Il cantante britannico, deceduto domenica all’età di 69 anni, aveva vissuto per oltre un ventennio sulle rive del Lago Lemano, in Svizzera, tra il 1976 e il 1998. David Bowie, diventato famoso per il suo stile innovatore e trasformista, aveva avuto stretti legami anche con il Festival internazionale di jazz di Montreux.
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“Sono rimasto completamente soggiogato per la presenza di questo signore. Era circondato da straordinari musicisti, ma la sua sola persona illuminava la stanza. Ha dato un bis di un’ora, interpretando quasi tutto l’album ‘Low’. La reazione dei fan di Bowie era molto forte, c’era un’emozione intensa”, così Mathieu Jaton, l’attuale direttore del Festival internazionale di Montreux, ricorda il concerto dato nel 2002 da David Bowie alla prestigiosa rassegna musicale.
Il cantante britannico, amico dell’ex direttore Claude Nobs, aveva disegnato nel 1995 il cartellone del festival. A quei tempi Bowie viveva ancora Svizzera, dove era giunto nel 1976, assieme alla moglie “Angie” Barnett. I primi anni li aveva trascorsi in una villa a Blonay, sopra Vevey e a pochi chilometri da Montreux.
Poi, dal 1982 si era trasferito nel Château du Signal, un castello di 20 camere a Epalinges, sopra Losanna. Vi era rimasto, assieme alla seconda moglie Imam Abdulmajid, fino alla loro partenza per New York nel 1998. Nel 2004 Bowie era atteso per un concerto al Festival Paléo di Nyon. Aveva però dovuto rinunciare a questa esibizione, pochi giorni prima, per problemi cardiaci.
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Pionieri della musica pop svizzera, il duo dance Yello e il gruppo sperimentale The Young Gods, sono riusciti a farsi un nome a livello internazionale. Oggi le band che vogliono imitarli devono però fare i conti con la crisi dell’industria musicale.
In una cantina nella città vecchia di Berna, un giradischi diffonde un blues degli anni Venti. Dal soffitto pende un paio di mutandine con scritte rock-and-roll. Accanto a vasetti di brillantina, pile di T-Shirts e di dischi di vinile sono posate alcune bibbie. Benvenuti nel mondo di Reverend Beat-Man, uno degli imprenditori musicali attivi in Svizzera.
Il cantante di thrash-blues ha trascorso la sua adolescenza a registrare cassette illegalmente, per poi lanciare la casa discografica Voodoo Rhythm nel 1992. Un modo per far fronte alle difficoltà incontrate nel distribuire la sua musica, un po’ fuori dagli schemi, e quella di altri gruppi.
Da allora, la casa discografica ha distribuito centinaia di album di artisti svizzeri e internazionali. «Credo che abbiamo venduto un milione di dischi. Sembra tanto, ma siamo ancora piccoli», afferma Beat-Man.
Il 46enne trascorre il suo tempo tra la casa di produzione e la gestione della sua carriera di musicista. Beat-Man è infatti conosciuto come il padre di un nuovo genere musicale, che fonde psychobilly e garage punk.
Grazie a YouTube e Spotify è riuscito a farsi un nome anche all’estero e ad organizzare delle tournée. E nell’era dello streaming musicale e del calo delle vendite degli album è proprio dai concerti che riesce a trarre la maggior parte dei guadagni.
«La gente non sa più cos’è un prodotto, perché nell’era digitale non c’è più nulla di materiale. Quando il pubblico viene ai concerti e vede che vendiamo merce varia, rimane stupito. “Wow, è un prodotto. Possiamo portarlo a casa e tenerlo per sempre”. Con il digitale, se ti si rompe il computer, perdi tutto. Facciamo però fatica a farlo capire alla gente».
Essere musicista oggi non è un lavoro per i deboli di cuore, afferma Beat-Man. Il suo inizio, racconta, è stato segnato da serate trascorse a suonare per pochi soldi e notti a dormire sul pavimento del bagno. I concerti hanno iniziato a fruttare soltanto dieci o vent’anni dopo.
Vivere di sola musica non è facile, per questo molti artisti elvetici hanno spesso un altro impiego. «In Svizzera è un gran problema. Uno può guadagnare facilmente 10'000 franchi al mese con un lavoro fisso. In quanto musicista invece se ti va bene ne guadagni 2'000. Tolti 1'500 franchi d’affitto, devi vivere con 500. Molti musicisti svizzeri non si spingono lontano; probabilmente preferiscono avere la vita facile».
Musica elitaria?
Daniel Fontana ha osservato da vicino la scena musicale svizzera per decenni. Nella campagna friburghese, gestisce il locale Bad Bonn, che una volta l’anno ospita per tre giorni un festival internazionale.
"Abbiamo bisogno di persone folli per fare buona musica. E la maggior parte degli artisti svizzeri non lo è abbastanza".
Dal suo punto di vista, la musica pop contemporanea in Svizzera è piuttosto «elitaria». «Non ci sono molti rappresentanti della classe operaia nel mondo della musica. Nella maggior parte delle giovani band è raro trovare gente di strada. I musicisti di Zurigo che conosco provengono tutti da famiglie benestanti».
Le band stanno seguendo due direzioni, secondo Fontana. «O sono in una situazione troppo confortevole e non viaggiano abbastanza, oppure hanno aspettative irrealistiche, esigono tariffe alte per i concerti e gettano la spugna quando le cose si fanno difficili».
«Abbiamo bisogno di persone folli per fare buona musica. E la maggior parte degli artisti svizzeri non lo è abbastanza», afferma Daniel Fontana.
Tra i gruppi di maggior successo in Svizzera, Yello e The Young Gods hanno iniziato come band sperimentali, senza preoccuparsi troppo della loro carriera, rammenta Fontana.
Assieme ad altri esperti, lo scorso anno Fontana è stato incaricato di selezionare i migliori artisti svizzeri per la prima edizione del Gran Premio di musica. A vincere tra 15 finalisti è stato Franz Treichler, membro fondatore di The Young Gods. La giuria gli ha attribuito 100mila franchi per il lavoro pionieristico svolto negli ultimi trent’anni.
«Per me era importante nominare persone che vivono davvero ciò che fanno. Beat-Man o Franz Treichler vivono della loro musica. Non pensano a un possibile successo di pubblico. Fanno semplicemente quello che amano. Il premio era una sorta di provocazione per la scena musicale».
I pionieri
A testimonianza che il pop svizzero si sta finalmente affermando, il museo della comunicazione di Berna ha organizzato la prima retrospettiva nazionale su questo genere musicale. La mostra racconta l’evoluzione dagli anni Sessanta, con la nascita dal primo gruppo femminile, le Honolulu Girls, fino ai giorni nostri.
L’impressione è che i musicisti svizzeri siano stati largamente influenzati dalla musica in voga in altri paesi, ma alcuni di loro sono anche riusciti a lasciare un segno.
The Young Gods, ad esempio, hanno ispirato artisti come David Bowie e The Edge, il chitarrista degli U2. Dal canto suo, Kurt Cobain aveva raccontato di essere stato influenzato dal gruppo punk svizzero Kleenex, le cui canzoni oggi sono reinterpretate dalla band americana Deerhoof. Mentre il gruppo metal avanguardista Celtic Frost trova risonanza in altri gruppi metal.
E non da ultimo, il gruppo Yello, pioniere dell’elettronica, ha influenzato lo sviluppo della musica dance, con i suoi ritmi e i suoi campionatori.
L’idea di organizzare una retrospettiva sulla musica pop svizzera è stata dello scrittore e musicista Sam Mumenthaler, che ha fornito gran parte del materiale esposto. Guardando agli ultimi sessant’anni, Mumenthaler individua due momenti chiave per la cultura pop: i concerti dei Rolling Stones e di Jimi Hendrix a Zurigo, nel ’67 e ’68, e più tardi quello di Bob Marley.
«La polizia era piuttosto aggressiva durante il concerto di Hendrix. L’anno prima, quello degli Stones era degenerato. Così, per Hendrix la polizia era arrivata in forza e ciò aveva suscitato vive proteste nella società, dando una spinta al movimento sessantottino a Zurigo», afferma Mumenthaler. «Anche negli anni Ottanta si è sviluppato in Svizzera un movimento giovanile piuttosto forte e anche la sua nascita è legata a un concerto, quello di Bob Marley. Cantava “Get up stand up” e senza dubbio il popolo svizzero lo ha capito».
Riconoscimento ed evoluzione
Oggi la musica pop svizzera non può aspettarsi grandi cambiamenti, secondo il giornalista musicale Benedikt Sartorius. «Da nessuna parte stiamo assistendo a una rivoluzione nella scena pop. È difficile parlare in modo unitario della Svizzera perché ci sono diversi stili pop, ci sono molte reti ma piuttosto locali».
Una delle ragioni è la presenza di quattro lingue in Svizzera e la difficoltà di varcare i confini interni al paese.
Secondo Sartorius, negli scorsi anni lo svizzero tedesco ha ritrovato una certa popolarità, con gruppi come King Pepe, Jeans for Jesus e Stahlberger. «Credo sia un buon periodo per cantare in dialetto. C’è una generazione emergente che fa della buona musica. È un nuovo approccio, che ha a che vedere con l’hip-hop».
Probabilmente non ci sono stati grandi cambiamenti nella musica pop degli ultimi dieci anni, ma «nel micro cosmo del mondo musicale qualcosa sta crescendo e non si fermerà», afferma dal canto suo Ane Hebeisen, critico del quotidiano Der Bund.
«Grazie alle nuove tecnologie, a nuove idee, a una certa dose di follia e di forza dei giovani, non sono così pessimista sul futuro della musica pop. Ogni anno trovo cose che mi colpiscono. Anche in Svizzera. E non si tratta di copie, ma di prodotti originali».
I grandi momenti del pop svizzero
1957: Primo rock strumentale, "Chimpanzee Rock" di Hula hawaiani
1960: Fondazione delle Honolulu Girls, primo gruppo femminile svizzero
1967: La polizia è sopraffatta dalla folla al concerto dei Rolling Stones a Zurigo
1968: Scoppia la protesta in seguito all’operazione di polizia al concerto di Jimi Hendrix a Zurigo
1968: Lancio della rivista di musica underground "Hotcha", il cui manifesto è disegnato da HR Giger
1971: Il casinò di Montreux brucia durante un concerto Frank Zappa
1970: Lancio dell’agenzia d’organizzazione di concerti Good News Agency
1975: Polo Hofer e la sua band Rumpelstilz pubblicano il loro primo album in svizzero-tedesco
1975: Nascita della rock band Krokus, che negli anni ‘80 riempiranno gli stadi negli Stati Uniti. Sono tuttora il gruppo svizzero di maggior successo a livello internazionale, con 14 milioni di album venduti
1979: Nascita del duo Yello che ha influenzato la musica dance
1983: Le radio locali commerciali ricevono la licenza di diffondere, ciò che porta a un’esplosione della musica pop. Nascita delle radio giovani della SSR Couleur 3 e DRS 3
1985: Nascita dei The Young Gods
1991: I Black Tiger sono il primo gruppo rap a cantare in svizzero-tedesco
«Il mio interesse principale è far felice gli artisti»
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Amico di leggende della musica come Miles Davis, Freddie Mercury, David Bowie, Santana o B.B. King, Claude Nobs era riuscito a portare Montreux nell’Olimpo dei festival e a far conoscere al mondo la sua piccola città, diventata sinonimo di qualità. swissinfo.ch lo aveva incontrato nel 2006 nel suo chalet di Caux, un piccolo villaggio sopra Montreux,…
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