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Rinasce la casa del dadaismo

Keystone

Dopo petizioni e occupazione dell'edificio, il Cabaret Voltaire rinasce al centro di Zurigo. La culla del dadaismo tornerà centro di cultura.

Proprietari, città di Zurigo e Swatch si sono accordati per trasformare l’edificio in un centro culturale dedicato all’importante movimento degli anni Venti.

Il dadaismo è uno dei movimenti più interessanti del Ventesimo secolo. Coniugava gli attributi della modernità – velocità, tecnica e le nuove espressioni filosofiche – interpretava mondo e società con ironia e spirito contraddittorio. Il rifiuto delle convenzioni, la messa in causa dei valori, l’utilizzazione simultanea di teatro pittura e lingua come mezzo espressivo erano gli strumenti dei dadaisti.

Nato con un manifesto del 1916, il dadaismo ha un luogo storico in cui riconoscersi: il Cabaret Voltaire di Zurigo. Il locale nel cuore della città vecchia ospitava le loro azioni e performance, vi si leggevano i testi, si recitava si beveva e fantasticava.

I protagonisti del Cabaret Voltaire – fra gli altri Hans Arp, Hugo Ball, Tristan Tzara – erano in minoranza svizzeri, ma avevano trovato nella città sulla Limmat un luogo lontano dalla guerra in corso in Europa. Un luogo dove esprimersi liberamente.

Il loro Cabaret rimase poco nella città dov’era nato. Trovò però una continuazione in città come Berlino e Parigi, diventando ispirazione e matrice di altre espressioni culturali del Novecento.

Stagione breve

La sede storica della Spiegelgasse, è rimasta bar per poi decadere. L’anno scorso la proprietaria dell’edificio, una società immobiliare del gruppo assicurativo Rentenastalt/Swiss Life, ha annunciato di voler ristrutturare la casa. Appartamenti di lusso e negozi al pian terreno avrebbero garantito il profitto necessario alla società che investe i premi pensionistici di mezza Svizzera.

Ma la protesta non si è fatta attendere. Una tribù di artisti-squatter ha conquistato gli spazi pronti ai lavori. In formula nuova, i novelli dadaisti hanno riletto gli ideali futuristi di un tempo.

Alla loro protesta si è poi aggiunto un comitato di una rivista d’architettura, Hochparterre, e il Partito socialista si è impegnato nelle istituzioni locali per salvare l’anima dell’edificio. Nel giro di un anno il destino del Cabaret Voltaire è cambiato completamente.

Nuova primavera

Il progetto proposto ora dall’esecutivo zurighese prevede un recupero degli spazi. Zurigo è comunque ancora la Mecca del curioso fenomeno di una stagione lontana. Anche a novant’anni di distanza i pellegrini che cercano le origini non mancano. E il museo d’arte cittadino è orgoglioso proprietario della più importante collezione al mondo di opere e scritti dadaisti.

Vista la situazione tesa delle finanze comunali si è però cercata una soluzione mista limitata a cinque anni. In questo periodo di prova, il comune pagherà l’affitto. La Swach di Nicolas Hayek contribuirà con 300’000 franchi l’anno per la gestione degli spazi. Ci saranno spazi per manifestazioni e per un’esposizione permanente.

Si vuole al centro di Zurigo, nel quartiere dei bar e delle boutiques, uno spazio dedicato alla cultura rivoluzionaria. Il sindaco Elmar Ledergerber ha espresso il suo traguardo: «Un’attività culturale di respiro internazionale». L’avventura dunque riparte. Ammesso che il Consiglio comunale di Zurigo accetti la sfida.

swissinfo, Daniele Papacella

Provocazione riuscita: gli squatter hanno riscoperto un dadaismo contemporaneo, risvegliando l’interesse dell’opinione pubblica.

Nel febbraio 2002, la facciata dell’edificio alla Spiegelgasse è stata ricoperta di giornali e manifesti.

Sopra la porta erano stati posizionati i Santi protettori della città «Felix, Regula e Exuperanthius» in tenuta da manager e con le rispettive teste decapitate fra le braccia.

Tre riproduzioni ingrandite di banconote da 50 franchi, con l’effige della dadaista Sophie Taeuber-Arp, sventolano come bandiere.

E su uno striscione la scritta: «Powered by Rentenanstalt». Gli occupatori hanno ringraziato così «l’ospitalità» avuta per alcuni mesi.

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