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La neutralità come modello commerciale

stockalper in una illustrazione del XVIII secolo
Il re di Briga esercitava il suo potere in modo spietato. Illustrazione di Marco Heer. Musée national suisse

Nel tumulto della Guerra dei Trent'anni, l'imprenditore Gaspard Stockalper de la Tour ha tre assi nella manica: il Sempione, i mercenari e il commercio del sale. Dal suo quartier generale di Briga elabora una strategia tanto delicata quanto redditizia: il doppio gioco internazionale.

Questo testo è una traduzione di un articoloCollegamento esterno pubblicato sul Blog del Museo nazionale svizzero il 14 settembre 2023.

Nel 1639, mentre Gaspard Stockalper de la Tour sta creando il suo impero commerciale sul Sempione, è grande il rischio di rimanere coinvolti nella guerra che sta devastando il continente.

Potenti formazioni militari sono ammassate ai confini, le incursioni e i passaggi di truppe sono frequenti, mentre i grandi valichi pongono costantemente questa regione alpina nel mirino delle potenze belligeranti.

La Confederazione, da parte sua, è divisa su base confessionale, è incapace di agire in materia di politica estera ed è priva di un’organizzazione militare centralizzata.

Esattore e diplomatico

La preoccupazione cresce anche in Vallese: non potendo ignorare la situazione di pericolo in cui si trova la regione, il Gran Consiglio cantonale è costretto a riorganizzare il dispositivo di difesa e a rafforzare le proprie capacità difensive.

Gaspard Stockalper de la Tour, un importante mercante con una vasta rete di contatti e di informatori, è eletto nel Consiglio di guerra. Era già stato inviato a Soletta presso l’ambasciatore franceseCollegamento esterno al fine di recuperare le somme dovute ai mercenari vallesani e negoziare l’invio di nuove compagnie in Francia.

Ora è inviato a Baden come rappresentante della Repubblica delle Sette Decanie alla Dieta federale, dove si discute dei disordini che scuotono le Tre Leghe e i diritti di passaggio delle truppe spagnole attraverso i loro valichi. Gaspard Stockalper accede così a funzioni decisive anche in ambito militare, che riuscirà a sfruttare per i suoi affari.

In quest’epoca, tra i 20’000 e i 30’000 mercenari svizzeri sono al servizio di governi stranieri. Tutte le parti in guerra hanno messo gli occhi su questa risorsa: re e principi pagano ingenti somme ai Cantoni per averli al loro servizio, mentre gli imprenditori militari che reclutano, equipaggiano e inviano le compagnie ai committenti ne traggono ingenti profitti.

Molti eserciti europei hanno così nei loro ranghi diverse migliaia di svizzeri. Né gli acquirenti né la Confederazione ritengono che queste transazioni siano in contrasto con il principio di neutralità: l’importante è esaminare ogni richiesta senza prendere posizione per l’una o l’altra parte.

Il servizio mercenario è sempre stato cruciale per il Vallese. Fin dal Medioevo, i membri delle famiglie patrizie si sono distinti come capi mercenari e gli antenati di Gaspard Stockalper non fanno eccezione.

Questa attività era una buona fonte di reddito sia per i proprietari delle compagnie che per gli ufficiali. Le somme ricevute in cambio del diritto di reclutamento rappresentano una parte consistente delle entrate pubbliche. Inoltre, nel Vallese non mancano i figli in esubero dei contadini.

La Francia è un mercato particolarmente attivo, poiché il regno è in grado di reclutare almeno 6’000 soldati svizzeri in virtù del grande trattato di alleanza difensiva firmato nel 1521 e appena rinnovato. Quando la Confederazione non gli permette di ampliare sufficientemente i suoi ranghi, il re di Francia è ben felice di rivolgersi alle compagnie franche vallesane. Nel 1641, il Reggimento Ambühl del Vallese, forte di 2’000 uomini, entra in servizio.

illustrazione di una scena di battaglia durante la guerra dei 30 anni
Durante la Guerra dei Trent’anni, i mercenari erano una “merce” molto apprezzata. Wikimedia

Gaspard Stockalper non comanda le truppe di persona, ma fornisce alla Francia e alla Savoia, e probabilmente anche a Napoli e Venezia, truppe mercenarie affittandole a dei comandanti o consegnandole a degli ufficiali in cambio di un salario fisso. Questa attività permette di ottenere rendimenti fino al 20%, senza praticamente correre rischi.

Stockalper deve recarsi di persona a Parigi solo una volta, nel 1644, poiché il reggimento vallesano era privo di un comandante. Tuttavia, cinque compagnie per un totale di 600 uomini sono già state inviate in Spagna, in violazione del trattato con la Francia, per sostenere gli insorti catalani.

Questi ultimi sono quasi completamente annientati dagli spagnoli nella città strategica di Lérida (in catalano: Lleida). Duecentocinquanta uomini perdono la vita e 200 vengono catturati: un duro colpo per il servizio mercenario. Tuttavia, si stima che fino al 1679 questa sola attività, in costante crescita, ha permesso a Gaspard Stockalper di guadagnare l’equivalente di 48 milioni di franchi di oggi.

Il sale, l’oro bianco

L’attività di Gaspard Stockalper decolla davvero nel 1647, quando ottiene il monopolio più importante, quello della fornitura di sale al Vallese. Il saleCollegamento esterno è una derrata essenziale per l’allevamento del bestiame e per la conservazione di formaggio e carne.

Il Vallese concede in appalto il monopolio dell’approvvigionamento di sale, poiché non possiede miniere e ne necessita fino a 750 tonnellate all’anno. Poiché le fonti di sale sono lontane, chi gestisce le forniture deve mantenere buone relazioni con i centri del commercio e con entità governative.

Inoltre, sono necessari ingenti capitali per anticipare i costi per l’acquisto, il trasporto e lo stoccaggio del sale. È essenziale anche una vasta rete di distribuzione.

Gaspard Stockalper sembra essere la figura ideale per questo ruolo. Il contratto decennale che negozia è vantaggioso: in cambio del diritto e dell’obbligo esclusivo di fornire sale al Vallese, lo paga a un prezzo stabilito e ottiene prezzi di vendita fissi.

È inoltre esente dai dazi doganali e dalle tasse sull’utilizzo delle soste. Da parte loro, i suoi subappaltatori sono sempre obbligati a pagare il sale in contanti. Lui è libero di acquistare il sale dove vuole: a seconda delle condizioni di mercato, può acquistare il sale dalla Francia, dalla Savoia, dalla Borgogna, dal Veneto o dalla Sicilia, intascando un buon margine. Il contratto è rinnovato a due riprese, il che rende Stockalper estremamente ricco.

illustrazione della produzione di sale nel XVII secolo
Produzione di sale nel “De re metallica libri XII”, 1556. Eth-bibliothek Zürich

Tuttavia, la vera forza motrice della sua “macchina da soldi” a Briga è la combinazione del transito attraverso il Sempione, del mercenarismo e del sale, che formano un sistema che si autoalimenta.

Queste tre elementi gli permettono di muoversi tra le grandi potenze. Fornisce mercenari al re di Francia in cambio di sale a buon mercato, di privilegi commerciali e di vantaggi speciali. L’ambasciatore francese scrive più volte a Parigi che “Stockalper governa il Vallese” o che “Stockalper è il capo del Vallese”. Il sale a buon mercato deve essergli consegnato per non compromettere il costante flusso di mercenari.

Alla corte francese è soprannominato il “re del Sempione”. Stockalper sfrutta anche i suoi atout con gli spagnoli di Milano, permettendo alle truppe di attraversare il passo in cambio di sale a buon mercato e di altri privilegi. Tutti i regnanti vogliono entrare nelle grazie di questo signore di Briga. È nominato Cavaliere dell’Ordine di San Michele da Luigi XIV, Cavaliere dell’Ordine della Milizia Aurata da Papa Urbano VIII, barone dal duca di Savoia e Cavaliere dell’Impero dall’imperatore Ferdinando III.

Nel corso degli anni, Gaspard Stockalper de la Tour si rende utile a tutti grazie alla sua neutralità politica-commerciale. Impedisce alle grandi potenze di intervenire e le mette l’una contro l’altra, pur facendo affari con ciascuna di loro.

In questo modo, permette al Vallese di superare senza problemi un periodo difficile, arricchendosi notevolmente. Mentre la rivalità tra Francia e Spagna persiste oltre i Trattati di Westfalia del 1648, la neutralità che Stockalper ha stabilito come modello commerciale e il suo statuto in questo gioco di equilibrismo rimangono intatti.

Nel 1669 è nominato alla più alta carica secolare del Vallese, quella di gran balivo, che riunisce i massimi poteri legislativi, esecutivi e giudiziari. All’apice della sua carriera economica e politica, sembra intoccabile. Ma il destino deciderà diversamente…

L’autore

Helmut Stalder è uno storico, pubblicista e autore specializzato in storia dell’economia, dei trasporti e della tecnologia.

SWI swissinfo.ch pubblica e traduce regolarmente articoli dal blog del Museo nazionale svizzeroCollegamento esterno dedicati a temi storici. Si tratta di contributi sempre disponibili in tedesco e spesso anche in francese e inglese.

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