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Le bionde dividono ancora, ma …

Una pasticceria che fin dall'inizio ha scelto il divieto del fumo. swissinfo.ch

La proposta del Governo ticinese di vietare il fumo negli esercizi pubblici, divide l’opinione pubblica: basta dare un’occhiata alle lettere dei lettori che in questi giorni animano i quotidiani.

Eppure la sensibilità a favore del divieto generale sembra aumentare.

E’ perlomeno quanto abbiamo scoperto dopo una breve sosta in alcuni locali ticinesi. Comprensione sì ma anche preoccupazione, come ci spiega Ugo Lazzarotto, gerente della birreria Bavarese in Viale Stazione a Bellinzona.

Marco, Mario e il “Bava”

Il “Bava”, come viene chiamato dagli affezionati e regolari avventori, è uno dei locali storici della capitale. Frequentatissimo, è un ritrovo decisamente popolare. Marco e Mario sono due amiconi; il primo fuma come un turco, il secondo ha smesso. Per loro la puntatina al “Bava” è ormai una tradizione.

“Ora che ho smesso di fumare – dice a swissinfo Mario – non vedo questo divieto come fumo negli occhi. Anzi. Però da ex fumatore mi ricordo benissimo che la pausa sigaretta davanti ad un caffè e ad un giornale era un momento piacevole, che mi prendevo sempre. Quindi capisco chi protesta”.

Come Marco che non vuole saperne di smettere di fumare. “Non sono mai stato d’accordo con forme di divieto imposte dall’alto. Lo vivo – spiega a swissinfo – come una limitazione della mia libertà”. Ma al “Bava”, probabilmente, continuerà ad andare.

Comprensione e preoccupazione

Preoccupato Ugo Lazzarotto, anch’egli non fumatore. “Mi starebbe benissimo – commenta a swissinfo – un divieto generale per tutti, senza deroghe, come in Italia. Il problema di questa proposta governativa è che saranno penalizzati i locali con un unico spazio, come il mio”.

“E come la mettiamo in quei locali che possono dividere gli spazi? Il cameriere che passa da un locale all’altro non potrà, per esempio, evitare il fumo passivo! Qui al “Bava” c’è una clientela molto diversa, e non tutti sono fumatori. Problemi non ne ho mai avuti”. Ma questa nuova legge qualche grattacapo lo dà.

Alfonso attende con serenità

Sembra prendere la proposta con filosofia Alfonso Coderey, titolare del Bar Fonzi, al numero 23 di Via Monte Boglia a Lugano. Fonzi è un piccolo locale che esiste da undici anni. “Come vede – spiega Coderey – nel mio locale non si possono fare delle separazioni. Se tutti rispetteranno il divieto, non dovrebbe esserci un impatto negativo sulla clientela”.

Ma i suoi clienti, appunto, che dicono? “Discutiamo serenamente di questa decisione governativa. E finora nessuno ha parlato di boicottaggio se non potrà più fumare”. Secondo Coderey, anche lui ex fumatore, per finire i vantaggi del divieto del fumo saranno maggiori. Allude, per esempio, ai costi indotti dal fumo sulla manutenzione del locale.

Da quindici anni senza fumo



Sorride invece Franca Antognini, proprietaria della pasticceria e tea-room Marnin, affacciata sulla Piazza Sant’Antonio a Locarno. Il suo locale è fin dalla nascita non fumatori. “La scelta è stata dettata dall’amore per il nostro lavoro: una tradizione pasticciera giunta alla quarta generazione. La volontà di proporre ai clienti prodotti sempre freschi, dal sapore e dal profumo inalterati – ricorda a swissinfo Franca – ci ha convinti, 15 anni fa, a vietare il fumo, da subito. Non come discriminazione nei confronti dei fumatori, ma per amore dei nostri prodotti”.

Un amore del resto contraccambiato da una clientela, composta anche da fumatori, che frequenta e apprezza il piccolo ritrovo, proprio per quell’oasi senza fumo. Come Sabrina, titolare di una boutique, che non sopporta di sentirsi addosso il fumo. O come Paolo: “E’ vero, fumo. Ma spesso ho proprio voglia di gustarmi un buon caffè o di farmi uno spuntino senza sentirmi avvolto da una nebbiolina di nicotina”.

Una lotta decisa

Le bionde, insomma, sembrano dividere. E anche se molti fumatori si sentono con le spalle al muro, il calumet della pace – tra i due schieramenti – manda ancora segnali di fumo. Certo è che la lotta contro il fumo è condotta con decisione e fermezza. Anche nei Grigioni, dove si vuole vietare la vendita delle sigarette ai minori di 16 anni.


swissinfo, Françoise Gehring

In Svizzera i fumatori tra i 15 e i 74 anni sono 1,75 milioni, ossia il 33%.
I fumatori sono in maggioranza uomini e gli apprendisti fumano più degli studenti.
Più di 4 mila sostanze tossiche sono contenute nel fumo del tabacco.
I costi diretti che derivano dall’abuso di tabacco sono stimati a più di un miliardo di franchi.

Il 13 ottobre il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha presentato il messaggio che propone il divieto generale di fumare negli esercizi pubblici. Ci sarà un anno di tempo per adeguarsi alle nuove norme, che prevedono deroghe solo in locali isolati e ventilati.

Il messaggio, che dovrà essere approvato dal Gran Consiglio, ha avviato un ampio dibattito nell’opinione pubblica.

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