Morte di un innovatore utopico dell’arte
Direttore della Biennale arte di Venezia e della Documenta, è morto in Ticino, dove viveva, il critico d'arte e curatore Harald Szeeman.
Amico di tutti i più importanti artisti d’avanguardia contemporanei, noto per la sua lunga attività a livello internazionale, aveva issato il ruolo di curatore a livello di espressione artistica autonoma.
La notizia della morte, avvenuta per improvvise complicazioni di precedenti problemi polmonari, è stata resa nota dalla Biennale di Venezia, dove Szeeman era stato fra l’altro Direttore del Settore Arti Visive dal 1999 al 2001.
«È una perdita gravissima per il mondo dell’arte – ha detto il presidente della Biennale Davide Croff -, che soffrirà la mancanza del talento critico e organizzativo sempre all’avanguardia di Harald Szeemann».
Il più giovane curatore del mondo
Nato nel 1933 a Berna, Szeemann fu direttore della locale Kunsthalle dal 1961 al 1969, poi organizzatore free-lance di esposizioni a livello europeo e mondiale. Direttore di Documenta 5 a Kassel nel 1972, fu a lungo anche Conservatore indipendente alla Kunsthaus di Zurigo.
Membro di importanti organi culturali, dall’Academy of Arts di Berlino alla European Academy of Sciences and Arts di Salisburgo, dal 1957 organizzò esposizioni in accordo con il progetto «From vision to Nail» e con il suo concetto di «intensità a-storica dell’arte».
Szeemann aveva diretto per la Biennale due Esposizioni Internazionali d’Arte di successo (1999 e 2001), e in precedenza aveva lavorato più volte a Venezia, distinguendosi per le sue capacità innovative e le sue doti umane.
Nuovi spazi aperti per l’arte
Organizzatore presso la Biennale, già nel 1965, di un’importante mostra monografica su Giorgio Morandi, poi curatore nel 1975 dell’originale mostra tematica «Le macchine celibi», era stato in seguito co-organizzatore dell’Esposizione Internazionale d’Arte del 1980.
In quell’occasione aveva inventato «Aperto», la sezione espositiva dedicata ai giovani artisti poi replicata nelle Biennali successive.
Chiamato alla direzione del Settore Arti Visive nel 1999, organizzò in quell’anno un’edizione intitolata «dappertutto», che partiva dalle premesse di «Aperto» per estendere gli spazi della Biennale oltre la storica sede dei Giardini, occupando l’Arsenale di Venezia dalle Corderie alle Gaggiandre, in spazi spettacolari aperti per la prima volta al pubblico.
In quell’occasione l’Esposizione attirò un numero record di visitatori, un successo consolidato nell’edizione successiva del 2001, intitolata «Platea dell’Umanità».
La macchina trita-soldi
In Svizzera all’Expo 02, in collaborazione con la Banca nazionale svizzera, Szeemann aveva curato il padiglione dell’arteplage di Bienne, “Soldi e valori, l’ultimo tabù”, un parallelepipedo interamente ricoperto da un sottilissimo strato d’oro.
All’interno, una miriade di immagini, oggetti e installazioni per descrivere il mondo tutto materiale dominato dal denaro. Al centro una macchina che distruggeva banconote.
swissinfo e agenzie
Harald Szeeman era nato a Berna nel 1933.
Nel 1961, quando prese la direzione artistica della Kunsthalle di Berna, divenne il più giovane curatore del mondo.
Il suo primo grande progetto fu di far impacchettare l’edificio della Kunstahalle di Berna dal famoso artista Christo.
Nel 1972 raggiunse la fama mondiale come curatore della leggendaria “Documenta 5” a Kassel, in Germania.
Negli ultimi anni si era fatto conoscere anche dal grande pubblico come curatore di due edizioni della Biennale d’arte di Venezia e di un progetto all’Esposizione nazionale svizzera, l’Expo 02.
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