Studiare a tutti i “costi”?
Aumentano gli studenti iscritti alle università ma non i finanziamenti pubblici. Gli atenei sono alla disperata ricerca di fondi e qualcuno lancia l’idea di aumentare le rette.
Studieranno solo i ricchi?
Se le rette universitarie passassero dagli attuali 1500 franchi all’anno (in media) a 5000 franchi, si potrebbero assumere 800 professori supplementari. È l’ultima idea lanciata a Berna da un rapporto sulle “nuove vie per il finanziamento delle alte scuole”.
Gli autori dello studio – vicini agli ambienti economici – respingono l’accusa di volere sbarrare l’accesso agli studi agli studenti di estrazione più modesta. Propongono un rafforzamento delle borse di studio e dei prestiti. Lo stato da solo – avvertono – non potrà assumersi i nuovi costi. La discussione è dunque lanciata.
Studiare in Svizzera costa troppo poco?
La polemica sulle tasse d’iscrizione alle università si è riaccesa qualche mese fa, quando l’allora presidente del Consiglio dei Politecnici federali, Francis Waldvogel, aveva dichiarato di essere favorevole ad un aumento massiccio delle tasse d’iscrizione alle università svizzere.
1500 franchi l’anno, sarebbero troppo pochi se paragonati al costo effettivo della formazione. «C’è chi dice che studiare in Svizzera costa troppo poco» commenta a colloquio con swissinfo Esther Christen, copresidente dell’Unione svizzera degli universitari (USU). «Io credo che il bene “formazione”, importante per la crescita di tutta la società, non sarà mai sufficientemente a buon mercato».
Per l’USU, un aumento delle rette significherebbe rinunciare all’ideale delle pari opportunità. «Bisogna permettere di accedere all’università a tutti coloro che hanno le capacità per farlo e non solo a chi ne ha i mezzi finanziari», sostiene Esther Christen. «Chi studia rinuncia per 5 o 6 anni ad uno stipendio e vive in genere in condizioni modeste».
Goccioline nell’oceano
Il problema del finanziamento delle università c’è, eccome, ma quella sull’innalzamento delle rette sembra essere una discussione politica più che economica e come in tutte le discussioni politiche i pareri divergono. «Ci sono delle università che chiedono degli aumenti» dichiara a swissinfo Raymond Werlen, segretario generale aggiunto della Conferenza dei rettori delle università svizzere (CRUS).
«Ma – mi sembra – per la maggioranza il costo politico di un innalzamento delle tasse d’iscrizione è troppo alto. Provocherebbe forti resistenze, come successo a Zurigo, e i benefici economici per le università sarebbero poco significativi».
In effetti le tasse d’iscrizione attuali coprono solo il 2% dei budget delle università. Bisognerebbe quintuplicarle per arrivare ad un contributo dell’ordine di quello elargito dalla Confederazione e la spesa maggiore resterebbe comunque sulle spalle dei cantoni.
«Se si volesse, come succede negli Stati uniti, che le tasse d’iscrizione finanzino il costo reale degli studi, allora un numero elevato di persone non potrebbe più permettersi di studiare e questo per il paese sarebbe una catastrofe», commenta Werlen.
Per rimediare alla “catastrofe” bisognerebbe rivedere il sistema di borse di studio. Con il risultato che sarebbero sì gli studenti a finanziare le università, ma con i soldi dello stato. «In sostanza» afferma Werlen «è più economico evitare le transazioni e versare i contributi direttamente alle università».
Borse di studio più alte per rette più alte
La forte opposizione che si riscontra negli ambienti studenteschi nei confronti di un innalzamento delle rette nasce dalla sfiducia nei confronti di chi dovrebbe stanziare i fondi per le “nuove” borse di studio. Già oggi si registra un calo dei fondi messi a disposizione per questo scopo.
Charles Stirnimann, presidente della Conferenza intercantonale per le borse di studio, non è per principio contrario ad un innalzamento delle rette universitarie. «Se volessi fare l’avvocato del diavolo direi che introdurre rette più alte può essere visto anche come un atto sociale. La maggior parte degli studenti viene da famiglie benestanti e non si capisce perché la massa della popolazione debba finanziare degli studi praticamente a costo zero per i figli degli strati medio alti della società».
Evidentemente questo tipo di ragionamento funziona solo se si garantiscono delle borse di studio adeguate. «È una questione sulla quale si dovrebbe dibattere apertamente», afferma Stirnimann, «cercando anche di pensare in modo provocatorio».
«Per noi è ad ogni modo essenziale che si sostengano gli studenti privi di mezzi, che attualmente a livello universitario sono il 13-15%, senza però dimenticare la classe media, i “non-ricchi”, che hanno un reddito di poco sopra la soglia minima e che attualmente non ricevono contributi né per gli studi, né, per esempio, per l’assicurazione malattia».
A rischio l’accesso agli studi per i poveri ma intelligenti
E il sostegno deve essere dato, almeno per una prima formazione, sotto forma di borse e non di prestiti. «Chi ha bisogno di soldi per studiare in genere proviene da ambienti lontani dal mondo della formazione, deve quindi superare anche tutta una serie d’ostacoli sociali e psicologici» puntualizza Stirnimann. «I prestiti, con la prospettiva di un eccessivo indebitamento, pongono un ulteriore ostacolo. E poi richiedono un’enorme mole di lavoro amministrativo, meglio dare delle borse di studio».
Attualmente in Svizzera le borse di studio vengono attribuite in modo mirato e controllato. I fondi stanziati non permettono di coprire interamente le spese di uno studente, ma per molti sono d’importanza vitale. Le riforme in corso (Dichiarazione di Bologna) aumenteranno la mobilità degli studenti ma li costringeranno a portare a termine i loro studi in tempi più brevi. Con tutta probabilità ciò farà lievitare il numero di chi avrà bisogno di una borsa di studio.
swissinfo, Doris Lucini
1500 franchi: costo medio oggi dell’iscrizione per un anno ad un’università svizzera
Nel 1993 sono state distribuite borse di studio per 321 milioni di franchi
Nel 2001, borse di studio per 277 milioni di franchi
Una borsa di studio ammonta in media a 6500 franchi l’anno; le differenze tra i vari cantoni sono però enormi
Ambienti vicini all’economia propongono di triplicare le rette universitarie, che toccherebbero così i 5000 franchi all’anno.
Il sistema svizzero si sposterebbe allora in direzione di quello della Gran Bretagna, dove dal 2006 le rette ammonteranno ad almeno 3000 sterline (7’500 franchi).
Secondo alcuni calcoli gli studenti poveri del Regno unito sarebbero così costretti a contrarre debiti estinguibili solo dopo 20 anni. Nel resto d’Europa l’accesso alle università è gratuito.
Altra cattiva notizia per gli studenti: con la nuova perequazione finanziaria (in vigore dal 2007) la Confederazione limiterà i suoi contributi ai cantoni.
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