Leone d’oro per due artisti svizzeri

La 50esima edizione della Biennale di Venezia ha premiato con il leone d'oro le opere del duo svizzero formato da Peter Fischli e David Weiss.
Inaugurata sabato, la grandiosa esposizione d’arte moderna ha aperto ufficialmente i suoi battenti al pubblico domenica 15 giugno.
I due videoartisti svizzeri Peter Fischli e David Weiss sono stati premiati per aver saputo interpretare al meglio il tema della Biennale: «Sogni e conflitti: la dittatura dello spettatore».
Secondo la motivazione ufficiale, il leone d’oro per la migliore opera esposta è andato a Fischli e Weiss «in riconoscimento del loro lungo e coerente lavoro comune, della loro modestia, chiarezza e qualità artistica, per aver posto domande che ci fanno tutti un po’ disposti a capirci a vicenda, e per aver creato un lavoro che coglie la vera natura dei sogni e dei conflitti».
I leoni d’oro alla carriera sono andati all’ottantacinquenne Carol Rama, la grande signora dell’avanguardia italiana, e al pittore Michelangelo Pistoletto.
Contributi svizzeri
Nei vari padiglioni espositivi della mostra – che si trovano nella sede storica dei Giardini, ma anche nel vecchio arsenale di Venezia – si possono ammirare le opere di più di 380 artisti provenienti da 64 paesi diversi: un record.
Oltre che da Fischli e Weiss, la Svizzera è rappresentata da Emanuelle Antille e dal duo formato da Gerda Steiner e Jörg Lenzlinger.
Emanuelle Antille è la prima donna ad animare il padiglione svizzero. La sua opera s’intitola «Angels Camp». Elemento principale un film, la storia sospesa nell’aria di un luogo fittizio e dei suoi strani abitanti.
Nella vicina chiesa di San Stae, il duo di artisti zurighesi Gerda Steiner e Jörg Lenzlinger ha realizzato un’installazione vegetativa intitolata «Fallender Garten» (giardino calante).
Il tema non è una novità per i due artisti, che da tempo si occupano di piante e giardini. I due interpretano il loro lavoro come complemento allo sfarzo neobarocco della chiesa, ma anche come contrappunto alla sua pesantezza. L’edificio sacro dovrebbe così diventare «un luogo della distensione», come spiega Lenzlinger.
Uno svizzero tra i curatori e la soddisfazione di Couchepin
Il direttore della cinquantesima edizione della Biennale è l’italiano Francesco Bonami, uno dei realizzatori di esposizioni più rinomati al mondo. Succede allo svizzero Harald Szeemann che aveva allestito la mostra nel 1999 e nel 2001, ampliandola in modo deciso.
Bonami si avvale dell’aiuto di undici curatori. Tra di loro è stata nominato anche Hans-Ulrich Obrist, un altro rappresentante del nutrito clan elvetico.
Alla cerimonia d’inaugurazione di sabato ha partecipato anche il consigliere federale Pascal Couchepin. Il ministro svizzero della cultura ha avuto il piacere di visitare la mostra in compagnia del direttore Bonami.
Couchepin è stato colpito in particolare dal giardino realizzato all’interno della chiesa di San Stae da Gerda Steiner e Jörg Lenzlinger. «È un lavoro meraviglioso», ha commentato il consigliere federale. «Leggero, ma dai significati profondi».
swissinfo e agenzie
50esima edizione della Biennale di Venezia
Presenti più di 380 artisti provenienti da una sessantina di paesi diversi
La mostra rimarrà aperta fino al 2 novembre
La Biennale di Venezia è la più antica esposizione d’arte al mondo. Fu organizzata per la prima volta nel 1895. Tra le sue particolarità la bipartizione tra mostra internazionale e padiglioni nazionali.
Nel 1934 Hitler e Mussolini visitarono insieme la Biennale. Nel 1948 la mostra accolse per la prima volta opere di Picasso.
Nel 1948 la Svizzera inaugurò il suo nuovo padiglione, progettato da Bruno Giacometti.
Le edizioni del 1999 e del 2001 sono state curate dallo svizzero Harald Szeemann.

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