Stranieri come noi
In Svizzera, una persona su tre è immigrata o discende da una famiglia di immigrati.
L’esposizione “La Suisse plurielle” offre uno spaccato dei rapporti che intercorrono fra la popolazione autoctona e quella immigrata in Svizzera.
Senza effettuare delle messe in scena ma limitandosi ad osservare la realtà e a fissare le immagini sull’obiettivo, alcuni fotografi hanno penetrato con discrezione, cercando di non denaturarla, la vita quotidiana dei numerosi stranieri che vivono in tre diversi quartieri urbani della Svizzera.
L’idea di tematizzare in una serie di fotografie differenti aspetti dell’integrazione degli immigrati in Svizzera appare sin dal primo sguardo agli occhi del visitatore come particolarmente efficace. “Le immagini, spesso, parlano da sole”, conferma Andreas Schilter, codirettore del Forum politico della Confederazione, che ha organizzato l’esposizione.
Scene di ordinaria integrazione
L’integrazione degli stranieri in Svizzera è riassunta in una raccolta di novanta suggestive fotografie in bianco e nero. Le immagini selezionate non sono state scattate in zone esclusivamente abitate da immigrati, bensì in quartieri dove svizzeri e stranieri convivono in armonia. “Si tratta di quartieri esemplari, come se ne trovano un po’ ovunque in Svizzera”, spiega Andreas Schilter.
La scelta delle zone ritratte non è casuale ed è stata fatta in stretta collaborazione con il Forum per lo studio delle migrazioni e della popolazione (SFM), che ha fornito una consulenza scientifica agli organizzatori.
Oltre alla mostra fotografica, è possibile ascoltare, in un accogliente salotto dell’esposizione, una serie di trasmissioni radio a partire dagli anni ’50 dedicate al tema degli stranieri.
A margine dell’esposizione, gli organizzatori propongono una ciclo di conferenze e di dibattiti pubblici fra esperti sul tema della migrazione.
Assimilazione e rispetto delle differenti culture
Se non fosse per il differente colore della pelle di alcune delle persone ritratte, per il visitatore sarebbe praticamente impossibile distinguere chi ha un passaporto elvetico da uno straniero.
L’immagine di una donna che cuce in un salotto di casa al cui muro capeggia una foto del Generale Guisan è emblematica. Farebbe pensare ad una cittadina elvetica che con nostalgia ricorda la patria dei tempi che furono. La didascalia della foto svela e stravolge l’arcano: “Antonia, portinaia italiana”.
Altre immagini mostrano come l’integrazione passi anche attraverso l’orgoglio di mantenere e di trasmettere agli altri la propria cultura. Hasan, curdo dell’Anatolia, commenta ironicamente la foto che lo ritrae nel suo negozio in un quartiere di Lugano: “In Turchia ero professore di economia, qui sono professore di kebab”.
Un’integrazione effettiva
“In Svizzera, l’integrazione degli stranieri è una realtà”. Un’affermazione che potrebbe sembrare una nota stonata nel concerto degli avvenimenti politici di questi ultimi mesi. Dopo il recente rifiuto del popolo elvetico dei due oggetti in votazione sulle naturalizzazioni facilitate, parlare di integrazione degli stranieri in Svizzera assume un significato e un’importanza particolarmente rilevanti.
“Quando è nata l’idea di una mostra fotografica sugli stranieri, non sapevamo quale sarebbe stato l’esito delle votazioni”, spiega Andreas Schilter. “Tuttavia, volevamo dimostrare che, indipendentemente dal risultato ottenuto, l’integrazione degli stranieri nella società elvetica è avvenuta con successo. Alcuni problemi sussistono, ma gran parte di loro vivono in Svizzera in armonia con la popolazione elvetica”.
Un’immagine positiva dello straniero
L’esposizione non è destinata a finire in un cassetto. Essa potrebbe infatti divenire itinerante. “Abbiamo già ricevuto un paio di proposte per esporre le fotografie anche in altre città. Potrebbe inoltre rivelarsi particolarmente interessante ed istruttivo trasferire la mostra in alcune ambasciate svizzere all’estero”, rivela Schilter.
Intanto, l’Ufficio federale dell’immigrazione, dell’integrazione e dell’emigrazione (IMES), uno dei partner del progetto, si è mostrato entusiasta delle fotografie esposte e di quelle scartate per ragioni di spazio dai curatori della mostra e le terrà a disposizione per illustrare le sue prossime pubblicazioni. Un’immagine positiva degli immigrati, diversa da quella di stranieri sconsolati in attesa di varcare i confini elvetici a cui ci ha abituati l’IMES.
swissinfo, Anna Passera
Una persona su tre in Svizzera è immigrata o discende da una famiglia di immigrati – in totale 2 mio. di persone.
In Svizzera vivono ca. 1,5 mio. di Stranieri, di cui 650’000 richiedenti d’asilo
Nel settore della ristorazione e in quello alberghiero, la metà dei lavoratori è d’origine straniera
90 fotografie in bianco e nero per mostrare l’integrazione degli stranieri in Svizzera.
“La Suisse plurielle”, al Käfigturm di Berna dal 22 ottobre 2004 al 19 marzo 2005.
Aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00 e il sabato dalle 10.00 alle 16.00. Entrata libera.
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