Migrazione, terrorismo, elezioni federali, scandalo FIFA… L’anno che si è appena concluso non è certo stato avaro di fonti di ispirazione per i vignettisti svizzeri.
Dal 2008, una cinquantina di vignettisti svizzeri espongono alcuni dei loro lavori nel quadro dell’esposizione «Gezeichnet»Collegamento esterno, presentata per la prima volta quest’anno al Museo della comunicazione di Berna. I visitatori sono invitati a scegliere la caricatura dell’anno, un premio conferito dal 2012. L’esposizione vuole anche essere un tentativo per superare i confini culturali tra le quattro regioni linguistiche della Svizzera.
«La caricatura svizzera non è così spettacolare come quella inglese o francese. Ma da una quarantina d’anni, può contare su molti disegnatori di primo piano che reagiscono anche a eventi internazionali», aveva spiegato a swissinfo.ch il professore di storia dell’arte Philippe Kaenel, in un articolo consacrato alla stampa satirica. Artisti come Chappatte, i cui disegni sono regolarmente pubblicati da testate prestigiose come il New York Times, o Mix & Remix, spesso ripreso da Le Courrier International.
Se il 2015 è stato ricco di eventi che hanno ispirato i vignettisti svizzeri, ve ne è però uno in particolare entrato tragicamente negli annali della satira: l’attentato contro la redazione di Charlie Hebdo a Parigi in gennaio.
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