La Val Bregaglia e Vicosoprano si trasformano in un museo a cielo aperto
La Biennale Bregaglia accoglie per la seconda volta gli amanti dell'arte nella valle del Grigioni italiano. La coppia di curatrici Bigna Guyer e Anna Vetsch propone un percorso nel paese di Vicosoprano, un'idea espositiva che potrebbe fare scuola nelle Alpi.
“Non hai detto di no, giusto?”. La frase, ripetuta ritmicamente in un vecchio fienile poco illuminato, fa venire la pelle d’oca. Le voci accompagnano lo scorrere di immagini in primo piano: un fuoco scoppiettante, mani che lavorano erbe medicinali essiccate, una figura che disperde della cenere in un fiume gorgogliante. Attraverso gli interstizi delle pareti di legno, spifferi di vento fanno ondeggiare le tende blu trasparenti, animandole per l’ingiusto interrogatorio che si sta tenendo in quel luogo. I giudici e le giudici fanno sempre nuove insinuazioni durante il cortometraggio, ma ogni “domanda” si conclude con “Giüst? Giüst? Giüst?”, parola in dialetto locale, il bargaiotCollegamento esterno, che significa “giusto”.
Il film di Lena Maria ThüringCollegamento esterno è una delle opere nate apposta per la seconda edizione della BiennaleCollegamento esterno nella bella val Bregaglia. L’artista zurighese ha scavato negli archivi della valle alpina nel Grigioni italiano alla ricerca dei protocolli dei processi alle streghe e di recenti interrogatori a donne vittime di violenze. In un’accelerazione ci regala un condensato poetico fatto di paura e coraggio, oppressione ed emancipazione della donna.
I testi sono stati musicati dal coro localeCollegamento esterno, le immagini registrate lungo la Mera, fiume che attraversa la valle, e nei locali della fabbrica di prodotti cosmetici SoglioCollegamento esterno. Oltre ad essere un momento culminante della Biennale 2022, il contributo di Thüring presenta in maniera esemplare la cosiddetta site-specificity, ossia la specificità del luogo, come hanno indicato le due storiche dell’arte e curatrici in luglio, durante una visita pubblica dei luoghi espositivi.
Il popolo ha detto “sì”
Anche se molte persone accorse per la Biennale collocano l’attuale edizione nella scia delle mostre precedenti promosse dal 2012 dall’associazione Progetti d’Arte in Val BregagliaCollegamento esterno insieme al curatore e gallerista di Coira Luciano FasciatiCollegamento esterno, quella di quest’anno sembra essere il tentativo di assicurarsi il consenso politico. Nel 2019, la popolazione della valle era stata chiamata ad esprimersi sul credito di 245’000 franchi per finanziare tre edizioni della Biennale artistica. E i bregagliotti e le bregagliotte hanno detto “sì”.
Il successo alle urne può essere letto come un sostegno incondizionato a favore dell’arte, ma anche come l’espressione di un desiderio, quello di rafforzare l’economia e il settore turistico di una valle discosta grazie a un’esposizione a cielo aperto. E i numeri sembrano rispettare le attese della popolazione locale. Nei fine di settimana, il pubblico pernotta nei vari alberghi tra Maloja e Promontogno, visto che gli hotel di Vicosoprano, dove si tiene la Biennale, sono al completo. Inoltre, le mode cittadine hanno conquistato il ristorante locale, dove l’Aperol Spritz va a ruba, mentre nel negozio di paese, dove tra gli scaffali viene presentata una videoinstallazione di Rico Scagliola & Michael Meier, le torte alle noci sono quasi esaurite. Eppure la specialità locale sarebbe la torta alle castagne.
Dimensioni che promettono bene
La videoinstallazione del duo zurighese Scagliola & Meier viene presentata nei sei negozi di alimentari della valle, un’eccezione nell’attuale esposizione. Come Luciano Fasciati, che nel 2020 aveva curato l’edizione numero zeroCollegamento esterno della Biennale, anche Guyer e Vetsch hanno scelto di concentrare la mostra a Vicosoprano, paese nel centro della valle che misura circa 30 chilometri. L’ospite ha così la possibilità di vedere tutte le opere in un solo pomeriggio. Nella Art SafientalCollegamento esterno, altra valle del cantone dei Grigioni, bisogna invece spostarsi in pullman o auto.
Le dimensioni non troppo grandi sono forse la ricetta giusta per esposizioni ricorrenti nelle valli di montagna? Ad esempio, la Môtiers – Art en plein AirCollegamento esterno, esposizione nella valle di Travers, nel cantone di Neuchâtel, nella parte francese della Svizzera, si dipana su un percorso di 2-3 ore a piedi e si tiene circa ogni quattro anni dal 1985. Anche la Biennale Bregaglia intende durare nel tempo. E in questo momento sembra che l’idea sia sostenibile. Quando abbiamo redatto il testo, alla fine di agosto, circa 4’500 persone avevano già visitato gli spazi espositivi.
Scoperte in spazi ristretti
Le due curatrici hanno collocato dodici opere di artiste e artisti, per lo più provenienti dalla Svizzera, a Vicosoprano, villaggio di 300 abitanti. Ciò permette a chi si interessa d’arte di andare a scoprire luoghi altrimenti inaccessibili o inospitali, creando un connubio interessante. Ad esempio, una casa con le facciate riccamente decorate con degli sgraffiti, che per lunghi anni ha celato la sua storia dietro spesse mura e porte chiuse a chiave, ora fa da scenario a una serie di nuovi dipinti, dal grande impatto visivo, dell’artista Andriu DeplazesCollegamento esterno. Le opere illustrano l’isolamento esistenziale nel tessuto interpersonale e familiare. In una fila di container lungo il fiume, usati negli anni Sessanta dalla gente del posto come garage e che ora la natura ha fatto suoi, l’artista zurighese Alexandra NavratilCollegamento esterno presenta in un montaggio cinematografico mozzafiato riflessi creativi, a volte naturali, a volte provocati da condizioni discutibili.
Nel frattempo, Sina, una specie di Pippi Calzelunghe, ha preso possesso delle fontane della valle. La sua creatrice, l’artista losannese Zoé Cornelius, ha vinto il concorso per giovani artisti, lanciato dalla Biennale.
Dietro le ante chiuse di un fabbricato perfettamente proporzionato e aggiunto a una casa, Vetsch e Guyer hanno scoperto una catasta di legna che si è rivelata perfetta per una delle tre opere che non fanno parte di questa Biennale. Nel film Ever Since We Crawled Out del 2018, il celebre artista svizzero all’estero Julian CharrièreCollegamento esterno condensa filmati d’archivio di tagli di boschi, trasformandoli in una vertiginosa cascata di cadute. Guardando e riguardando l’abbattimento di gigantesche piante secolari, si palesa il baratro dell’essere umano che ci aveva già colpito nel video di Thüring.
Rumore di sottofondo
La Biennale Bregaglia 2022 è dedicata ai “legami tra i villaggi”, anche se il motto passa forse un po’ in secondo piano. Guyer e Vetsch hanno reinterpretato l’idea chiave, da una parte nella scelta del paese, dall’altra l’hanno ancorata nel quadro concettuale della loro mostra e nel programma di accompagnamento per dare alle artiste e agli artisti e alle loro opere la necessaria libertà creativa. “A interessarci erano soprattutto le infrastrutture della valle, la geografia, il suo ruolo sulla via commerciale verso sud, la costruzione della strada del passo del Maloja, i processi alla streghe e la struttura di Vicosoprano”, spiegano le due curatrici nella pubblicazione in cui viene illustrata l’idea su cui poggia la Biennale. Questi elementi emergono nelle opere o nel luogo in cui sono esposte, ma lo fanno in maniera discreta. E va bene così.
Infatti, chi visita un’esposizione a cielo aperto vuole vivere un’esperienza, “immergersi” nell’arte, scoprire un luogo, avere la sensazione di evadere dalla quotidianità grazie alla fusione tra montagna e paesaggio artistico per rincontrare il mondo nello specchio dell’arte. Giusto? Giüst!
–> Biennale Bregaglia 2022, Vicosoprano, fino al 24.9Collegamento esterno.
Traduzione di Luca Beti
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