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Locarno sotto il segno del jazz

Dal film Jam Session (foto Festival del film di Locarno) swissinfo.ch

Il Festival internazionale del film di Locarno mette l’accento quest’anno sulla musica jazz e i diritti umani. Molti anche i film a basso costo.

Presentato il programma della 56esima edizione del festival, ancora più grande e con molte sezioni speciali.

“Abbiamo lavorato molto”, ha esordito la direttrice artistica del festival Irene Bignardi alla presentazione per la stampa del programma della 56esima edizione della rassegna internazionale del cinema di Locarno.

Molto lavoro e molti film! Ancora più dell’anno scorso. Locarno continua a crescere e grazie ai forti sponsor, alcuni consolidati altri nuovi, sembra potersi permettere, almeno per questa e per la prossima edizione, di essere un vero festival di portata internazionale.

C’era ancora un po’ di suspense riguardo alla disponibilità di Irene Bignardi a guidare il festival l’anno prossimo. La radiosa direttrice artistica ha accettato di rimanere anche nel 2004.

Dopo quella data non si sa ancora. Un’altra cosa che resta ancora da vedere è quanto il Canton Ticino si impegnerà nuovamente a livello finanziario per il suo festival. Il presidente Marco Solari ha accennato in proposito ad uno studio in corso sulle ricadute economiche per il cantone, studio che dovrebbe proprio servire da incentivo a chi tiene i cordoni della borsa.

Film in competizione

Le ombre della crisi economica mondiale si sono fatte sentire naturalmente anche sulla produzione cinematografica, come ha sottolineato Teresa Gavina, della direzione artistica.

“Difficile non parlare di crisi della cinematografia mondiale”, ha detto, sottolineando come solo la Francia sostiene il proprio cinema con convinzione e collaborando a diverse grosse coproduzioni in tutto il mondo. “Da parte degli altri paesi si percepisce la paura ad investire nel cinema e la mancanza di fondi”.

“Ciò non significa però che i cineasti abbiano paura e non vogliano prendere rischi”, ha specificato.

Stemperando l’immagine un po’ fosca dello stato di salute del film nel mondo, Irene Bignardi ha sottolineato invece che “quello che si nota è una buona qualità media dei film”.

“Forse avremmo potuto trovare film più grandiosi, più spettacolari, ha detto a swissinfo, ma quelli che abbiamo mi piacciono così tanto che non mi sembra di aver perso molto.”

“La necessità aguzza l’ingegno”

A proposito di film fatti con pochi soldi, Irene Bignardi ne cita ad esempio uno proveniente da Cuba “Video de Familia” che è costato solo 400 dollari! Alla faccia del low-budget!

“Per un’ora si vedono cinque personaggi in una stanza che cercano di mandare un video ad un famigliare emigrato negli Stati Uniti, racconta Bignardi. “Geniale! Quando la mancanza di denaro produce cose del genere, allora ben venga.”

Un’attenzione speciale per Cuba, per l’Argentina, e anche due film che arrivano dal Kazakistan e dalla Cecenia, e che sono tra i primi a parlare dal di dentro della situazione che si vive in quei paesi. “Siamo curiosi di sapere cosa dice questo film ceceno, piccolo ma tuttavia molto importante”, sottolinea la direttrice artistica.

Il Jazz, una forma d’arte rivoluzionaria

La retrospettiva di quest’anno, dedicata al Jazz, era in preparazione da tempo. Si tratta di film scanzonati, di puro divertimento, come il film che aprirà il festival sulla Piazza Grande, una copia restaurata di “The Band Wagon”, ma anche di film che, magari indirettamente, parlano degli oppressi.

La musica jazz, come ricorda Irene Bignardi è nata proprio come forma di espressione degli schiavi d’America. Ma se molti sono i film dedicati ai diritti umani, il festival non presenta certamente solo casi umani e solo impegno politico.

Il film che apre il festival ad esempio, il già citato “The Band Wagon” è un “trionfo di puro divertimento”, come lo definisce Irene Bignardi e poi ci sono film artistici, d’autore, come il “Casanova” di Fellini o “Forever Mozart” di Godard, “Holiday” di Cukor o grandi classici, e anche film un po’ pazzi come “Calendar Girls”.

Tutti gli aspetti del cinema insomma. “Perché il mondo parla attraverso il cinema e noi dobbiamo ascoltarlo”, conclude Irene Bignardi.

swissinfo, Raffaella Rossello

Locarno, dal 6 al 16 agosto

Film in competizione : 20 lungometraggi di 17 paesi. Uno del vodese Jean-François Amiguet. «Au sud des nuages».

Otto i film europei, di cui due italiani : «Ora o mai più», di Lucio Pellegrini e «Il vestito da sposa» di Fiorella Infascelli.

Otto film di paesi «del sud del mondo», (Bolivia, Pakistan, India e Iran)
Un solo film americano e uno russo.

Sezione svizzera: 50 film nuovi o recenti

Programmi speciali dedicati al film cubano, argentino e scandinavo.

Leopardo d’onore al regista britannico Ken Loach.

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