Radio e Tv: scuole d’Italiano
L'uso radiofonico e televisivo dell'italiano. Ne hanno discusso giornalisti e filologi italiani e ticinesi in una videoconferenza.
Il Ministero degli esteri a Roma e la RTSI in collegamento nell’ambito della settimana dell’Italiano.
Per discutere degli usi radiofonici e televisivi dell’Italiano, la televisione della Svizzera italiana a Lugano (RTSI) si è collegata in videoconferenza con il ministero degli esteri di Roma.
Alla videoconferenza, giovedì 17 ottobre, hanno partecipato gli ambasciatori svizzero ed italiano, giornalisti, filologi ed esperti di comunicazione di massa.
Confini politici e confini linguistici
L’evento, organizzato nell’ambito della settimana della lingua italiana, è stato un momento interessante di dialogo tra “parenti”, come ha definito italiani e ticinesi il presidente della prestigiosa Accademia della Crusca.
Lorenzo Ferrarin, l’ambasciatore italiano a Berna ha detto dal canto suo che la Svizzera ” è una preziosissima alleata nella difesa dell’italiano come lingua di cultura nel mondo”. Da Roma l’ambasciatore svizzero Alexis Lautenberg ha risposto auspicando che in futuro altri progetti culturali italo-svizzeri per valorizzare l’italiano possano aver luogo in altre parti del mondo.
L’Italiano lingua franca per molti immigrati non italiani in Svizzera
Il direttore della RTSI, Prof. Remigio Ratti, ha voluto precisare che da due anni il nome ufficiale dell’organo da lui diretto, non è più Radio e Televisione della Svizzera italiana, quindi della regione linguistica che parla l’italiano, il Ticino e le valli dei Grigioni italiani. “Vogliamo essere la radio e televisione svizzera di lingua italiana”, ha detto Ratti.
Ciò significa che il pubblico cui si rivolge la RTSI è costituito oltre che dai ticinesi, dagli immigrati italiani e anche da molti immigrati spagnoli, portoghesi e anche slavi, che usano spesso l’italiano in Svizzera come una lingua franca.
Una funzione di lingua ponte che i giornalisti italiani vorrebbero che l’Italiano si ritagliasse anche in Europa, dove i flussi migratori si fanno sempre più importanti.
In realtà la fortuna dell’italiano come lingua appresa all’estero non è dovuta alla richiesta di una “prospettiva italiana” nell’informazione, o a ragioni politiche, ma piuttosto ai tanti amanti della lingua e della cultura italiana sparsi sul pianeta. In Cina è diventata la terza lingua straniera più studiata!
Televisione e scuola materna nel mosaico linguistico svizzero
Ilario Domenighetti, ricercatore linguistico, ha sottolineato come fino a 10, 15 anni fa, c’erano eminenti filologi che temevano addirittura l’estinzione dell’italiano come lingua di comunicazione corrente nella Svizzera italiana. Ciò a causa della pressione del tedesco e del francese, per la folta presenza di manodopera straniera, e anche per il moltiplicarsi delle banche, che fanno ampio uso dell’inglese.
“Questo mosaico di lingue non ha soffocato l’italiano grazie a due istituti, la scuola materna e la televisione, che hanno funzionato da integratori dello straniero nella nostra cultura.”
Molti esperti intervenuti al dibattito hanno ricordato l’importantissimo ruolo di veicolo culturale della radio, a partire dagli anni ’30 e della televisione, dagli anni ’50 in poi.
I due media hanno infatti insegnato la lingua di Dante agli stessi italiani, che prima parlavano solo i dialetti, più rapidamente ed efficacemente della scuola. Il problema è che il “gergo” televisivo, molto più della comunicazione radiofonica, si è con il tempo imbarbarito e sta impoverendo la lingua.
L’uso crea quale lingua?
Sono stati invece molti i complimenti da parte degli italiani nei confronti dei ticinesi per gli sforzi di mantenere “pura” la lingua. E in particolare a proposito del linguaggio politico-amministrativo. l’Accademia della Crusca ha addirittura chiesto una mano al Ticino per sveltire il vocabolario italiano burocratico.
“È giusto chiedere aiuto ai parenti”, ha detto scherzosamente il presidente dell’Accademia. Insomma secondo i linguisti italiani, i ticinesi, proprio per la vicinanza delle altre lingue federali, sono riusciti per esigenze di traduzione, a rendere più spigliata una delle forme più noiose e insopportabili dell’Italiano: il “burocratese”.
Raffaella Rossello, swissinfo
L’italiano è parlato in Svizzera da circa un milione di persone;
Nell’ultimo censimento, l’italiano ha accusato una perdita dell’1%;
Nel mondo parlano l’italiano 57 milioni di persone;
L’italiano è al diciannovesimo posto per diffusione, dietro grandi gruppi linguistici come l’inglese, l’arabo, lo spagnolo, il cinese;
Secondo una ricerca dell’Università romana alla Sapienza, l’Italiano è costantemente al 4°, 5° posto tra le lingue più studiate all’estero;
In alcuni paesi, come la Svezia o la Cina è al 3° posto;
La domanda di lingua italiana all’estero è in costante aumento;
Le ragioni: culturali, le radici in Italia di una parte importante della cultura europea e mondiale e l’aumento di rapporti commerciali con l’Italia.
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