Lugano rende omaggio a Wim e Donata Wenders
Con una mostra fotografica eccezionale, la città di Lugano rende omaggio a Wim Wenders e alla moglie Donata. Fino al 3 settembre prossimo, gli scatti di scena dai set dei film più famosi del grande regista tedesco, firmati da lui stesso e dalla moglie, sono esposti alla Villa Ciani.
Appena varcata la soglia della prima sala, lo sguardo si ferma sul primo cliché in bianco e nero: ritrae un intenso ed ombroso Michelangelo Antonioni accanto alla moglie Enrica. Il maestro indimenticato di “Il deserto rosso”, scomparso a Roma nel 2007, è stato fotografato dal collega Wim Wenders sul set del film “Al di là delle nuvole”, che i due registi hanno girato assieme tra il 1994 e il 1995. Sempre in bianco e nero, si vede il cineasta posare accanto al protagonista, un giovanissimo e bellissimo Kim Rossi Stuart, allora alle prime armi.
Intitolata “Time with Antonioni”, la prima delle otto sezioni che compongono la mostra vuole essere una cronaca intensa e personale delle riprese sul set. Il nero e bianco lascia quindi posto al colore per rendere in tutta la sua luminosità un paesaggio di Aix-en-Provence, che fa di sfondo ad altri due mostri sacri del cinema mondiale, Jeanne Moreau e Marcello Mastroianni, i quali formano una coppia invero un po’ inusuale.
Accanto a loro, Fanny Ardant, ripresa dall’obiettivo di Wenders in tutto il suo splendore, e ancora Irène Jacob, fotografata da Donata sempre a Aix-en-Provence. Poi, con una sequenza dei due registi fotografati da Donata a Portofino si torna alla tenebrosità del bianco e nero.
Quattro delle dodici sale sono dedicate alle riprese di “Al di là delle nuvole”: Wim e Donata – sposati dal 1993 – si danno il cambio a perfezione e i loro scatti focalizzano a meraviglia il tempo e lo spazio. Le riprese fotografiche dei coniugi Wenders conducono il visitatore attraverso il set dei film e dei loro protagonisti, da Aix-en-Provence a Portofino, da Parigi a Ferrara, con Vincent Perez, Sophie Marceau e John Malkovich.
Emozioni e colori
Più colore che bianco e nero invece per le riprese di “The end of violence”, girato nel 1997: paesaggi stupendi e mare turchese sono la cornice del film interpretato da Andie McDowell e Bill Pullman. E i colori in tante sfumature nelle vedute dell’Avana, la capitale di Cuba e set di “Buena Vista Social Club” (1998).
L’Avana con le sue “avenidas” un po’ trasandate ma che sudano il ritmo e la musica, con le sue auto anni ’50 o con i gruppetti di bambini che si recano a scuola vestiti di bianco. Ma per immortalare il mitico musicista Ibrahim Ferrer e alcune comparse locali – un’anziana con un turbano sul capo, un vecchietto che fuma il sigaro – Wim e Donata tornano al bianco e nero.
Sono tante le emozioni man mano che si percorre la mostra intitolata “Film stills and Backstage – Fotografie di Wim e Donata Wenders”: una serie di clichés manipolati con programmi grafici e montate su “light box” (pannelli luminosi) è stata appositamente creata per il film “Fino alla fine del mondo” e ne rendono perfettamente l’idea.
Le foto di “The Million Dollar Hotel”, girato nel 2000 , rivelano lo scorrere dei momenti che si ferma sui visi dei protagonisti – Jeremy Davies e Mila Jovovich – delle comparse e dello stesso regista che interagisce con la troupe.
In ricordo di Pina Bausch
Le ultime sezioni sono quelle dei lavori più recenti del regista tedesco: “Don’t come knocking” del 2005 con la coppia Sam Shepard e Jessica Lange, “Palermo Shooting” del 2008 con Dennis Hopper ritratto da Donata e infine “Pina”, film girato nel 2010 e presentato alla Berlinale 2011, vincitore del Premio LOLA per il miglior documentario del cinema tedesco.
Il film ripercorre la vita della leggendaria coreografa Pina Bausch, mancata improvvisamente durante le riprese. “Pina” è un vibrante omaggio a questa donna che ha saputo creare un nuovo linguaggio nella danza e nel teatro, un inchino alla bellezza”.
Le 286 foto della mostra di Lugano ci riportano ai film di Wenders ma ci fanno anche andare oltre. Il regista, che privilegia le immagini, ha detto una volta: “Il montaggio non è mi è mai piaciuto, l’ho sempre considerato un po’ come un sacrilegio contro ogni singola immagine”. E ancora: “Attraverso il mirino, colui che fotografa può uscire da sé ed essere dall’altra parte, nel mondo, può vedere meglio, sentire meglio, amare di più.”
Il regista nasce il 14 agosto 1945 a Düsseldorf con il nome di Ernst Wilhelm Wenders.
Dopo un esordio in medicina, studia filosofia e sociologia e si avvicina quindi alla fotografia e alla pittura. Il suo approccio con il mondo del cinema avviene tramite un lavoro stagionale per l’United Artist.
Il suo primo lungometraggio “Summer in the city” risale al 1970 ed è il suo saggio d’esame. Wenders prosegue le sue ricerche con “Alice nella città” (1974) e “Nel corso del tempo” (1975), con il quale ottiene i primi riconoscimenti a Cannes.
Il regista si fa conoscere al grande pubblico grazie al’adattamento del romanzo di Patricia Highsmith “L’amico americano” (1977), che segna la prima collaborazione con l’attore svizzero Bruno Ganz.
Seguono due film che lo fanno entrare nella rosa dei grandi registi mondiali: “Lo stato delle cose” del 1982, che gli vale il Leone d’Oro di Venezia, e “Paris Texas” (1984), premiato a Cannes con la Palma d’oro.
Tra le sue opere più importanti da citare ancora “Il cielo sopra Berlino” del 1987, “Fino alla fine del mondo” (1991), “Così lontano così vicino” (1993), “Buena Vista Social Club” (1999), “La terra dell’abbondanza” (2004) e “Palermo Shooting” (2008)
La mostra “Film Stills & Backstage – Fotografie di Wim e Donata Wenders” è stata organizzata da Lugano Arte e cultura (LAC), nell’ambito della rassegna “Lugano celebra Wim Wenders”.
L’esposizione può essere visitata fino al 3 settembre al museo di Villa Ciani.
L’omaggio al regista tedesco prevede anche, in agosto, la proiezione del film “Pina” al Cinestar di Lugano.
A coronamento della rassegna, Wim e Donata Wenders incontreranno il pubblico di Lugano dal 10 al 12 agosto. Saranno accolti dalla Fondazione Lugano per il Polo culturale che conferirà loro il titolo di “LAC Ambassador” nel mondo.
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