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Di mucche, vitelli e parti sull’alpe

Christian Hänny si occupa quest'anno di una mandria di 75 mucche. swissinfo.ch

Trascorrere l’estate sull’alpe e accudire una mandria di vacche nutrici non è un gioco da ragazzi. Christian Hänny lo fa per mestiere e passione. Si prende amorevolmente cura dei 75 capi di bestiame dell’alpe Porteiner, nel cantone dei Grigioni. Noi abbiamo trascorso alcune ore con lui e sua moglie. Reportage.

Christian Hänny è un contadino in pensione che trascorre le estati su un alpeggio nelle Alpi grigionesi. Quando lo chiamo per fissare l’appuntamento, oltre alla sua voce, in sottofondo sento il suono dei campanacci delle mucche al pascolo; segno che al telefono ho la persona che stavo cercando. 

«Certo! Lei è la benvenuta», risponde alla mia richiesta di trascorrere alcune ore in sua compagnia, avvisandomi però che in caso di nascita di un vitellino non avrà molto tempo per me. Infatti, uno dei compiti principali del pastore 67enne è proprio quello di assistere le mucche durante il travaglio e il parto sul Porteiner Alp, alpeggio nella regione della Domigliasca e dell’Heinzenberg. In estate, Christian Hänny si occupa di 75 vacche nutrici, metà delle quali erano gravide nel momento della salita all’alpe a metà giugno. In cambio riceve alloggio gratis, una paga mensile e, in regalo, un panorama straordinario. 

In Svizzera non è certo l’unico a scegliere di trascorrere l’estate in montagna. Le attività sull’alpeggio, ossia la gestione degli animali, la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, la cura del territorio, danno lavoro a migliaia di persone; nel solo cantone dei Grigioni sono circa 1500. 

Viaggio emozionante 

Raggiungo l’alpe dopo aver percorso una strada di montagna serpeggiante e piena di curve a gomito; un viaggio avventuroso e che mi ha regalato forti emozioni. Christian Hänny sta conducendo una mucca e il suo vitello in un recinto vicino al fienile. Mi dice di avvicinarmi per assistere alla scena: il vitello sta poppando avidamente le mammelle della madre senza curarsi della nostra presenza. 

«È importante assicurarsi che stia davvero bevendo», mi spiega Christian, che a volte deve dare il biberon a quei neonati respinti inizialmente dalla madre oppure che non hanno ancora imparato ad attaccarsi alle mammelle. Soddisfatto di quanto ha osservato, il contadino in pensione lascia che mucca e vitello raggiungano il resto della mandria. Le altre vacche stanno brucando a piccoli gruppi sul pascolo lussureggiante, ripido e pieno di fiori selvatici che si estende su un’area di 180 ettari. 

L’alpe accoglie animali destinati alla produzione di carne e non di latte. Le vacche nutrici hanno alle loro spalle varie gestazioni, mentre i vitelli hanno vita breve. Vengono macellati quando hanno 8-11 mesi. Poi il ciclo della vita ricomincia. Le mucche appartengono a diversi contadini della valle e quindi la mandria è composta di animali di diverse razze: Bruna svizzera, Simmental o Pinzgauer. 

Altri sviluppi

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A casa sull’alpeggio

Questo contenuto è stato pubblicato al Piccola escursione con Christian Hänny per portare le mucche al pascolo.

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«Questo mestiere mi tiene in forma» 

Christian Hänny, con la sua contagiosa allegria, non tarda certo a farsi degli amici. Dopo aver scattato alcune foto che lo ritraggono in compagnia della moglie Vreni e del cane Gin, mi chiede di unirmi a loro. Poi mi invita ad ammirare i fiori che adornano la baita e a cogliere alcune stelle alpine come ricordo. 

Dopo un bicchiere di tè freddo, Christian dà un’occhiata ai miei scarponi. «Bene, vedo che ti sei messa le scarpe giuste», mi dice e poi mi chiede se voglio accompagnarlo a controllare il bestiame al pascolo. 

Con bastone e sacco del pane secco per le mucche in spalla, Christian parte spedito. Anche se il termometro segna 30° C e il sole è a picco, non mette né capellino, né crema solare. «Sono abituato a stare all’aria aperta: questo mestiere mi mantiene in forma», mi dice, spiegandomi poi che ha un’anca artificiale. Intanto io spero soltanto di riuscire a mantenere il suo passo, munita naturalmente di copricapo, occhiali da sole, bottiglia dell’acqua e crema da sole protezione 50. 

Dov’è Hulda? 

Oggi, Christian è un po’ preoccupato perché non ha visto Hulda, una vacca nutrice che dovrebbe partorire nelle prossime due settimane. Quando si avvicina il momento del parto, il pastore preferisce avere la mucca vicino alla stalla per averla sottocchio. 

Gli chiedo se durante il suo giro d’ispezione non gli è mai capitato di scoprire improvvisamente un vitellino appena nato. Mi guarda sorridendo e poi scuote la testa. Christian conosce ogni singola vacca per nome, il suo carattere, il giorno in cui dovrebbe partorire e sa naturalmente a chi appartiene. 

Di solito il travaglio si svolge senza complicazioni. Quando il vitello fatica a nascere, gli lega una corda attorno alle gambe e aiuta così la mucca durante il parto. 

«Quest’anno ho assistito a un parto gemellare. Senza il mio aiuto, i due vitelli sarebbero probabilmente morti», mi racconta. «Quando fai questo lavoro devi essere pronto ad accettare anche la morte». Se la situazione si fa davvero complicata, il pastore può chiamare il veterinario. 

C’è anche il rischio che le mucche si facciano male, soprattutto sui pascoli particolarmente scoscesi. Durante la mia visita, una vacca gravida era «in infermeria» nei pressi della stalla. Ferita a uno zoccolo, l’animale non doveva camminare molto per trovare acqua ed erba. 

Christian Hänny tratta tutte le 75 mucche in maniera uguale e senza fare delle preferenze. Mi confida tuttavia che ci sono delle vacche a cui è particolarmente affezionato. «Hanno fiducia in me e si avvicinano quando mi vedono. Quando c’è qualcuno con me sono più timorose», mi fa notare. 

Predatori e turisti 

«La mandria di quest’anno è molto tranquilla, una caratteristica piuttosto rara. Il modo in cui gli allevatori le trattano durante l’inverno si riflette sul loro comportamento in estate», spiega il contadino in pensione, convinto che alcune carezze e qualche pezzo di pane secco riescano ad ammansire anche l’animale più scontroso.

Cartelli avvertono il turista di tenersi a distanza dalle mucche. swissinfo.ch

Christian Hänny ha trascorso la sua prima estate su un’alpe nei pressi di Rhäzuns. E nei paraggi, proprio in quel periodo vi era un lupo. Una situazione difficile da gestire per il pastore poiché la mandria era costantemente in allarme. «Anch’io non mi sentivo a mio agio poiché le mucche erano così inquiete», ricorda il contadino in pensione. 

Ma sono piuttosto i turisti a mettere in agitazione la mandria, specialmente quelli che non mantengono le distanze. Inoltre le mucche non fanno alcuna distinzione tra lupi e cani. «Quando gli escursionisti hanno con sé dei cani, non posso garantire per la loro incolumità. Le vacche madri nutrici sono molto protettive», sottolinea Christian. Ne sa qualcosa il suo cane Gin che preferisce rimanere vicino alla baita piuttosto che seguire il padrone durante i giri di controllo. 

Prima di accedere al pascolo occupato dalla mandria, alcuni segnali indicano ai turisti quale comportamento adottare per evitare spiacevoli esperienze con le vacche nutrici. Ci sono comunque degli escursionisti che abbandonano il sentiero ufficiale o si avvicinano troppo ai vitelli per osservarli da vicino. È una tentazione che provo anch’io, quando li vedo mentre brucano l’erba in una vallata.  

«È come se fossimo all’asilo», dice Christian, sorridendo e spiegandomi che è normale che due vacche rimangano all’erta mentre le altre stanno brucando l’erba o abbeverandosi a una pozza d’acqua. Succede anche che la madre nasconda il piccolo nell’erba alta. 

Bistecca di manzo à la minute 

Dopo tre ore di passeggiata si fanno sentire la fatica e i morsi della fame. Christian, invece, è ancora fresco come una rosa, nonostante per lui sia già il secondo giro della giornata. 

Di ritorno alla baita, Vreni mi chiede se voglio unirmi a loro per il pranzo. La cucina è semplice: fornello a gas e luce elettrica fornita da un pannello solare sul tetto. 

«Non ti possiamo offrire un menu d’alta cucina, ma cose semplici e genuine», mi dice Vreni. «Insalata dell’orto, patate e bistecche di manzo à la minute». Avevo quasi già dimenticato quale fosse il destino dei vitelli, così amorevolmente accuditi dal pastore e da sua moglie. 

Il giorno dopo telefono a Christian per chiedergli se ha delle novità su Hulda. Mi dice che ieri la vacca si trovava in una zona discosta, non visibile dal sentiero che avevamo percorso noi. E infine mi informa che poco dopo la mia partenza è nato un altro vitellino.


Traduzione di Luca Beti

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