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Museo Tinguely: l’arte a portata dei bambini

Museo Tinguely

Il Museo Jean Tinguely di Basilea, costruito dall'architetto ticinese Mario Botta nel 1996, è dedicato all'artista svizzero più amato dai bambini.

Accanto alla collezione permanente, il museo offre tre nuove mostre tematiche all’anno.

Le polemiche del passato

L’idea di fare un museo per ricordare la vita e l’opera di Jean Tinguely non piaceva molto ai suoi amici, a cominciare da Bernard Luginbühl, altro famoso costruttore svizzero di macchine ciclopiche. E non piaceva nemmeno a Niki de Saint-Phalle, compagna di vita e di lavoro di Tinguely.

Durante la sua vita, lo scultore svizzero ripeteva di fregarsene di che cosa sarebbe successo alla sua opera dopo la sua morte. L’edificio concepito a Basilea da Mario Botta veniva inoltre giudicato da molti troppo pesante, troppo “museo”. Un edificio fatto per l’eternità, che non avrebbe rispettato la personalità ribelle e ‘anarchica’ di Tinguely.

Poi però Niki de Saint-Phalle si convertì all’idea del museo sul Reno. Senza le sue donazioni non sarebbe oggi quello che è. E, nel 2003, anche l’amico Luginbühl ha onorato l’istituzione con la sua presenza. Le contenstazioni del passato sono quindi soltanto un vago ricordo.

I primi anni: il boom dei visitatori

La curiosità nei confronti delle opere di Jean Tinguely e anche per l’edificio di un architetto famoso come Botta, portò nei primi anni dopo l’inaugurazione un record di 300 mila visitatori l’anno al museo di Basilea. Ora le cifre sono dimezzate: nel 2002 sono stati circa 150 mila.

“Spero che da adesso in poi rimarremo su questi numeri. Per un museo principalmente monografico è già molto”, spiega a swissinfo il direttore del museo Guido Magnaguagno.

In confronto altri musei dedicati ad un solo artista, come il Museo Kirchner di Davos, possono contare solo su una media di 30 mila visitatori l’anno.

Il numero dei visitatori del Museo Tinguely è indicativo della popolarità di cui gode ancora l’artista morto nel 1991. Ma il museo non può certo vivere di rendita all’infinito.

“Dopo sette anni, le cose sono cambiate, bisogna rinnovarsi continuamente e così abbiamo iniziato a fare anche delle mostre sugli amici di Tinguely”, spiega il direttore.

Amici dell’arte e della cinetica

Della serie dedicata agli amici e artisti prediletti di Tinguely hanno già fatto parte mostre di grandi nomi dell’arte contemporanea come Yves Klein, Panamarenco, Marcel Duchamp, Daniel Spoerri e naturalmente Niki de Saint-Phalle. In futuro è in programma una mostra di Kurt Schwitter.

Insomma finora il museo è riuscito a rinnovarsi mostrando un po’ alla volta gli artisti che hanno avuto maggior influenza sul lavoro di Tinguely, la sua ‘famiglia’.

Da questo punto in poi l’istituzione vorrebbe espandere la scelta verso le nuove generazioni di artisti che, come Tinguely, lavorano sul tema della cinetica, anche usando i media elettronici.

Dal punto di vista dell’organizzazione spaziale, il fatto che il museo abbia una vasta sala centrale per le grandi opere, ma che per il resto non sia molto esteso, torna a suo vantaggio. Troppe opere dello stesso artista tutte insieme, anche se si tratta di un artista divertente come Jean Tinguely, risulterebbero noiose.

Il museo mordi e fuggi

Mentre percorro le sale del museo, diverse mamme e nonne si aggirano per le sale con i pargoli, in estasi di fronte ai meccanismi di Tinguely, che per una volta tanto non si devono solo guardare, ma si possono anche azionare. In alcuni casi addirittura salirci sopra.

“Per noi è molto importante, perché i bambini erano il pubblico preferito di Jean Tinguely”, sottolinea Magnaguagno.

Il museo attira persone di tutte le estrazioni sociali e culturali, perché l’arte di Tinguely, con la sua spettacolarità e giocosa allegria, è facilmente accessibile anche a coloro che non si interessano d’arte.

“Molti tra i nostri visitatori mettono piede in un museo per la prima volta,” dice il direttore, secondo cui una delle ambizioni del Jean Tinguely Museum è proprio quella di togliere le inibizioni nei confronti dell’arte contemporanea, e invogliare la gente a visitare anche altri musei.

Il biglietto, sette franchi per gli adulti, cinque per gli studenti e gratis per i bambini, è senz’altro un incentivo in più: “Con queste tariffe non possiamo certo pretendere di fare profitti”, sottolinea Guido Magnaguagno.

Bisogna dire che come istituzione privata il museo è in una situazione privilegiata: “I soldi sono semplicemente a disposizione”.

Una bella differenza rispetto allo stress di tanti direttori di musei pubblici, che si lamentano spesso dei tagli di sovvenzioni alla cultura.

Dar olio alle viti e far girare le ruote

L’infrastruttura del museo Jean Tinguely, oltre ad offrire un accesso privilegiato al mondo fantasmagorico delle macchine e dei disegni dell’artista, assicura anche la conservazione e la manutenzione delle sue opere, suscettibili di problemi di funzionamento e che necessitano di cure particolari, per continuare a muoversi.

E continueranno a farlo, a dispetto di quanto il creatore di questi marchingeni, in cui il ruotare inarrestabile di vita e morte è rappresentato, dicesse di desiderare.

swissinfo, Raffaella Rossello, Basilea

Inaugurato nel 1996.
Offerto dalla società Hoffmann-La Roche alla città di Basilea in occasione del centenario della compagnia.
150 mila visitatori l’anno.

Il Museo Jean Tinguely, opera dell’architetto ticinese Mario Botta, (2866 mq. di superficie espositiva su quattro livelli) ha due facciate chiuse e due facciate che si aprono una su di un giardino e l’altra sul Reno.

La collezione comprende le generose donazioni dell’artista Niki de Saint- Phalle, che fu la seconda moglie di Tinguely, e altre acquisizioni e regali di collezionisti privati.

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