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“Le Alpi sono un paesaggio industriale”

Paesaggio della città di Lucerna
William Turner, "Vista su Lucerna", circa 1842. The Print Collector/heritage Images

Una conversazione con lo storico Valentin Groebner sulla città vecchia di Lucerna, oggi semideserta a causa del coronavirus, e sulla sua autorappresentazione turistica, tra falso Medioevo e idillio alpino di ispirazione romantica.

In origine volevo parlare con Lei del turismo eccessivo – quest’anno il tema non appare però molto attuale…

Credo di sì, invece. L’eccesso di turismo e la carenza di turismo sono strettamente correlati.

In che senso?

Il grande vuoto manifestatosi a Lucerna durante la crisi del coronavirus è una conseguenza del suo intenso uso turistico.

Il turismo crea zone senza abitanti?

Diciamo: zone economiche speciali.

Come ha fatto Lucerna a diventare una destinazione turistica di successo?

Nei resoconti di viaggio del XVIII secolo, Lucerna viene descritta come una cittadina triste, antiquata, repressiva e arretrata. Arthur Schopenhauer lo ha espresso in modo sintetico: “Una piccola città deserta e mal costruita. Ma la vista è divina”. Perché questo è ciò che Lucerna aveva da offrire: la vista. Ci sono poche città da cui si può guardare direttamente a sud, attraverso un lago, verso le montagne coperte di neve quasi tutto l’anno. Lo si può fare a Ginevra, lo si può fare a Montreux e proprio qui a Lucerna. E questo lago corrispondeva particolarmente bene allo sguardo romantico sviluppatosi nel XIX secolo.

Panorama di Lucerna
Vista su Lucerna intorno al 1800, con la Hofbrücke, il ponte di legno più lungo della città, smantellato tra il 1835 e il 1852. Stadtarchiv Luzern

Cosa intende per sguardo romantico?

Questo sguardo è stato importato in Svizzera dai turisti inglesi che hanno visitato il paese dalla fine del XVIII secolo. Uno di loro era il pittore William Turner, il quale ritraendo paesaggi svizzeri primordiali e incontaminati, ha saputo creare per la prima volta sensazioni profonde e romantiche – per i suoi ricchissimi clienti britannici.

In precedenza, la Svizzera era una regione che i viandanti esitavano ad attraversare, a causa delle montagne e del maltempo. Oltretutto gli abitanti usavano lingue strane e incomprensibili. Ma i viaggiatori colti del XIX secolo hanno trasformato il paesaggio della Svizzera centrale in una sorta di compensazione per i danni dell’industrializzazione. L’aria buona e l’acqua pulita erano diventate una merce rara nel resto d’Europa; le Alpi – che si riteneva fossero rimaste “come un tempo” – hanno assunto il ruolo di polo opposto all’Europa industrializzata.

Nel corso del XIX secolo, la Svizzera, i laghi, le montagne sono diventati il luogo dove i fenomeni negativi dell’industrializzazione potevano essere temporaneamente corretti – sempre che ci si potesse permettere di andarci. Birmingham, Manchester e Lucerna sono in qualche modo unite: nelle sporche fabbriche tessili nel nord dell’Inghilterra si guadagna il denaro e i proprietari delle fabbriche lo spendono in Svizzera per riposarsi – in alberghi che sono a loro volta una sorta di fabbriche rosa, costruite in cemento armato come le fabbriche tessili dell’Oberland zurighese e di altri luoghi.

Secondo Lei questa immagine della Svizzera viene da fuori?

Nella prima metà del XIX secolo la Svizzera centrale era una delle regioni più povere d’Europa. Negli anni Trenta del XIX secolo era in preda a povertà, fame e conflitti al limite della guerra civile. C’erano omicidi politici, insurrezioni armate e rivolte – e tutto questo è stato cancellato all’improvviso dagli idilli romantici di persone come Turner e John Ruskin.

I turisti hanno fornito retrospettivamente alla Svizzera centrale un passato particolarmente. All’epoca un po’ ovunque si stavano inventandoe le storie nazionali; ma qui queste invenzioni hanno un legame particolarmente forte con il turismo. In un certo senso, il turismo ha trasformato le Alpi in un paesaggio industriale, in una zona economica speciale.

Come ha influito la visione romantica sulle trasformazioni di Lucerna?

Il problema era che la città finiva dove questa visione era più bella. C’erano prati paludosi e un ponte medievale. Così, a partire dagli anni Trenta del XIX secolo, gli hotel non vengono più costruiti all’interno della città, ma all’esterno. La città si è trasferita in riva al lago con nuovi grandi alberghi. E per poter avere una bella vista sulle montagne, negli anni Trenta e Quaranta del XIX secolo il vecchio ponte medievale è stato abbattuto, perché rappresentava un “medioevo sbagliato”.

Ponte di legno a Lucerna
La Kapellbrücke con la chiesa dei Gesuiti sullo sfondo. L’immagine è stata realizzata probabilmente poco dopo il primo accorciamento del ponte, intorno al 1835. Archivio comunale di Lucerna Stadtarchiv Luzern

Cosa significa “medioevo sbagliato”?

Il medioevo sbagliato è un’epoca che non si presta a essere occupata dall’immaginario romantico. A Lucerna, come in tutte le città intorno al 1840, le mura medievali sono state abbattute – perché ostacolavano lo sviluppo. A Lucerna ne è rimasto un pezzettino, sul pendio, dove non impediva la crescita della città.  Ed è stato immediatamente ripristinato con fondi pubblici: serviva da sfondo per i nuovi hotel.

Perché all’epoca si trasformano non solo le Alpi, ma anche il medioevo in un idillio?

I paesi industrializzati del XIX secolo sono tutti così giovani da avere urgente bisogno di un passato nazionale il più antico possibile, di una fondazione storica.

E questo che cosa ha significato per Lucerna?

Una destinazione turistica aveva bisogno di una città vecchia che fosse il più spettacolare possibile: così si è costruita la città vecchia che si voleva. Lo si vede chiaramente nella chiesa dei Gesuiti di Lucerna. I due campanili sono più recenti della stazione ferroviaria: sono stati aggiunti alla fine del XIX secolo in modo da dare alla chiesa un aspetto ancora più barocco e quindi molto più antico. Ancora oggi, a pochi passi dalla chiesa, si trova la cosiddetta Suidtersche Apotheke, che sembra un’antichissima farmacia del XVI secolo, ma è stata costruita negli anni Trena del XIX secolo.

Foto antica di un edificio
La Suidtersche Apotheke, che esiste ancora oggi, all’inizio del XIX secolo. Archiv Wehrli

La medievalizzazione ha avuto fasi diverse: negli anni Novanta del XIX secolo, le facciate delle case sono state decorate con fregi neogotici, negli anni Quaranta del XX secolo sono state completate da guerrieri medievali alla Hodler: contadini dai bicipiti poderosi e dalle camicie bianche da pastore – boys in the hood ante litteram. Quello era un medioevo completamente diverso.

Lucerna è diventata davvero turistica negli anni Settanta del XX secolo: di fronte alla chiesa dei Gesuiti hanno costruito un piazzale barocco con una scalinata e balaustre alla veneziana – questa è l’architettura teatrale del turismo del centro storico.

Perché questa spinta è arrivata negli anni Settanta?

Negli anni Settanta hanno preso avvio il turismo aereo e quello delle corriere. Nello stesso periodo il direttore del turismo Kurt Illi ha aperto la città al mercato asiatico. È iniziato un periodo di rapida crescita che, a parte qualche battuta d’arresto intorno al 2001 e al 2008, è durato fino ad oggi – e che per il momento è probabilmente finito.

Con la crisi del coronavirus Lucerna ha abbandonato per la prima volta gli anni Settanta. Ma almeno il vuoto ha permesso di vedere con chiarezza per la prima volta la decalcomania turistica, la carta da parati fotografica dietro la quotidianità del turismo.

Lucerna
Come mai prima d’ora: la città di Lucerna è avvolta in una calma spettrale. Keystone / Alexandra Wey

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