Prospettive svizzere in 10 lingue

Pro e contro la nuova perequazione finanziaria

Per conoscere meglio le ragioni a favore e contro la nuova perequazione finanziaria, ci siamo rivolti a Urs Schwaller, consigliere agli Stati popolare democratico ed ex direttore delle finanze del canton Friburgo, e a Didier Berberat, consigliere nazionale socialista di Neuchâtel.

swissinfo: Cominciamo da Didier Berberat, che si oppone alla riforma. La nuova perequazione finanziaria non contribuirebbe a dare maggior dinamismo ai cantoni?

Didier Berberat: Certo che siamo favorevoli a ridare dinamismo ai cantoni. Ma attualmente ci sono compiti assunti congiuntamente da Confederazione e cantoni e che sono svolti con correttezza. Penso alle istituzioni per gli andicappati, alle officine protette.

Il settore ora è sottoposto ad una regolamentazione federale, ma con la riforma dipenderà dai cantoni. Se si spinge questa logica alle sue estreme conseguenze, in futuro avremo 26 diversi sistemi per la gestione delle strutture per i disabili. E quando queste strutture rispondono ai bisogni di due o più cantoni, questi dovranno negoziare dei concordati intercantonali.

Sembra quasi un ritorno all’epoca precedente la creazione dello Stato federale del 1848. Per me non è un problema che i cantoni abbiano maggiori competenze, ma in alcuni settori – e in particolare in quello sociale – sono necessari un coordinamento e una solidarietà federali.

swissinfo: Urs Schwaller, secondo la sinistra, affidare ai cantoni la gestione delle strutture per i disabili equivale ad uno smantellamento sociale. Che ne pensa?

Urs Schwaller: Ciò che mi ha colpito, nei numerosi dibattiti a cui ho partecipato, è che ci si fida più della Confederazione che dei cantoni. A mio avviso è una valutazione sbagliata. Nei cantoni c’è il vantaggio della prossimità.

Quanto alla Confederazione, anche lì si assiste ad una tendenza al risparmio. Abbiano già adottato un piano di sgravio per risanare le finanze federali, ora ne seguirà un altro. La pressione a livello federale è altrettanto grande di quella a livello cantonale.

Prendiamo poi l’esempio delle scuole. I cantoni ne sono responsabili da 150 anni, e sono stati capaci di gestirle. Anche in ambito sociale, molti cantoni offrono prestazioni buone, anzi molto buone, se paragonate all’offerta nei paesi confinanti.

A mio avviso non c’è alcun pericolo, nella maggior parte dei cantoni, che la situazione per i disabili peggiori. Tanto più che il legislatore ha previsto numerosi freni e fisserà norme minime, che tutti i cantoni dovranno rispettare.

swissinfo: La sinistra ritiene che la nuova ripartizione dei compiti sia un passo indietro, addirittura alla situazione precedente il 1848. È d’accordo signor Schwaller?

U.S.: Non ci credo. Personalmente sono un federalista convinto. Credo che sia importante che tutti e tre i livelli – comuni, cantoni e confederazione – siano molto solidi, perché vi sono compiti che sono svolti meglio dai comuni, che hanno il vantaggio di una grande prossimità con i cittadini, altri che sono affrontati meglio da cantoni e confederazione.

Ma molti cantoni, che per varie ragioni non hanno avuto uno sviluppo economico soddisfacente, si trovano a dipendere fortemente dalle finanze federali. Ora è chiaro che se la Confederazione versa molti soldi ai cantoni, pretende anche di imporre delle regole.

Così vengono create delle amministrazioni parallele. Spesso per svolgere gli stessi compiti esistono amministrazioni cantonali e federali. È proprio per evitare questi doppioni che vogliamo la nuova perequazione.

swissinfo: La nuova perequazione finanziaria rende più trasparente la suddivisione dei compiti tra Confederazione e cantoni e inoltre evita i possibili abusi da parte dei cantoni, che potrebbero essere indotti dal sistema attuale a realizzare i progetti più costosi invece di quelli più necessari. Non è un buon motivo per sostenere la riforma, Didier Berberat?

D.B.: Ammetto che ci possono essere degli abusi in questo ambito, anche se penso che siano molto rari. In ogni caso la Confederazione può fissare delle regole per evitarli. Quel che mi preoccupa non sono i sussidi in sé, ma il fatto che i cantoni ne possano fare quel che vogliono.

Che ne sarà di un’officina protetta se un cantone deciderà di ridurre drasticamente le sue prestazioni in questo settore? Ci sarà sicuramente un regresso sociale, perché i cantoni potranno decidere di usare una parte della manna federale per ridurre i debiti o per abbassare le tasse. Ora c’è la garanzia che tutti siano trattati allo stesso modo, in Argovia come a Ginevra.

swissinfo: Ma ci saranno norme federali, i cantoni non potranno fare quello che vogliono…

D.B.: Sì, ci sarà una legge federale, ma sarà piuttosto vaga. Per tornare sull’argomento dei disabili, che mi sta particolarmente a cuore: sarà possibile trattare le persone andicappate in modo molto diverso da un cantone all’altro, perché se si dà la competenza ai cantoni, non si possono imporre loro regole troppo rigide.

swissinfo: Urs Schwaller, quali conseguenze teme se la riforma non dovesse essere accettata in votazione popolare?

U.S.: Temo due cose. Prima di tutto, oggi la maggior parte delle sovvenzioni sono versate in funzione della capacità finanziaria dei cantoni. Il sistema è stato fortemente criticato, negli ultimi anni, perché poco trasparente e perché crea addirittura degli incentivi a non ridurre la pressione fiscale.

Sono convinto che una maggioranza dei cantoni svizzeri chiederà di modificare l’attuale chiave di ripartizione delle sovvenzioni. In secondo luogo, temo che in avvenire i cantoni diventino dei semplici esecutori di compiti decisi a livello federale.

A mio avviso si tratta dell’inizio della fine del federalismo come l’abbiamo conosciuto. Abbiamo bisogno di cantoni forti, e per questo i cantoni devono avere una certa disponibilità finanziaria.

swissinfo: Didier Berberat, anche la sinistra ammette che le riforma della perequazione finanziaria in senso stretto è positiva. Bastano i dubbi sull’atteggiamento dei cantoni verso i nuovi compiti sociali a respingere un progetto di ampie dimensioni, che ha richiesto dieci anni di lavoro?

D.B.: Certo, la riforma è importante, ma la questione dei disabili è la pietra di scandalo che mi impedisce di accettarla, anche se ammetto che il progetto ha degli aspetti positivi, in particolare per quel che concerne la perequazione finanziaria e la compensazione degli oneri.

Per me gli svantaggi prevalgono però sui vantaggi. In futuro si potrà tuttavia riprendere il mano il progetto e conservare solo gli elementi non contestati. Ma un paese piccolo come la Svizzera non può permettersi 26 politiche diverse.

La tendenza che chiede sempre maggiori competenze ai cantoni mi sembra fuori luogo, in un’epoca in cui si parla di Europa, di grandi regioni e persino di fusioni tra cantoni.

Intervista swissinfo

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR