: nove comuni in un’unica entità di 11 mila abitanti. Oppure uno scenario più spettacolare ancora, nel canton Glarona: nel 2011 il cantone avrà soltanto tre comuni, invece degli attuali venticinque.

In Svizzera – paese senza monarchia e ostile all’idea napoleonica di una “repubblica unica e indivisibile” – i comune continuano a giocare un ruolo di primo piano. Del resto “lo Stato centrale non ha semplicemente i mezzi – puntualizza Ladner – di procedere a una riorganizzazione del territorio come invece è stata possibile in altri paesi”. La fusione è una questione cantonale o, quando è possibile, comunale

Marc-André Miserez, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Alla creazione dello Stato federale nel 1848, la Svizzera conta 3 mila 205 comuni. Una cifra che passa a 3 mila 164 nel 1900, 3 mila 101 nel 1950, 2 mila 955 nel 1990 e 2 mila 636 nel 2009.

Nel 2008 in seguito ad un processo di aggregazione, sono scomparsi 79 comuni. E’ la più grande diminuzione dal 1848.

1’300 comuni hanno meno di 1’000 abitanti
1’028 ne hanno meno di 5’000
105 comuni hanno più di 10’000 abitanti e in essi si concentra circa la metà della popolazione elvetica

Il comune meno popoloso, con 17 abitanti, è Corippo (Valle Verzasca, Ticino). Il comune più popoloso è Zurigo con 345 mila abitanti

Il comune con la superficie più piccola è Ponte Tresa (Ticino), con 28 ettari. Quello più esteso è Davos (Grigioni) che, dopo la fusione con Wiesen, si estende su 28 mila 300 ettari.

Il più piccolo è il semi cantone di Basilea-Città: 37 km2, 5’000 abitanti/km2. Il più grande è il cantone dei Grigioni, 7’105 km2, 27 abitanti/km2.

Il meno abitato è Appenzello Interno con 15’500 anime. Il più abitato è Zurigo con 1’307’600 anime.

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