L'edificio a corte, le cui origini risalgono al XIV secolo, è lungo 45 metri e comprende una cinquantina di locali tra cucine, cantine, camere da letto, stalle e fienili (Ballenberg)
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Nel 1824, nella corte vivevano due famiglie di coloni, alle quali se ne aggiunsero altre tre alla fine del secolo (Ballenberg)
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Particolare del muro della corte interna (Ballenberg)
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Nella masseria vi erano cucine di diversi tipi (Ballenberg)
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Alcuni locali furono muniti di camino con canna fumaria (Ballenberg)
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Altri prevedevano invece un angolo cucina piuttosto spartano (Ballenberg)
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Tra gli anni Trenta e Quaranta del XIX secolo, nella masseria si contavano ventotto persone: quattro coppie di adulti e venti figli (Ballenberg)
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Nella masseria si praticava la cerealicoltura, la viticoltura, la sericoltura, la foraggicoltura, la tabacchicoltura e, negli ultimi anni, l'allevamento di bestiame (Ballenberg)
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Camera da letto (Ballenberg)
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Lavanderia (Ballenberg)
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La Pobbia di Novazzano venne gradualmente abbandonata a partire dal 1942 (Ballenberg)
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Negli anni Ottanta, l'ultimo colono viveva solo nell'edificio ormai preda dell'incuria, così come i terreni rimasti. (Ballenberg)
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Antica azienda agricola del Sottoceneri.
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La masseria “La Pobbia di Novazzano” è un tipico esempio di costruzione sorta nel contesto del cosiddetto «capitalismo delle campagne», sistema economico agrario molto diffuso nell’Italia settentrionale.
Tra la metà del XVIII secolo e gli anni Trenta del Novecento, i terreni di pertinenza della masseria si estendevano su una superficie di 21 ettari e comprendevano campi, vigneti, prati e pascoli.
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