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Roma capitale della cultura elvetica in Italia

La contessa Carolina Maraini-Sommaruga donò la sua villa alla Confederazione nel 1946 swissinfo.ch

L'Istituto svizzero di Roma è il centro delle attività culturali e scientifiche elvetiche in Italia. A Milano e Venezia sorgono le sue antenne.

Il nuovo orientamento del centro, deciso due anni fa, ha permesso di vivacizzarne l’attività e di integrare un po’ di Svizzera nel vasto panorama dell’arte e della scienza della vicina Penisola.

Sorge come un castello su un’altura a pochi passi dall’elegante via Veneto e dalla scalinata di piazza di Spagna. Villa Maraini, sede dell’Istituto svizzero di Roma (ISR), cattura istantaneamente lo sguardo dei turisti, per la sua architettura signorile e pittoresca che bene si integra nel contesto storico e urbano della città eterna.

I romani stessi passandovi davanti la scrutano con rispetto e ammirazione. Ma anche con un pizzico di curiosità, consci che da quella posizione – il secondo luogo più alto di Roma dopo la cupola di piazza san Pietro – si gode una delle viste più belle sulla capitale.

Piattaforma scientifica e culturale

Da ormai una sessantina d’anni l’edificio appartiene allo Stato elvetico. A fargliene dono nel 1946 fu la contessa Carolina Maraini Sommaruga, con il vincolo che lo si destinasse agli scambi culturali e scientifici fra Svizzera ed Italia.

L’anno seguente il Consiglio federale (governo) decise che la villa sarebbe divenuta la sede dell’Istituto svizzero di Roma: un luogo dove offrire a giovani artisti e universitari la possibilità di compiere un soggiorno di studi prolungato nella metropoli feconda di suggestioni storiche e artistiche.

“Con il tempo l’istituto ha subito dei riorientamenti”, spiega il suo direttore Christoph Riedweg a swissinfo. “In passato, per varie ragioni, l’attività dell’ISR è rimasta un po’ ripiegata su sé stessa, fungendo spesso solo da semplice ‘albergo’ per i giovani artisti. Un’importante funzione che continua a svolgere tuttora ma alla quale se ne sono aggiunte altre assai ambiziose”.

Nel 2004 infatti il Consiglio di Fondazione dell’ISR ha fissato una nuova impostazione strategica ed ha approvato una serie di importanti accordi che disciplinano l’impegno finanziario. L’anno seguente ha approvato un accordo di prestazioni con la fondazione Pro Helvetia – che gestisce la promozione culturale rossocrociata nella vicina Penisola – in base al quale l’ISR è stato incaricato di gestire l’intera attività di mediazione culturale in Italia.

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Pro Helvetia

Questo contenuto è stato pubblicato al La Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia è una fondazione di diritto pubblico. Il suo mandato è di promuovere le attività culturali di interesse nazionale. Creata nel 1939, la Fondazione si impegna per offrire agli artisti ed intellettuali elvetici le migliori condizioni possibili per la creazione e diffusione delle loro opere e li aiuta…

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Irradiamento a livello nazionale

Lo spostamento del polo scientifico e artistico dal centro svizzero di Milano (che insieme allo Spazio culturale di Venezia rimane comunque un’antenna dell’ISR) alla capitale, ha permesso di dare ampio respiro e un ulteriore rilievo alla presenza culturale elvetica in Italia. “Trovandoci al centro della Penisola siamo in grado di meglio gestire e irradiare la nostra attività anche a meridione, mentre in passato ci si concentrava maggiormente sul capoluogo lombardo” spiega Christoph Riedweg, che oltre al ruolo di direttore assume anche quello di responsabile scientifico dell’Istituto.

La strategia da lui perseguita in stretta collaborazione con Domenico Lucchini – responsabile delle attività artistiche – è quindi quella di portare la Svizzera anche là dove è poco conosciuta. E questo con un’offerta assai variegata di eventi, che spaziano dai convegni, alle pubblicazioni scientifiche, alle esposizioni, ai concerti, agli spettacoli teatrali.

Senza dimenticare l’accessibilità al pubblico della vasta biblioteca, dove oltre ai principali quotidiani elvetici si possono consultare oltre 40’000 volumi fra cui si annoverano importanti opere di archeologia, storia, storia dell’arte, filologia, nonché una sezione specializzata in letteratura svizzera.

Sinergie

Anche la ricerca di sinergie con università svizzere ed italiane, nonché il continuo dialogo con le autorità e la popolazione locale rientra nei loro incarichi: “Rispetto al passato abbiamo voluto rendere più permeabile l’istituto nei confronti di quanto ci circonda, per marcare maggiormente la nostra presenza e divenire un attore culturale di rilievo e di riferimento sulla seppur già ricca scena italiana”, afferma Riedweg.

E i loro sforzi stanno portando buoni frutti visto che in due anni i contatti con gallerie, grandi istituzioni e promotori culturali regionali sono divenuti ormai affare quotidiano.

swissinfo, Anna Passera, Roma

L’ISR accoglie ogni anno circa dodici artisti e ricercatori nelle discipline delle belle arti, delle arti applicate, dell’architettura, della musica e della letteratura.

Ai residenti è messa a disposizione gratuitamente una camera (o un appartamento quando si trasferiscono con la famiglia) e un proprio atelier.

Il soggiorno dura generalmente un anno.

La biblioteca dell’ISR comprende in tutto circa 40’000 titoli di monografie e 200 titoli di riviste specializzate correnti in italiano, tedesco, francese e inglese.

Le discipline maggiormente presenti sono l’archeologia, l’architettura, le Belle Arti, la filologia, la storia e la storia dell’Arte.

Le sezioni più ricche sono quelle che riguardano Roma, il Lazio e più globalmente l’Italia, ma la biblioteca possiede anche una grande collezione di volumi d’arte, di letteratura, di storia e di geografia della Svizzera. Senza dimenticare la ricca collezione di letteratura greca e latina, di filologia classica, di linguistica e di storia greca, romana e bizantina ricevuta in dono dal professor François Lasserre.

La biblioteca mette inoltre a disposizione alcuni dei più importanti quotidiani svizzeri.

L’Istituto svizzero di Roma può contare sul sostegno di una serie di partner e di finanziatori: la fondazione Pro Helvetia, la Segreteria di Stato per l’educazione e la ricerca, l’Ufficio federale delle costruzioni e la logistica, l’Ufficio federale per la cultura, il canton Ticino (per quanto riguarda il finanziamento del centro di Milano) e una serie di sponsor privati (tra cui un’importante contributo della Banca del Gottardo).

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