2020: un anno solitario ma d’oro per i vignettisti svizzeri
"Mi vedono e mi sentono tutti?" Nell'anno in cui tutto viene organizzato in videoconferenza e le consegne di pasti a domicilio dilagano, anche "l'ultima cena" viene reinterpretata...
Felix Schaad / Tages Anzeiger
I timori legati alla pandemia hanno spinto le masse a fare scorte. Proprio come i criceti.
Marina Lutz
Niente "nottamboli", bensì "Chiuso fino al 10 dicembre": un remake del celebre dipinto di Edward Hopper. I fiocchi di neve sono particelle di coronavirus.
Marco Ratschiller
In prima fila nella lotta alla pandemia in Svizzera, Daniel Koch, capo della Sezione malattie trasmissibili presso l'Ufficio federale della sanità pubblica fino al mese di maggio 2020, è stato soprannominato dai media "Mr Coronavirus".
Regina Vetter
"Costumi da bagno 2020"
Gabriel Giger
Joe Biden si mette al lavoro.
Peter Schrank / Business Post
Con le foglie, in novembre è caduto anche... Donald Trump.
Stephan Lütolf
"L'uomo in quarantena": chiara allusione al romanzo di Max Frisch, "L'uomo nell'Olocene".
Ruedi Widmer / WOZ
Operatori sanitari in prima linea nella guerra alla Covid-19.
Ramses Morales
Fitness "casalingo" durante il lockdown.
Bénédicte Sambo
Le ultime parole di George Floyd, ucciso da poliziotti a Minneapolis in maggio. La sua morte ha scatenato proteste contro la brutalità della polizia in tutto il mondo.
Alex Ballaman / La Liberté
Nel 2020 ci si trucca la mascherina.
Christoph Eugster
"Che investimenti per le nostre pensioni? Redditizi.": in novembre i votanti hanno respinto un'iniziativa che chiedeva di proibire qualsiasi finanziamento di produttori di materiale bellico. Ciò avrebbe comportato anche il divieto di detenere azioni e fondi di tali aziende. La misura avrebbe riguardato anche la Banca nazionale svizzera, le fondazioni, l’Assicurazione vecchiaia e le casse pensioni.
Vincent L'Epée
Com'è cambiata la vita dei caricaturisti politici nel 2020? Da una parte, non molto per un'attività generalmente solitaria, spesso svolta a casa. D'altra parte, c'erano talmente tante notizie – per lo più lugubri – che i vignettisti non hanno mai rischiato di rimanere a corto di materia prima d'ispirazione satirica.
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Nato a Londra, Thomas ha lavorato come giornalista per The Independent prima di arrivare a Berna nel 2005. Gli piace viaggiare e parla le tre lingue ufficiali della Confederazione, praticandole un po' dappertutto: nei pub, nei ristoranti e nelle gelaterie.
Benché il coronavirus fosse apparso già nel 2019 in Cina, ci sono volute alcune settimane prima che attirasse l’attenzione dei media occidentali. Il primo articolo di swissinfo.ch è stato pubblicato il 22 gennaio e da allora sulla nostra piattaforma multimediale il tema ha dominato.
Anche i vignettisti svizzeri si sono rapidamente occupati della Covid-19, che si è rivelata un soggetto ideale. C’erano la percezione dell’incompetenza di personalità politiche e autorità, la confusione e la rabbia popolare per le mascherine di protezione e più tardi per le vaccinazioni, il potenziale umoristico dei cambiamenti forzati nel comportamento sociale, come il distanziamento e la quarantena, come pure l’esistenza di forti simboli visivi quali le mascherine e le siringhe.
Gli artisti della satira hanno adottato approcci diversi verso la pandemia, così come riguardo ad altri temi importanti, in particolare a Donald Trump. Mentre alcuni hanno usato riferimenti culturali altisonanti o critiche puntigliose (meno comuni in Svizzera), quasi scioccanti per i lettori, altri hanno mirato alle risate, come una sorta di antidoto alla tensione della gente di fronte a una situazione che comporta una forte carica emotiva.
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Dal riscaldamento globale, all’incendio della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi o all’interminabile vertenza sulla Brexit: angoscianti, sorprendenti o assurdi, i grandi eventi dell’anno sono stati raffigurati con sagacia e umorismo dai vignettisti svizzeri. I loro disegni fanno ridere o sorridere, ma permettono anche di prendere le distanze, di informarsi e di sviluppare una mente critica…
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