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Il velo della paura crea la polemica a Locarno

Ritratto
Nel documentario «The Poetess», Hissa Hilal appare sempre vestita con l’abaya (un soprabito nero) e con il niqab. pardo.ch

Simbolo della lotta contro l'oppressione femminile e l'estremismo religioso, la poetessa saudita Hissa Hilal si è mostrata al pubblico del festival di Locarno senza il tradizionale niqab, nel rispetto della legge in vigore in Ticino. Davanti ai giornalisti presenti in sala, si è però coperta il volto. Un gesto dettato dalla paura, subito denunciato dalla destra conservatrice. 

Prima donna ad arrivare in finale di un celebre concorso televisivo di poesia ad Abu Dhabi, Hissa Hilal è venuta a Locarno per la presentazione di un film di cui è protagonista, «The Poetess», dei registi tedeschi Stefanie Brockhaus e Andreas Woff. Un film che racconta la sua lotta quotidiana per la libertà d’espressione e contro il fondamentalismo religioso. 

Al termine della proiezione, accolta da una standing-ovation, Hissa Hilal si è presentata al pubblico a volto scoperto. Durante il dibattito, però, di fronte alla presenza di numerosi giornalisti e fotografi, la donna ha abbassato il velo in un gesto istintivo di paura. Hissa Hilal è infatti stata più volte minacciata di morte in Arabia Saudita e malgrado sia contraria all’imposizione del niqab, coprirsi il volto è diventata una forma di protezione.

Hissa Hilal
Hissa Hilal durante la trasmissione televisiva “Poeta da un Milione”. Keystone

Dal 1° luglio 2016, però, dissimulare integralmente il viso è vietato per legge nel canton Ticino. Presente in sala, il promotore della cosiddetta iniziativa «anti burqa» Giorgio Ghiringhelli si è così alzato chiedendo a Hissa Hilal se non fosse a conoscenza della normativa. Un intervento accolto con fischi e mormorii di disapprovazione da parte del pubblico. 

Ai microfoni della RSI, Hissa Hilal ha dichiarato di rispettare il divieto imposto dal Ticino. «Leggo molti libri di storia e capisco bene la paura di perdere le conquiste della rivoluzione francese e le conquiste di libertà per le donne. Credo però che si debba saper distinguere tra la donna che insiste per coprirsi il volto per sfidare le leggi del paese in cui si trova e la donna che per via della propria cultura l’ha sempre portato e si sente un po’ spaesata a volto scoperto. In questo caso serve spiegarle con calma il motivo del divieto».

In vigore dal 1° luglio 2016, la legge ticinese prevede multe da un minimo di 100 a un massimo di 10mila franchi per chi dissimula il proprio volto in pubblico. Nei primi sei mesi sono state infitte sei multe. Un’iniziativa analoga è stata lanciata anche a livello federale. I promotori hanno tempo fino al 15 settembre 2017 per raccogliere le 100mila firme necessarie per sottoporre il testo al popolo. 

Il caso non ha mancato di suscitare l’ira della destra conservatrice. Parlamentare federale, Lorenzo Quadri ha attaccato su Facebook il pubblico del festival per aver fischiato Giorgio Ghiringhelli: «La sconcia vicenda dimostra che al festival del film c’è troppo pubblico intollerante, settario, radikalchic e nemico della libertà di espressione. Cosa che peraltro vale per la maggioranza degli eventi culturali strasussidiati dal contribuente».

Dal canto suo, il presidente del festival del film di Locarno Marco Solari ha spiegato a swissinfo.ch che Hissa Hilal era stata prevenuta del divieto in vigore in Ticino. «Le leggi valgono per tutti, ovviamente anche per il festival di Locarno e per i suoi ospiti. Fatta questa premessa, ritengo che ogni legge vada applicata in modo intelligente, tenendo conto della particolarità di alcune situazioni. Nel caso specifico, Hissa Hilal si è trovata confrontata con la presenza di fotografi e giornalisti e ha avuto l’istinto di proteggersi il volto. È un gesto di autodifesa da parte di una persona che è stata minacciata di morte e credo che ciò non vada dimenticato».

Immagini con descrizione burqa, niqab e hijab
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