Si è spenta Niki de Saint-Phalle
L'artista franco-americana era conosciuta soprattutto per le sue grandi sculture colorate, realizzate in parte con il marito Jean Tinguely.
Niki de Saint-Phalle, una delle più grandi figure del movimento del «nuovo realismo», è morta all’età di 71 anni a San Diego, in California, dove viveva da alcuni anni. Da tempo soffriva di una grave malattia polmonare dovuta, secondo la famiglia, all’inalazione di sostanze nocive durante il lavoro.
Nata a Neuilly-sur-Seine, vicino a Parigi, il 29 ottobre 1930, da padre francese e madre americana, Niki de Saint Phalle era cresciuta a New York. Il suo vero nome era Marie Agnès Fal de Saint- Phalle.
Scultrice di grande fama, aveva acquisito la celebrità soprattutto per le grandi statue articolate e cromate, molte delle quali realizzate in collaborazione con l’artista friburghese Jean Tinguely, suo secondo marito, morto nel 1991.
La madre delle “nanas”
Grande successo ha avuto in particolare la famosa serie di sculture femminili colorate, chiamate «Nanas», eseguite tra il 1968 e il ’69, esposte al Ludwig Museum di Colonia, in Germania, e al Beauborg di Parigi. Sempre nella capitale francese ha realizzato la «fontana Stravinskij» (1982-83).
Risale al 1956 la sua prima mostra di pittura a San Gallo, lo stesso anno in cui “scopre” la scultura, dando vita ad una serie di assemblaggi realizzati con oggetti dispersi, gesso e pittura. Nel 1960 inizia una lunga produttiva collaborazione con Jean Tinguely, noto per il riutilizzo dei congegni ferrosi “scartati” dalla società industriale.
Cominciano allora i «tirs», una serie di azioni durante le quali il pubblico o l’artista stessa spara con la carabina su rilievi di gesso dove si trovano dei sacchetti di pittura che esplodono al momento dell’impatto, colorando casualmente le ‘sculture’.
Il Giardino dei tarocchi in Toscana
Nel 1967 realizza con Tinguely «Il Paradiso Fantastico», un gruppo di nove sculture per l’Expo di Montreal. Nel 1968 espone le prime sculture della serie «Nanas» a New York e a Parigi. Assieme a Tinguely ed a Per Olof Ultvedt costruisce la «Hon», una gigantesca donna incinta e sdraiata sulla schiena, per il Museo d’arte moderna di Stoccolma.
Tra il 1972 e il 1975 nel parco Rabinovitch a Gerusalemme costruisce un mostro-scultura per bambini, «Le Golem», mentre a Knokke-le-Zout, in Belgio, realizza una casa-giochi per bambini, «Il Drago».
Tra il 1976 e il ’79 Niki de Saint-Phalle si concentra principalmente sulla costruzione del «Giardino dei Tarocchi» a Garavicchio, nel sud della Toscana. Si tratta di un gruppo di 22 sculture monumentali, alcune delle quali abitabili, che si ispirano agli “arcani maggiori” dei Tarocchi. Sono costruite in cemento armato e ricoperte da un mosaico di specchi, vetri e ceramiche colorate.
La consacrazione al Beaubourg
Nel 1980 si svolge la prima grande retrospettiva di Niki de Saint Phalle al Beaubourg di Parigi e due anni più tardi realizza con Jean Tinguely la «Fontana Stravinskij», proprio accanto al Centro Georges Pompidou. Nel 1987 il presidente della Repubblica francese François Mitterrand commissiona a Saint-Phalle e Tinguely una fontana per la piazza del Municipio a Chateau-Chinon.
Nel 1994, dopo la morte di Tinguely, la scultrice si trasferisce in California, stabilendosi a San Diego. Nello stesso anno firma un francobollo per le poste svizzere, nell’ambito di una campagna contro l’aids. Nel 1995 lavora con l’architetto ticinese Mario Botta sul progetto della costruzione di un’Arca di Noè monumentale per la città di Gerusalemme.
Risale al luglio del 2001 l’ultimo atto pubblico di Niki de Saint-Phalle, quando dona più di 170 sue opere al Museo di Arte moderna e contemporanea di Nizza. Le opere, quadri e sculture, sono arrivate al museo alla fine di settembre e sono esposte al pubblico dal mese scorso. La donazione comprende 63 tra quadri e sculture, 18 incisioni, 40 litografie e 54 serigrafie. Molte delle opere affidate al Museo di Nizza non sono state mai esposte prima.
In precedenza Niki de Saint-Phalle aveva donato un’altra importante raccolta di 365 sue opere al Museo di Arte contemporanea di Hannover, dove esiste attualmente la maggiore collezione dell’artista francese.
swissinfo e agenzie
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