La valle delle ombre
Presentato alle Giornate del cinema di Soletta, il primo lungometraggio del regista svizzero-ungherese Mihály Györik è un viaggio attraverso le paure e le superstizioni, alla scoperta delle tradizioni rurali e del paesaggio delle valli ticinesi.
«Chiudete gli occhi e non imbrogliate. Quella che sto per raccontarvi è una storia vera accaduta tanto tempo fa nel mulino al di là del ponte… ». La voce è quella di un ragazzino un po’ spavaldo, forse spaventato dalle sue stesse parole, sospese tra fantasia e realtà. La storia, invece, è quella del massacro di nonna Clara, ritenuta responsabile della sparizione di diversi bambini, e del risveglio del suo fantasma.
Leggende e superstizioni fanno da filo conduttore al primo lungometraggio di Mihály Györik, ambientato nelle valli ticinesi (soprattutto Verzasca e Bavona) e in concorso per il Prix du public alle Giornate del film di Soletta. Il film ripercorre la storia di Matteo, un ragazzino di città che va a trovare il nonno in un isolato villaggio di montagna, alla vigilia di un’antica festa pagana.
Assieme alla cugina Lidia e ad altri tre amici, Matteo si ritrova intrappolato nella trama del gioco, affascinato dal mistero delle loro parole. E così, l’antica tradizione del narratore rivive nella figura di questi ragazzi, che a turno rielaborano storie di antiche paure e orrore, riemerse dal passato.
«La sceneggiatura è stata scritta prendendo spunto da quattro racconti dello scrittore emiliano Eraldo Baldini. La sua letteratura gotico rurale è carica di suspense e mescola storie contemporanee a superstizioni e tradizioni del passato», spiega il regista.
Di origini ungheresi e spagnole, Györik ha un legame molto profondo con la dimensione magica del mondo rurale che si ritrova con forza nel lungometraggio. Così come il suo amore per il paesaggio del della Svizzera italiana, dove è cresciuto: «Il Ticino ha scenografie spettacolari. Ci sono presenze ancestrali nella natura e nell’architettura che ho cercato di cogliere».
Esorcizzare il male
Confrontato con le leggende di un maiale impazzito, di una vecchietta fantasma e di una scrittrice misteriosamente scomparsa, Matteo vive una storia di iniziazione che lo porterà a esorcizzare le sue paure e a scoprire sulla propria pelle l’esistenza del male.
«La valle delle ombre è un film di genere, tra la fiaba e il thriller, ma non è mai stato pensato come un film d’autore. Abbiamo scelto storie di fantasia che non sono forzatamente legate alle nostre valli per permettere ad ognuno di identificarsi. In fondo, The Valley (come è titolato il film in inglese) è una valle immaginaria, anche se molti elementi sono tipicamente svizzeri», racconta Mihály Gyӧrik.
Malgrado alcuni passaggi siano forse un po’ scontati, l’opera di questo giovane regista – presentata al Festival di Locarno in prima mondiale – conduce in un mondo di inquietudini ataviche e non è certo adatto a conciliare il sonno. D’altronde, come spiega lo stesso Eraldo Baldini, non è necessario credere a queste storie di paura e fantasmi, ma bisogna rispettarle perché non si sa mai cosa può accadere.
Un parto difficile
Coproduzione italo-svizzera e ungherese, il lungometraggio ha vissuto una genesi piuttosto travagliata. «Il progetto è nato nel 2004, ma le riprese sono iniziate soltanto nel dicembre del 2006 e si sono protratte per ben due anni», spiega la produttrice Viviana Bertoglio. «Non è stato facile trovare i finanziamenti necessari per realizzare questo film anche perché la prima versione della sceneggiatura non ha convinto l’Ufficio federale della cultura che ha respinto la candidatura».
«Girare nelle valli ticinesi, con un’ambientazione invernale e la presenza di tanti animali, ha poi comportato costi non indifferenti. Il film è costato 4 milioni di franchi, ed è stato finanziato da privati per il 30%, una cifra onerosa per la nostra realtà», ricorda Viviana Bertoglio. «Il vero problema in Svizzera è trovare i finanziamenti per lo sviluppo del film e della sceneggiatura, poter contare su un sostegno più diretto da parte delle istanze pubbliche».
Alle difficoltà finanziarie si sono aggiunte quelle del casting, come ricorda lo stesso regista. «La selezione è stata lunga perché volevamo a tutti i costi dei bambini che parlassero con una cadenza ticinese, per rendere più credibile il film. Abbiamo perlustrato tutte le scuole della regione, incontrato 600 bambini, prima di trovare un gruppo che potesse funzionare al meglio. Inoltre non è stato facile coinvolgere nel film gli abitanti delle valli, permettere loro di partecipare come attori a fianco di personaggi più conosciuti. È stata un’esperienza incredibile per tutti…».
Dopo la rischiosa proiezione in Piazza grande a Locarno, avvenuta a film non ancora ultimato, La valle delle ombre è stata presentata alle Giornata di Soletta in una nuova versione, rimaneggiata nel montaggio, nella sonorizzazione e nelle musiche. Si tratta però ancora di una tappa intermedia prima dell’uscita nelle sale, prevista a marzo. Un’occasione di rivincita per Gyӧrik e la sua troupe dopo un’accoglienza piuttosto tiepida riservata a questa fiction transfrontaliera da pubblico e critica.
Stefania Summermatter, Soletta, swissinfo.ch
Nato a Basilea nel 1971, vive in Ticino dal 1972. Ha la nazionalità svizzera e ungherese.
Ha studiato regia per cinema e televisione all’Accademia di Cinema ed Arti Drammatiche di Budapest e si è laureato in scrittura per sceneggiatura alla ”University of Southern California” di Los Angeles.
Filmografia:
2009: La valle delle ombre, lungometraggio
1997: Cross-roads, mediometraggio
1995: Murder-They Said!
– Premio miglior cortometraggio svizzero e migliore fotografia al Festival di Locarno.
– Premio ”Stanley Johnson” alle Giornate del cinema svizzero di Soletta.
– Premio di studio dal Dipartimento Federale della Cultura.
1994: The Amazing Alexander
1993: The Railway Station
La 45esima edizione delle Giornate di Soletta si sono svolte dal 21 al 28 gennaio 2010.
In cartellone ci sono 302 pellicole, tra film di fantascienza, di animazione, documentari e clip musicali.
Una tavola rotonda sulla politica di incoraggiamento al cinema della Confederazione è in programma il 25 gennaio.
Prix du Public:
• Verso, Xavier Ruiz
• Bödälä – Dance the Rhythm, Gitta Gsell
• Sinestesia, Erik Bernasconi
• Pizza Bethlehem, Bruno Moll
• Der Grosse Kater, W.G. Baermann
• Coeur animal, Séverine Cornamusaz
• Complices, Frédéric Mermoud
• La guerre est finie, Mitko Panov
• Champions, Riccardo Signorell
• Dharavi, Slum for Sale, Lutz Konermann, Rob Appleby
• La valle delle ombre, Mihàly Györik
• Zwerge sprengen, Christof Schertenleib
• Mein Kampf, Urs Odermatt
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.