La Svizzera a Lipsia tra letteratura e politica
Non di sola scrittura si è parlato alla Fiera del libro di Lipsia. Oltre a presentare la scena letteraria svizzera, la manifestazione è stata l’occasione per discutere del freno all’immigrazione deciso dal popolo elvetico il 9 febbraio.
Quella di Lipsia è la seconda più grande fiera tedesca del libro, dopo Francoforte. Quest’anno è la Svizzera ad essere il paese ospite o per meglio dire «ad entrare in scena».
Ad un giorno dalla chiusura, gli organizzatori si dicono soddisfatti: il pubblico è stato numeroso. Il padiglione svizzero è riuscito ad evitare i cliché abituali: niente campanacci, cioccolato o coltellini. Anche se non sono mancate le immagini di paesaggi alpini e chalet.
«Il pubblico è venuto prima di tutto per i libri, ma è chiaro che il voto del 9 febbraio è sulla bocca di tutti. I media tedeschi s’interrogano», afferma Dani Landolf, direttore dell’Associazione svizzera dei librai e degli editori (SBVV). A un mese dal sì popolare all’iniziativa «contro l’immigrazione di massa», sono tante le questioni ancora aperte, sul modo in cui la Svizzera applicherà il testo e sulle possibili conseguenze sui rapporti bilaterali con l’UE. Il tema insomma fa discutere.
«L’esito della votazione ha senza dubbio attirato l’attenzione sulla Svizzera. Per noi è stata un’occasione per presentare un’immagine diversa del paese, qui a Lipsia», afferma ancora Dani Landolf. Lui e i suoi colleghi hanno organizzato, tra l’altro, un dibattito con diversi autori e giornalisti sul tema “Il malessere del piccolo Stato».
L’incontro ha riscosso particolare interesse, anche se il pubblico non è intervenuto. I commenti a fior di labbra non sono però mancati, come ha potuto constatare l’esperta di letteratura svizzera Gabriela Bader. «Vogliono venderci i loro libri. Ma noi, non ci vogliono più», ha sentito dire da un visitatore.
Il peso dell’attualità non ha però fatto ombra al grande protagonista della fiera: il libro. «Il pubblico conosce bene la letteratura svizzera. Sono rimasta impressionata. Molti sono arrivati con in tasca una lista di libri che volevano comprare oppure sfogliare», afferma Gabriela Bader.
L’obiettivo degli organizzatori era quello di far conoscere al pubblico la diversità della cultura elvetica, con le sue quattro lingue nazionali e le sue tradizioni. Alla presentazione dello scrittore grigionese Arno Camenisch, che ha letto uno stralcio del suo libro in tedesco e romancio, tutte i posti erano occupati. L’occasione per scoprire questo giovane autore, per chi ancora non lo conoscesse, e magari per sentire per la prima volta il suono di questa lingua minoritaria.
(Immagini: Fabian Stamm; Testo: swissinfo.ch e Lena Langbein)
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